MEMORIE
di Antonio Rufini

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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (LXIX parte):

A.M.R Dir.Comp…….CHE PASSIONE!

Antonio Rufini

§ 1) - Sono passati più di 23 anni. Da cosa? Ve lo scrivo fra poche righe.
Fin dall’inizio della raccolta, da parte mia, di Storia Postale (solo italiana) mi sono interessato delle Affrancature Meccaniche delle Poste cioè quelle in color rosso; noi collezionisti le vecchie affrancature meccaniche le chiamiamo semplicemente “A.M.” (e quasi sempre senza punti, cioè “AM” e basta); ma poiché esse hanno avuto vari usi postali le suddividiamo in tre tipologie fondamentali, le “A.M.R.” (affrancature meccaniche per Raccomandate, in breve “AMR”), “A.M.T.” (affrancature Meccaniche per Tassate, in breve “AMT”) e “A.M.C.d.C.” (affrancature meccaniche per Conti di Credito, in breve “AMCdC”). Esistono anche alcune altre rarissime tipologie che mi auguro di affrontare un po’ più avanti.

Si dedica alle AM una formidabile Associazione Nazionale, forse la più attiva fra le associazioni filateliche italiane e forse quella che ha più Soci tra tutti gli altri sodalizi filatelici: l’”A.I.C.A.M.” (Associazione Italiana Collezionisti di Affrancature Meccaniche) che opera non bene ma benissimo da oltre 40 anni; oltre che delle AM delle Poste l’AICAM però ha interessi filatelici più vasti perché si occupa anche di affrancature meccaniche di Privati; sono stato anch’io socio dell’AICAM ma decisi di abbandonare l’associazionismo quando compii 75 anni d’età per dedicarmi alla riorganizzazione della mia collezione (17.000 oggetti archiviati per anno di circolazione), temendo che, quando ci fosse stato il “botto finale” (evento spiacevolissimo ma naturale che prima o poi riguarda tutti gli esseri viventi……) nessuno avrebbe compreso con quale metodo avessi collezionato.

Il Socio dell’AICAM Mario Pozzati ebbe a realizzare, proprio per l’AICAM, un’eccezionale manuale sulle AM delle Poste, unico nel suo genere, e la predetta associazione ne ha permesso al nostro Direttore, Roberto Monticini, la pubblicazione online su IL POSTALISTA.(1)

Questo ed i prossimi paragrafi riguardano una piccola tipologia di AMR, le “A.M.R.Dir.Comp.”:
Spiego meglio: le Poste, all’epoca “ministeriali” ebbero ad acquistare, dopo un’unica sperimentazione di una sola macchina nell’anno 1927, circa 7.000 macchine elettromeccaniche per AMR, AMT e AMCdC; le AMR vennero distribuite agli Uffici Postali dalla metà degli anni ’60 del XX Secolo in poi, mano a mano che i singoli Uffici raggiungessero, anzi superassero l’accettazione di almeno 5.000 Raccomandate al mese (Raccomandate che, prima di usare le macchine per AMR, venivano accettate o con etichetta prelevata dal Mod. 22 e da incollarsi sulla busta da raccomandare oppure con numeratore meccanico progressivo, in cartella, a 3 scatti e con grande “R” per indicare “Raccomandata”); va da sé che accettare più di 5.000 raccomandate al mese (cioè da 24 a 27 giorni lavorativi di media) applicando i francobolli, staccando, incollando e compilando a mano i mod. 22 per 5.000 volte non dovesse essere un bel lavorare, un bel vivere…….
Non fa parte di questa memoria il trattare dei vari modelli di macchine per AM (fabbricanti, varianti, tipi, etc.); questo paragrafo riguarda la sola tipologia “interna” delle AMR, cioè le A.M.R.Dir.Comp. delle quali c’è stato un discreto uso in tutta Italia.

