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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (L parte): STORIE MARCOFILE DI AVVISI DI RICEVIMENTO |
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Antonio Rufini | ||||||||||||||
§3) – Continuo, con questo paragrafo, la panoramica degli Avvisi di Ricevimento che ebbero timbri vari, sia lineari un bronzo che timbretti in gomma o anche nulla, cioè quelli che circolarono senza che fosse impressa o scritta la parola “PAGATO”. Chiaramente si tratta di un semplice “estratto” di quanto ho raccolto ma che può dare un’idea di ciò che successe negli Uffici Postali ai tempi (bei tempi) della Macchine affrancatrici tipo Citis, una storia quarantennale irripetibile. Il valore commerciale di codesti oggetti postali è modesto; in internet se ne possono acquistare a mazzetti di 20 o 25 a 2 Euro, poco più o poco meno, le relative spese postali sono sempre superiori al prezzo netto e quindi anche a dire che siano “schifati” dai filatelisti, s’usa un eufemismo. Qui posso mostrarvene il dieci per cento, non di più, altrimenti il Direttore Monticini potrebbe telefonare al 118 ed avvertire di portare una camicia di forza, “......‘che a Roma c’è un pazzo da legare…..” Ecco la panoramica; molti provengono da quelli che un tempo chiamavamo “Uffici Principali”, anch’essi senza datari metallici in cartella di Tassa Pagata.
Antonio Rufini | ||||||||||||||
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