MEMORIE
di Antonio Rufini

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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (XXXV parte):

DA DOVE VOLARONO LE LETTERE DI POSTA AEREA, COME E DOVE ARRIVARONO?

Antonio Rufini

Mio padre e mia madre (nati nel 1914 e nel 1916) sia prima della guerra che dopo e fino ai loro pensionamenti hanno sempre avuto stipendi molto più che dignitosi; durante l’occupazione tedesca di Roma io sono nato in casa di proprietà(1) e per tutta la vita ho sempre abitato in case di proprietà (o di famiglia o mie) senza necessità di ricorrere alla locazione(2); in parte qua non sono mai stato un “povero” in senso tecnico. C’è però da dire che da quando ho avuto una certa autonomia(3) delle disponibilità economiche, l’acquisto di calzature e vestiti, giornali e stampe periodiche, trasporti, acquisto di carburante ed Assicurazione RCAuto, spettacoli e divertimenti, oltre alle vacanze estive, non mi hanno mai lasciato disponibilità finanziarie sufficienti per poter iniziare a collezionare francobolli o Storia Postale del Regno d’Italia, Colonie e Occupazioni comprese, o degli Antichi Stati.

La premessa è stata d’obbligo: anche se avrei voluto, non ho proprio potuto dedicarmi ad oggetti un pochino di pregio che fossero anteriori al giugno 1946, per elementari questioni di denaro dato che quelli che non erano “spazzatura” risultavano per me troppo costosi; ciò nonostante, vecchi oggetti di Storia Postale del “Regno” li ho reperiti in famiglia e mi sono stati regalati tantissime volte da terze persone: io li ho conservati senza iniziare a collezionarli. Il mio normalissimo modus vivendi deve essere capitato a tantissimi altri e non me ne vergogno affatto.

Ho avuto per amico personale, per 20 anni, un commerciante che gestiva un negozio in Roma centro di filatelia e numismatica; era più grande di me di 16 anni e per lui non solo ho redatto le dichiarazioni dei redditi fino alla morte ma ho anche redatto e presentato la di lui Dichiarazione di Successione Mod. 4; nei due decenni di amicizia cordialissima mi ha regalato moltissimo, sia di Storia Postale repubblicana che precedente. Oltre una decina di lettere inviate per POSTA AEREA durante il Regno, che sto per mostrarvi, le ho avute in regalo dal mio amico più di una trentina di anni or sono e mi hanno sempre intrigato e ad alcune domande che mi sono posto non sono riuscito a dare risposta; le buste, inviate al medesimo destinatario in Africa, contengono ancora le lettere dell’epoca, scritte su carta sottilissima (per Posta Aerea) da una signora che scrisse al proprio coniuge, sottufficiale del Regio Esercito. Le buste, due color bianco e le altre in due tonalità di celeste, sono prestampate per POSTA AEREA o hanno manoscritta la richiesta del servizio aereo e sono tutte foderate all’interno: figuriamoci, il supplemento aereo veniva tassato, mi pare, ogni 15 grammi, la fodera era un’aggravante! Lo stato di conservazione è ciò che è, modesto, con un po’ di sporco che non sono riuscito a rimuovere nemmeno con la gomma-pane, e in più macchie di muffa a volontà; ma si tratta di regali e in questa evenienza vale il vecchio detto “a caval donato non si guarda in bocca”; si tratta di oggetti postali con più di 85 anni di vita e sicuramente transitati in Africa che non era (per caldo ed umidità) il luogo migliore per la conservazione delle corrispondenze. Il tutto sembrerebbe una “cosa ordinaria, comune”; non è così facile come potrebbe apparire.

Le mostro una per una con poche descrizioni e i problemi dopo.
















Antonio Rufini
10-06-2022

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