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I Rapporti postali tra Francia e Pontificio
negli anni 1850 - 1860

Prima parte: gli zuavi del Papa

Il titolo di questo approfondimento, forse, in qualcuno, potrebbe suscitare qualche perplessità visto che trattasi di un titolo per un articolo di storia postale, ma noi sappiamo, ormai lo abbiamo imparato, che spesso la Storia Postale incontra e si interseca nella GRANDE STORIA. L’intitolazione dell’argomento da trattare, mi è stato ispirato dalla lettera scelta: una busta impostata in Francia il giorno 25 gennaio 1862 e diretta a Roma e di essa presentiamo la disamina.


L’affrancatura

Dal 1° agosto 1849, una lettera indirizzata dalla Francia verso Roma, doveva essere affrancata per 1 franc 20 se spedita via di mare, oppure se, spedita in porto assegnato, avrebbe seguito la via di terra. La convenzione postale firmata fra i due Stati il giorno 1° aprile 1853, stabilì una nuova ed unica tariffa valevole sia per la via marittima, sia per la via terrestre; la nuova tariffa fu ridotta e fissata ad 1 franc. Un decreto del governo imperiale francese del 18 luglio, di cui presentiamo sotto il preambolo, ne precisò poi le modalità d’applicazione.

A Roma, il mondo imprenditoriale e commerciante si rallegrò di questi nuovi provvedimenti, ne rende testimonianza questo estratto dalla rivista Civiltà cattolica del mese di giugno 1853:



La nostra letterina è stata dunque affrancata con 5 esemplari del 20 centesimi Empire non dentelés (una striscia di 4 ed un esemplare isolato), trattandosi quindi di assolvere la tariffa della lettera di primo porto, fino a 7,5 grammi.


 

L’instradamento

Il mittente ha indicato, in alto a sinistra: « voie de mer / direct »: voleva usufruire della velocità via di mare, assicurata da Marsiglia dalle Messaggerie Imperiali.


A quest’epoca (1862), la « Compagnie maritime des Messageries impériales » gestiva due linee: la linea regolamentare (« indiretta ») dal 1851, e dal 1855 la linea supplementare (« diretta »). Con la linea indiretta, il vapore postale sostava a Genova e poi a Livorno prima dell’arrivo a Civitavecchia; mentre con la linea diretta era possibile arrivare a Civitavecchia più velocemente, uno o due giorni dopo la partenza da Marsiglia:

Linea diretta Linea regolamentare


Orari e ritmi erano ampliamente pubblicizzati presso gli utenti dei servizi postali. Proponiamo sotto, per esempio, la tabella pubblicata nell’Itinéraire de l’Italie et de la Sicile da A.J. Du Pays (edizione 1859) :


La compagnia francese, nella settimana, assicura due partenze da Marsiglia: il lunedì alle ore 22, per un arrivo senza scalo a Civita-Vecchia il mercoledì alle 5 della mattina ed il giovedì alle ore 11, per un arrivo la domenica alle ore 6 dopo gli scali di Genova e di Livorno. La differenza di tempo non era un fattore trascurabile per chi aveva urgenza di mandare o ricevere notizie importanti!


Imbucata il 25 gennaio 1862, la nostra lettera fu dunque trasferita a bordo del vapore « Vatican » (fotografia sopra) della linea diretta che salpava il 27 gennaio. A tergo, troviamo il bollo a banderuola apposto in arrivo: Roma – via di mare – 29 gennaio 1862.

 

Il destinatario

Malgrado l’indirizzo macchiato, con un po’ di luminosità, possiamo leggere nome e qualità del destinatario…


Si tratta del signor De Chamburre, capitano e segretario del conte Athanase de Charrette (fotografia sotto a sinistra), uno dei comandanti degli Zuavi Pontifici (fotografia di destra) alloggiato Palazzo Pamphili, ubicato in piazza Navona.


Gli Zuavi pontifici erano un corpo di volontari francesi, (oltreché belgi o olandesi) che si era formato nel 1861 per proteggere lo Stato pontificio dalle offensive garibaldine (si veda Mentana, nel 1867) e sardo-italiane (Porta Pia, nel 1870, ne riparleremo nella seconda parte). All’epoca, soldati francesi dell’armata imperiale, erano presenti in Roma tantoché l’armata pontificia era stata riorganizzata dal generale francese Lamoricière, anche se al tempo stesso… Napoléon III era favorevole al Risorgimento italiano, come testimoniano le battaglie di Solferino e Magenta nel 1859! E’ indubbio che questo comportamento sia esempio di dissociazione politico-diplomatico, ma dobbiamo tenere presente che l’imperatore doveva conciliare la realtà dei fatti con il giudizio dell’elettorato cattolico francese accattivandosene il favore!!…

Non dimentichiamo la “via di terra”!

La convenzione consentiva, l’abbiamo detto, l’instradamento «via di terra»: il trasporto delle corrispondenze veniva effettuato attraverso il territorio degli antichi ducati Sardo e Toscano (poi del Regno d’Italia dal 1861) in plico chiuso, cioè senza bolli di transito. La seconda lettera, sotto riprodotta, è stata impostata a Parigi il 19 dicembre 1854 e reca a tergo il timbro rosso apposto a Roma in arrivo il giorno 26, dopo una settimana di percorso, ma dobbiamo riconoscere che il varcare degli Alpi nell’inverno non era per nulla facile a questi tempi!

 

Seconda parte:

I Rapporti postali tra Francia e Pontificio
negli anni 1850 - 1860
Pensavo che Roma fosse in Italia!