MEMORIE
di Antonio Rufini

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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (XLIX parte):

AFFRANCATURE CON MARCHE PREVIDENZIALI

Antonio Rufini

Una domenica mattina di oltre 30 anni or sono, assieme al mio amico commerciante di francobolli e monete, fui al “Circolo Diena” ove si faceva mercatino nella costruzione del Circolo Ricreativo del Personale delle Poste, realizzata sulla concessione demaniale sita sulla sponda sinistra del fiume Tevere.
Parlando con un venditore anziano, (aveva un banchetto con esposte e in vendita monete, francobolli e Storia Postale e dimostrava avere oltre 70 anni d’età) parlando di “frodi postali” venni a sapere che alcune “marchette” previdenziali dell’I.N.P.S. (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) erano state usate postalmente, sia tassate che no; mi disse che non ne aveva più (vendute?) e che le non tassate erano solo tre, quelle coi disegni dell’agricoltore che semina(1), di Leonardo e della Gioconda (sic).

Non ho vergogna ad affermare che io (ho 78 anni) Libretti e marchette dell’INPS non li ho mai toccati e nemmeno visti; il sistena con le marchette incollate sulle tessere personali deve essere andato in disuso e sostituito da altre forme di pagamento relative alla contribuzione (anzianità, vecchiaia, disoccupazione, maternità, etc.) all’inizio degli anni ‘70, dopo aver imperversato, suppongo, dai 60 agli 80 anni; quando ero Praticante nel 1967 l’anziano Avv. Rota mi accennò che le marchette INPS furono oggetto di falsificazioni anche di milioni di pezzi e talmente simili alle originali da mettere in crisi il sistema(2); non interessandomi del fatto, non mi informai su come le marchette venissero distribuite ai datori di lavoro: come per i francobolli, o le marche da bollo ed i fogli bollati? Non ne so nulla.(3)

Forse qualche collezionista di valori bollati, fiscali, potrebbe avere più informamioni di quante ne abbia io; ho anche l’aggravante di non aver mai acquistato il Catalogo dei Fiscali (rectius “Marche da Bollo”) edito dalla C.I.F. di Milano che, da quanto abbia sentito, dovrebbe essere una sorta di Enciclopedia Treccani, di Bibbia di coloro che collezionano le marche da bollo e simili, anche se ignoro tutto sul fatto che tale Catalogo tratti di “altre” marche, quindi anche le assicurative.
All’epoca mi riproposi però, che, se a prezzi umani e se avessi trovato oggetti postali con le marchette INPS, li avrei acquistati.

Sono passati vari decenni; marchette INPS per posta non le ho mai viste, in nessun mercatino della mia città; e nemmeno a Riccione durante varie Manifestazioni filateliche Nazionali annuali di inizio settembre; nemmeno a Rimini nei mercatini infrasettimanali in centro città; e nemmeno a Roma durante varie Manifestazioni Filateliche Nazionali organizzate all’E.U.R. (Palazzo dei Congressi) da Posteitaliane; nulla ho mai visto sui circa venti Cataloghi di vendita (prezzi fissi o all’asta) che mi sono giunti e mi pervenivano per posta; quando una quindicina di anni fa Internet mi dette la possibilità di navigare in vari siti di vendite, da eBay in poi, mai sono comparsi oggetti postali affrancati con le marchette INPS; ho dato una controllatina superficiale anche nell’archivio de IL POSTALISTA: zero marchette INPS per posta, salvo errori od omissioni; per i “mercatini” c’è però da dire che io abito a Roma e che tutto ciò che riguarda il collezionismo, “mercatini” filatelici compresi, offerte e richieste, commercio in genere, “navighi” bene solo nel Nord dell’Italia(4).

E’ passato un po’ di tempo, ma recepii la lezione: quando ho potuto ho acquisito le affrancature con “previdenziali” e, chiaramente, non ho marchette INPS; sono pochissime le buste da lettera con “previdenziali”, cioè quelle non tassate (o delle quali in Posta si accorsero, si avvidero e con relativa “cerchiatura” ma senza tassare, perché comunque gli invii erano affrancati per poter circolare con la posta “ordinaria”); quindi le mostrerò di seguito.