Le Macchine per AMR che ebbero la sotto-tipologia AMRDir.Comp. furono tutte di fabbricazione piemontese, della CITIS (poi rinominata T.A.E. CITIS, poi E.M.S.) e s’usarono come macchine “tampone”, come ruota di scorta: sì, quando in un qualsiasi Ufficio Postale si guastasse o andasse in stallo la locale macchina per AMR e se fosse stata impossibile la “riparazione in loco” (cioè nell’U.P.), l’Officina Provinciale delle Poste la ritirava per provvedere ad “aggiustarla”, lasciando in uso momentaneo all’U.P. una macchina sostitutiva, sempre del tipo Citis ma con la differenza che nel datario di sinistra, al posto del nome dell’U.P. (e spesso anche con l’indirizzo), compariva la dizione “DIR. COMP.” + la denominazione del Compartimento Postale seguita da un numero progressivo.

L’uso di queste macchine particolari era ben disciplinato e rinvio alla precedente mia memoria XXXIa (era intitolata “Errori nelle A.M. delle Poste”), nella quale riferii sulla normativa specifica (2) che, talvolta, non venne rispettata

Scorrendo superficialmente un elenco di Macchine affrancatrici, (redatto per numero di matricola dal predetto Mario Pozzati) oltretutto incompleto, ho scoperto che le A.M.R.Dir.Comp. siano state circa 160 per tutta l’Italia; io ne possiedo circa 110 e le mostrerò di seguito.
Dato il numero, le divido in vari paragrafi; il primo riguarda le A.M.R.Dir.Comp. dei Compartimenti Piemonte e Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia.

L’impiego delle A.M.R.Dir.Comp., le quali tassavano solo in Lire, è cessato il 31 dicembre 2001 (ecco quindi i 22 anni trascorsi, indicati nel preambolo); però l’ultima data d’uso che possiedo è dell’anno 2000 (e la prima del 1980); la mia collezione riguarda quindi un uso reale di 20 anni, periodo che poi, aggiuntovi il decennio degli anni ’70 e la metà degli anni ‘60, coprirebbe quasi un quarantennio, il “periodo d’oro” e indimenticabile delle M.A. delle Poste (circa 1963-2001) tassanti in Lire.

Ho qualche “buco” qua e la, dato non ho reperito tutti i numeri di Macchina; ma questo “ha passato il convento” e questo mostro; se altri, penso immediatamente agli attuali Soci storici dell’AICAM, possano avere più oggetti di me, ben per loro e si ritengano invidiati. Preciso che oggi, in ebay e Delcampe le A.M.R.Dir.Comp. in vendita non compaiono praticamente mai, per cui mi sarà difficile, in futuro, turare i buchi che sto lasciando (tra pochi giorni compirò 80 anni…..) e per riempire i quali, suppongo, servirebbero un paio di decenni minimo e anche più, perfino senza grandi spese (le A.M.R., comprese le A.M.R.Dir.Comp. costano generalmente poco, spesso le spese postali per ottenerle esuberano) in compenso servirebbero moltissima dedizione, costanza e fortuna.

Inizio la carrellata delle A.M.R.Dir.Comp. che potevano usarsi in vario modo, con varia tipologia d’impiego:
- tipo “A” (sola accettazione, senza tassazione, per lettera affrancata con AM Privata o con francobolli <obliterandi in Ufficio Postale da B.T.C.>);
- tipo “AT” (Accettazione e Tassazione <lettera da raccomandare presentata all’U.P. “nuda”>);
- tipo “ATINT” (Accettazione e Tassazione per Integrazione della Tassa <valori o AM Privata di importi inferiori alla tassa vigente>; tipologia rarissima); talvolta l’integrazione fu necessaria per aumento della tariffa, entrato in vigore quasi “nottetempo”;
- tipo “AA” (Accettazione e Annullamento totale o parziale dei francobolli preincollati dal mittente sulla busta da raccomandare):

















Antonio Rufini
28-08-2023

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