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Scriviamo ancora a Tokio, al professore Basil Hall Chamberlain… |
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(seconda parte: navigare verso Ovest per arrivare ad Est!) |
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Proseguiamo la nostra disamina delle rotte marittime che portavano la posta, scritta in Europa, verso il Giappone alla fine dell’800. Dopo aver presentato le vie di Marsiglia, di Napoli e di Brindisi il mese scorso, salpiamo oggi verso l’ovest per raggiungere il Paese de Sol Levante (fig.1) ed il nostro eminente corrispondente professor Basil Chamberlain.
La via di San Francisco La fotografia sotto riprodotta (fig.2) costituisce una forte immagine dell’avventura per la conquista dell’Ovest americano: il giorno 10 maggio 1869, si incontrarono i due tratti ferroviari destinati a collegare la costa pacifica alla costa atlantica degli Stati Uniti (fig.3).
Dopo sei anni di lavoro, era ormai possibile collegare New-York e San Francisco nel tempo di una settimana ed immaginare quindi di poter far transitare, dal territorio degli Stati Uniti, anche le corrispondenze spedite dall’Europa verso il Giappone e la Cina (fig.4).
La posta sarebbe dunque arrivata a New-York per poi salpare da San Francisco. Per quanto riguardava la traversata dell’Atlantico, nessun problema: questo tratto marittimo fra Europa e Stati-Uniti, all’epoca, era il più frequentato del mondo. Per la parte transpacifica del percorso (fig.5), il numero delle partenze era stato progressivamente incrementato, fra gli anni 1870 e gli anni 1890, da 2 a 4 corse ogni mese, anche perché alle compagnie Pacific Mail Steamship Co e Occidental & Oriental Steamship Co si era aggiunta, dal 1898, la compagnia di navigazione giapponese Tokyo Kisen Kaisha (o Nippon Yusen Kaisha)
La via di… Vancouver Nel 1887 fu inaugurata una nuova linea di navigazione fra America ed Estremo-Oriente, questa volta però con partenza da Vancouver, porto canadese del Pacifico. Quattro anni dopo, il General Post Office di Londra comunicava al pubblico che un plico mensile sarebbe stato confezionato per raggiungere il Giappone transitando su questa nuova rotta, il comunicato avvertiva altresì che il mittente aveva il dovere di precisare “Via Vancouver”. Ecco dunque un altro percorso per questa nostra ultima lettera! (fig.7)
Impostata a Versailles il 7 dicembre 1892, raggiunse Londra in plico chiuso, ma la partenza da Londonderry per Halifax avvenne soltanto il giovedì 22 dicembre. Dopo la traversata del territorio canadese sulla nuova linea ferroviaria della compagnia Canadian Pacific Railway (fig.8), giunse a Vancouver da dove fu imbarcata il 10 gennaio 1893 a bordo dell’Impress of India, vapore della Canadian Pacific Steamship Co. Tredici giorni di navigazione furono sufficienti per approdare a Yokohama. Ecco dunque la forza e la debolezza di quest’ultima linea per il Giappone: un percorso transpacifico più breve (13 giorni invece dei 19 o 20 da San Francisco)… ma un solo collegamento ogni mese (invece dei 3 o 4 dagli Stati-Uniti). È facile quindi comprendere il motivo per cui raramente, se non addirittura straordinariamente, abbiamo il piacere di imbatterci in questo tipo di lettere!
EPILOGO Concluderemo questi due brevi articoli, dedicati all’inoltro della posta verso il Giappone, con una cartina di sintesi, (fig.9) nonché facendo la semplice constatazione che, per andare agli antipodi, il mittente di una lettera poteva indifferentemente prediligere, scegliendo comunque bene, sia la via dell’Ovest che quella dell’ Est!
Bibliografia Le tabelle di marcia delle linee marittime trattate in questi articoli sono state riprese… Per la compagnia delle Messaggerie imperiali, poi marittime, francesi da: Per la compagnia inglese Peninsular & Oriental da: Per le linee di San Francisco e di Vancouver da:
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