Termino e chiarisco: sono Marche Previdenziali, assicurative, tutte quelle usate per una qualche contribuzione, obbligatoria per legge, in favore di qualche Istituto o Cassa di Previdenza ed Assistenza in favore di alcuni Professionisti iscritti in pubblici Albi od Elenchi (Avvocati, Medici, Veterinari, Ostetrici, Farmacisti, Ingegneri, Architetti, Geometri, Commercialisti, Ragionieri e Periti Commerciali, Chimici, Consulenti del Lavoro, Agronomi, Agrotecnici, Periti Industriali Edili, Geologi, etc.) ma ignoro quante Casse o Istituti di previdenza dei predetti professionisti abbiano istituito “marche” da incollare su atti o documenti(5); mi è capitata anche una marca, forse previdenziale, in favore dell’Istituto Orfani dei Vigili del Fuoco! Deve essere considerata “previdenziale” o no? La mostrerò per ultima.

Rammento che in farmacia si acquistava una marca in favore della Cassa Nazionale di Previdenza dei Medici e da applicare sul certificato di assistenza al parto col quale dichiarare una nuova nascita in Ufficiuo Anagrafe del Comune; detta marca l’ho acquistata una o due volte (ho due figli) ma a mia memoria l’importo della marca era talmente alto da non potersi usare postalmente; forse esisteva un’analoga marca per il medesimo uso e in favore della Cassa di Previdenza Ostetrici, ma in parte qua buio assoluto e ne potrebbe sapere qualcosa solo qualche ostetrico/a anziano/a.

C’è qualche lettore de IL POSTALISTA che sappia più cose in merito? Che conservi più Storia Postale del sottoscritto e affrancata con “previdenziali”, con “assicurativi”? Io mi ritengo un po’ scarso! Sarà bene che qualcuno implementi ciò che sto per mostrare.





Allorquando, anni fa, ebbi in mano gli oggetti mostrati, la prima impressione che ebbi fu che, quasi tutti, fossero fatti ad hoc, spediti apposta; impressione che qui confermo; ma non invii di matrice filatelica o voluta frode alle Poste, semplicemente voglia di far circolare quela specie di pseudo “francobolli” così particolari ed il “bello” è che le spedizioni hanno avuto corso regolare, sono passate e ripassate per gli Uffici Postali senza che alcuno ne eccepisse la stranezza, l’irregolartità palese; non dovrebbe essere stato come certi invii con marche fiscali usate da mittenti sprovveduti e ignoranti del valore e dell’impiego, per esempio, delle Marche da Bollo alcune delle quali, sì, furono talmente simili ai valori postali (tipo quelli della “Siracusana”) da poter indurre in errore tutti coloro che si avvicinavano alle Poste solo ed esclusivamente per il pagamento di bollettini di c/c (tipo: telefono, gas e luce) o per incassare la pensione e fossero semi analfabeti in materia di invii postali: quelle affrancature, con piccolissime frodi alle Poste per risparmiare poche lire o centesimi di lira, sono da considerare “casuali” per davvero.

Agli invii qui mostrati ho concesso, comunque, il beneficio del dubbio; per esempio a quello con la Marca per la Cassa Comune da £. 3.000 che potrebbe essere stata usata a caso, ingenuamente; perchè il valore facciale corrispondeva esattamente a quello dell’Espresso, ma oggi come fare a confermarlo?
Saranno graditi i commenti dei lettori, chiaramente sul tema “invii casuali o no?” e dicendo subito che qui non si è trattato di “falsi” di valori degli Antichi Stati per frodare i collezionisti; queste bizzarre buste circolate non sono, quindi, materia di studio per l’ottimo, espertissimo, occhio lungo ed impagabile Lorenzo Olivieri il quale, per quanto ha pubblicato e pubblica su IL POSTALISTA, meriterebbe che tutti i collezionisti, di antichi francobolli italiani, si tassassero per regalargli una medaglia d’oro grande come la “Bocca della Verità”.(6)

Ho terminato quel pochissimo che avevo da mostrare e mi fermo qui, ma insisto sull’invito ad altri collezionisti di partecipare alla ricerca ed esposizione di Storia Postale con “previdenziali-assicurativi”, un mondo che debbo ritenere sia stato, finora, inesplorato.




Antonio Rufini
11-11-2022

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