MEMORIE
di Antonio Rufini

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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (LIII parte):

BOLLI GIUBILEO

Antonio Rufini

§3) – Sono arrivato alla terza puntata dei Bolli Giubileo.
Mostro stavolta le buste da lettera “semplici” (quindi non “a firma”) affrancate e spedite dai singoli Chioschi d’Italia (Roma compresa) con i valori obliterati dai Bolli Speciali Giubileo del 2000.
Sono tutti oggetti effettivamente circolati.

Le buste che seguono e che hanno per destinatario il mio timbretto a spirito d’ufficio abbisognano di una spiegazione: hanno tutte viaggiato “abusivamente” dall’italia: a) furono affrancate per primo porto (fino a gr. 20); b) pesavano tutte molto più di venti grammi, alcune anche sui 100 grammi: le buste le inviai ai Chioschi ai quali chiesi il servizio filatelico e servivano per rinviarmi, a seconda del Chiosco, cartoline affrancate coi valori annullati col Bollo Giubileo, ricevute dei Mod. 22-R delle Raccomandate che inviai affrancate e da spedirsi dal Chiosco, etc.. Già le singole buste superavano i 10 grammi; acquistate quasi tutte in cartoleria e di buona qualità, erano foderate all’interno, con fodera, anch’essa, di qualità; ne mostro una aperta, lato posteriore:


All’epoca non mi venne affatto in mente che le buste, con dentro gli oggetti inviati ai Chioschi e da rispedirmi bollate, avrebbero accusato pesi oltre il primo porto; affrancai e misi nella “bustona” con la quale feci la richiesta del servizio filatelico senza nemmeno pensarci; mi ha detto bene e sono stato fortunato ma fui uno sconsiderato e superficiale. Ma lo sono stati anche gli operatori postali dei Chioschi: hanno infilato nella mia busta, (foderata) e già predisposta e affrancata, tutto ciò che dovevano restituirmi, l’hanno chiusa e messa nel dispaccio della posta in partenza e senza controllare il peso. La normativa dell’epoca non prevedeva la tassazione a carico del destinatario in caso di superamento del “porto”: ciò che non era sufficientemente affrancato veniva, semplicemente, tolto di corso, cioè distrutto, mandato al macero.

Mi ripeto: è andata sempre bene; forse il controllo del peso doveva farsi esclusivamente in partenza; forse tutti i Chioschi erano sforniti di bilancia, ad eccezione di quelli di Roma San Pietro e Riccione (Telebus della Franz Isella S.p.A. di Casciago, Varese, Ditta oggi in Amministrazione Straordinaria) che avevano la bilancina sulla M.A. Olivetti Tecnost; forse all’arrivo, nel mio C.M.P. di Fiumicino le macchine scansionatrici della corrispondenza non effettuavano pesature; nessuno, alla distribuzione, ha pesato nulla o forse ha solo dato un’occhiata superficiale ai Bolli Giubileo (extra large), molto “visibili”; in somma tutte le buste che mi rispedirono dai Chioschi sono arrivate in Ufficio e ve le posso mostrare. Solo cinque buste hanno al recto i trattini verticali color nero stampati dal C.M.P. per agevolare lo smistamento e la distribuzione; le rimanenti hanno circolato così come le vedete; al verso solo alcune hanno il bollo della distribuzione!
Alcune buste da lettera le feci inviare o le ho imbucate io stesso per familiari o direttamente al mio indirizzo di casa e codeste hanno tutte viaggiato; affrancate in tariffa per primo porto, non contenevano nulla e quindi erano tutte in regola col peso.
W LA POSTA ! ! !

Sono costretto a ripetermi: nell’anno 2000 non ero socio dell’A.N.C.A.I. di Torino; voglio augurarmi che molti suoi Soci dell’epoca abbiano fatto ciò che feci io. Oppure chiesero il Servizio Filatelico a Poste Italiane? La domanda non è “oziosa”: come andarono le bollature dei loro documenti? E i “tempi”? Tutto O.K.? Chi vorrà potrà raggiungermi con e-mail, anche tramite il cortesissimo e disponibilissimo Direttore Roberto Monticini.









Non ho più buste da lettera di primo porto affrancate e partite dai Chioschi Giubileo di Roma Divino Amore, Basilica di San Pietro, Basilica di San Paolo fuori le Mura e Basilica di San Giovanni in Laterano: le ho cedute nei primi anni duemila. Chi fa come me, lo scambista, deve avere il “pelo al cuore” e cedere senza rimpianti, sennò non riesce ad ottenere alcunché dalle controparti, perché anch’esse cedono cose alle quali sono affezionate. Ma sono tranquillo, le buste cedute sono finite in buone mani ed ho rispettato il mio “credo”: <……le cose devono essere tenute da chi le apprezza, perché solo così possono avere la speranza di una seconda vita……>

Antonio Rufini
12-11-2022

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