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I frazionari della Repubblica |
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Enrico Bettazzi |
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Esempio di tondo frazionario (25-119 Montale, allora provincia di Firenze) Questi timbri furono diffusi in tutta Italia, persistendo fino ad usura in alcuni uffici postali ben oltre il secondo dopoguerra. Il forum citato dà una indicazione dello stato dell’arte della ricerca anche di questi usi tardivi. Fu all’inizio degli anni sessanta, che il frazionario ritrovò una propria forma grafica che non fosse quella della “divisione tra parentesi”, che era alla genesi della propria denominazione e che veniva solitamente utilizzata per tutta la parte contabile e burocratica della operatività postale. Numero frazionario dell’Ufficio postale di Montecatini Terme, attualmente in essere. Una prima segnalazione della nuova tipologia di timbri fu fatta da Alberto Diena sulle pagine de “Il Collezionista” (dic.1960). Riccardo Bodo la introduce come nuova serie di annulli frazionari esclusivamente riservati al settore dei servizi a denaro e le segnalazioni successive nel forum tendono a confermare una certa eccezionalità di uso in qualità di annullamenti su corrispondenze. In generale, visto il campo corretto di utilizzo, anche i successivi censimenti portati avanti da Giorgio Mastella nel suo sito dedicato alla storia postale repubblicana, confermano se non una scarsezza di presenze, perlomeno una mancata attenzione collezionistica a tale raccolta. Il “nuovo” timbro tondo frazionario si presenta come un timbro datario circolare (diam. cm.3) con lunette in cui è inscritto il numeratore nella lunetta superiore e in quella in basso il denominatore identificativo dell’ufficio postale. Peraltro c’è un’altra precisazione da fare: quello che a tutti gli effetti sembra un annullo manuale in effetti è figlio di una macchina bollatrice di costruzione Vallini - Di Blasi, ci dice Pozzati; cosa che viene confermata dalla segnalazione di Alberto Caroli nel forum F&F.
Immagine del doppio datario Gubbio 46/94 per vaglia, inciso su piastrina per uso meccanico (segnalazione Caroli). “La macchina postale Vallini – Di Blasi era a due bolli e lavorava in piano. Il suo uso era pensato per l'emissione dei vaglia interni, ma siccome lavorava molto bene e faceva annulli perfetti spesso venne usata per le buste FDC, per le tessere di riconoscimento postale, a volte addirittura sulla normale corrispondenza. Poteva funzionare anche con un solo bollo invece che con due.” (citaz. M. Pozzati in F&F). Il fatto che la totalità degli uffici postali avesse servizi a denaro non ha comportato automaticamente una diffusione capillare di questi datari: infatti il costo di produzione era assai elevato rispetto a quello di un timbro standard dell’epoca e pertanto l’ordinazione alla propria Ragioneria provinciale era da considerarsi un vero lusso da riservarsi a quei soli uffici ove vi fosse un effettivo cospicuo movimento finanziario nei servizi postali. Si ringraziano: Forum Filatelia e Francobolli, in primis Riccardo Bodo che coordina il laboratorio sui frazionari e le segnalazioni di Eugenio Bolleri, Gianfranco Mazzucco, Aniello Veneri ed altri ivi riportati; A.N.C.A.I., nelle persone di Alcide Sortino e Mario Pozzati per le notizie marcofile e storico postali; ASPOT nella persona di Alberto Caroli per le notizie a suo tempo riportate nel forum F&F, le immagini dei timbri toscani messe a disposizione, presenti nella sua collezione; Ferdinando Morrone per le segnalazioni di timbri relativi alla provincia di Cosenza, ora riportate ne “Il Postalista”, Enrico Bettazzi BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA M. POZZATI, ...continuiamo con il novecento, in “L’ Annullo”, n.154 M. POZZATI, Le affrancatrici meccaniche negli Uffici Postali Italiani, pubblicazione A.I.C.A.M. n. 206, 1999 ora in https://www.gm-storiapostale.it/faq/temi/bolli-ed-annulli/frazionari/ https://www.ilpostalista.it/marcofilia/marcofilia_027b.htm https://www.ilpostalista.it/cosenza/298.htm
MARCOFILIA Il timbro datario ha un diametro di 3 centimetri. Ha una forma standard riconducibile ad un modello con lunette vuote piccole, col nome della provincia in basso separata da due stelle a sei punte dalla parte alta che riporta il nome della località. Tuttavia vi sono diverse varianti visibili, anche nelle impronte fin qui ritrovate. Ad esempio ove i datari furono pensati per il solo utilizzo, forse primigenio, sull’emissione dei vaglia, questi riportano in basso la dizione abbreviata “Emissione Vaglia Ordinari”. Soprattutto per gli uffici succursali nelle città, la lunga dizione del toponimo comporta talvolta la presenza della stella distanziatrice ridotta ad una unica. Talvolta non appare o in altri casi è a cinque punte. Evidentemente la stratificazione cronologica (la consegna dei timbri non è stata simultanea in tutti gli uffici, perché, dopo una prima fornitura di ideazione centrale, la adozione del timbro richiesta del u.p. richiedente era soggetta al placet della Ragioneria Provinciale in base a ragioni statistiche di traffico/lavoro) ha influito anche su altre caratteristiche del datario, come l’inserimento nel lettering della parola “Poste”. In un caso (vedasi Lido di Jesolo) la differenza è anche più marcata, essendo le lunette stondate anziché acute, come nella totalità delle impronte reperite. CATALOGO (in ordine numerico di frazionario)
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