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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (XXXIII parte): CURIOSITA’, ERRORI ED ORRORI NELLE AFFRANCATURE MECCANICHE DELLE POSTE |
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Antonio Rufini | ||||||||||||||
§3) – Termino, con questa puntata, a mostrare parte di ciò che ho raccolto in tanti anni. Gli oggetti di Storia Postale riferentisi alle affrancature delle Poste debbono essere stati milioni; continuo a ripetere che le M.A. venivano date in uso a quegli Uffici che avessero accettato almeno 5.000 raccomandate singole al mese; di più: le M.A. usate dagli Uffici sono state altre 7.000, di vari produttori; è sufficiente fare un conto grossolano per comprendere quanti oggetti “raccomandati” o “assicurati” possano aver circolato: diciamo che se uno degli Uffici con più lavoro poteva aver raccomandato da un minimo di 35.000 raccomandate l’anno (ma anche quantitativi ben maggiori), quindi in dieci anni circa 350.000 raccomandate e in venti anni 700.000 raccomandate, basta moltiplicare per le prime 2.000 M.A. assegnate agli Uffici il circa un milione di raccomandate accettate (per ogni macchina) nel trentennio 1970-2000 ed i quantitativi che ne vengono fuori sono da mettere paura, cioè oltre il miliardo. Il preambolo è stato d’obbligo; l’errore -per quantitativi di invii così giganteschi- è stato corrispondente. Questo paragrafo conclusivo è destinato alle A.M. P.T. di “integrazione”, sia grandi che piccole integrazioni. Quindi? Quindi inizio col mostrare le piccole integrazioni fatte con A.M. P.T. delle quali alcune, se anche “filateliche”, sono veramente carinissime e seguito poi con le altre e con altre cosine curiose scelte a caso e non troppe (numericamente) per timore di annoiare eccessivamente i lettori de IL POSTALISTA; ma la bellezza degli oggetti postali circolati non è proprio questa: NON STANCANO MAI?
Antonio Rufini | ||||||||||||||
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