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filatelia e web... un dramma?

di Mariagrazia De Ros

Ho ricevuto i due ultimi numeri della rivista “Posta militare” : bellissimi e coinvolgenti anche per chi come me non è specificatamente interessata all’argomento.
Grazie alle riviste ho potuto fare un tuffo nel passato, in quel passato fatto di censura, prigionieri di guerra, testimonianze commosse e commoventi ed è stato per me che ho una vera passione per la storia un’emozione straordinaria.Ho però anche altre passioni e fra queste annovero senz’altro l’uso del web come mezzo di diffusione della filatelia tra i giovani e non solo.
Viviamo in un’epoca in cui i mezzi di comunicazione di massa ci mettono a disposizione informazioni di tutti i tipi.
Oggi “essere ignoranti” è veramente una colpa. Chi non legge, ha a disposizione la radio e la TV e ormai moltissimi tra noi sono forniti di computer e di collegamento ad Internet.
Tralasciando gli aspetti sociologici ed antropologici del fenomeno, si può solo rilevare come anche nel campo filatelico la “collaborazione “ di internet sia ormai una realtà irrinunciabile.
All’inizio di questo mio intervento ho citato le riviste dell’AICPM : perché?
Nella mia spiegazione sarò breve, come dicono tutti i conferenzieri prima di iniziare i loro chilometrici interventi.
Mi limiterò , infatti, a due citazioni e ad una considerazione.
La 1° citazione : A pag 61 del n. 91 della rivista citata, nella rubrica “ Colloqui coi Soci “ E.M. Gabbini ( fra l’altro ottimo scrittore ) afferma testualmente :
“Le pubblicazioni (filateliche n.d.r) non sono scarse come una volta e, oltre alla carta stampata, si è accostata la informazione in rete che, se da un lato è un bene, dall’altro mette ancora più in crisi, economicamente, la informazione su carta stampata “

Posso anche capire fino ad un certo punto la sua preoccupazione di scrittore, ma mi permetto di tranquillizzarlo subito con una considerazione.Ho ricevuto proprio in questi giorni il catalogo “ La libreria filatelica per corrispondenza “ di una notissima casa editrice filatelica.
Ho fatto una mia indagine personale e su cento pagine del ricchissimo catalogo ho potuto contare una quarantina di richiami al sito internet della Casa stessa.
Allora, dico io, se una Casa editrice si affida in modo così marcato ed intelligente ad Internet, perché uno scrittore dovrebbe preoccuparsi della crisi della carta stampata ?
E’ provato statisticamente che da quando esistono i cataloghi on line con relative possibilità di acquisto sicuro, le vendite di libri sono aumentate del 20%.Ed ecco la 2° citazione, questa un po’ più preoccupante.
A pag. 61 del n. 92 della solita rivista, sempre E.M. Gabbini, sempre nella rubrica “ Colloqui coi soci” afferma :
“Drammatico è invece il cambiamento con i sistemi informatici e di comunicazione : il 77% (47%) ha un personal computer e il 60% (5%) è collegato a internet”
E poco più sotto insiste con la seguente affermazione :
“Certo i soci AICPM sono aumentati rispetto a sei anni fa, il profilo non sembra essere cambiato in modo significativo, malgrado l’età media “non adolescenziale “, l’informatizzazione è aumentata drammaticamente ( fenomeno comprensibile considerato l’alto profilo culturale ).”
Beh, se devo dire la verità, mi stupisce questo reiterato uso del termine “drammatico” per definire un fenomeno di massa che di drammatico, a mio avviso non ha proprio nulla !
Inoltre vorrei che il sig. Gabbini sapesse che la navigazione in Internet non è più da tempo un fenomeno “ adolescenziale “ e forse non è più nemmeno un fenomeno legato ad un alto profilo culturale dei “naviganti “
Oggi nelle varie “università della terza età” i corsi più frequentati sono proprio quelli di alfabetizzazione informatica e gli iscritti non sono certo tutti diplomati e laureati !
Vorrei quindi dire allo stimabilissimo ottimo signor Gabbini e a chi ancora la pensa come Lui di non temere : nessun lettore accanito, filatelista o no, abbandonerà mai i suoi amati libri o i suoi amati cataloghi. Userà piuttosto Internet per le sue ricerche sapendo di potervi trovare con velocità ciò che cerca, sapendo di poter contattare persone con i suoi stessi interessi ovunque nel mondo ed in tempo reale .

Tutto qui.

Niente quindi anacronistici timori e complessi di superiorità da parte di divulgatori filatelici “tradizionali” e niente ridicoli complessi di inferiorità da parte di chi lavora per la filatelia via web.

 

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