MEMORIE
di Antonio Rufini

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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (XVII parte).
Bizzarria di un guller
Antonio Rufini

Da più di 30 anni ho prelevato da un archivio ed ho messo in collezione la busta da lettera, raccomandata, molto particolare, che mostro:

È un comune oggetto di corrispondenza: busta bianca tipo “americano” con finestra, intestata a stampa policroma della Ditta mittente (tutt’ora attiva) e col suo indirizzo sempre a stampa (frazione di un Comune dal quale proviene un eccellente vino rosso DOCG, il “Venegazù” (1), indirizzo riportato sull’aletta di chiusura.

È stata presentata come Raccomandata semplice, senza Avviso di Ricevimento, all’Ufficio Postale “31050 PONZANO VENETO (TV)” e diretta a Roma (non c’è la stampa del nominativo del destinatario, ma più avanti si scoprirà che era destinata a Roma) e con timbretto a spirito color blu per richiedere il servizio.

È stata accettata con numeratore in cartella ad inchiostro grasso rosso (?) con grande “R” di raccomandata e a 3 scatti (un’impronta sulla busta, una sulla ricevuta Mod. 22-R “ATTI UFFICIO” ed il terzo sulla ricevuta per la Ditta mittente); quando è stata presentata all’U.P. era già affrancata dalla Ditta mittente o è stata affrancata allo sportello dall’impiegato dell’U.P. con valori della Serie Ordinaria “Castelli d’Italia” (striscia orizzontale di 6 da £. 600 cadauno + isolato da £. 100).

I valori sono stati obliterati da B.T.C. con data 26/1/1979; il B.T.C. è stato inoltre ripetuto (sempre al recto della busta) come previsto dalla Istruzione Servizio Corrispondenze art.223.
Sembrerebbe tutto a posto, con affrancatura e normativa postale rispettata alla lettera.

Preso atto che i sette valori ordinari “Castelli” sono stati messi in vendita il 22/9/1980, i sei B.T.C. che li hanno annullati sembrerebbero anticipare l’uso di detti francobolli di 605 giorni (più di un anno e mezzo).
Non è vero. Ed è impossibile!

Innanzi tutto la tassa: nel mese di gennaio del 1979 le Poste erano nel pieno della tariffa 1/11/1976 – 31/12/1980 e nemmeno un’Assicurata poteva pretendere una tassazione di £. 3.700 come quella assolta sulla busta in esame; oltretutto questa qui mostrata è una raccomandata semplice per l’interno (non ci sono richieste di Espresso o Assicurazione o Assegno, nemmeno posta aerea o “fermo in posta”) e i “porti” di allora, per la lettera, erano 4 (£. 170, £. 300, £. 320 e £. 420) ai quali bisognava aggiungere il Diritto di Raccomandazione per corrispondenze chiuse (£. 350); quindi in totale non si sarebbero mai superate le 1.000 Lire per nessuna raccomandata, di nessun peso!

Quindi? Quindi si è trattato di un errore grossolano dell’Ufficiale Postale che la mattina, reimpostando il datario del B.T.C. ha errato e “di brutto”, come si direbbe a Roma.
Il B.T.C. doveva essere con data 26/1/1989!

Difatti, a quella data (gennaio 1989) la tassazione era semplicemente perfetta (tariffario 1/3/1988-31/12/1989): diritto di Raccomandazione per invio chiuso £. 2.400 + lettera di terzo porto £. 1.300 per un totale effettivamente pagato, di £. 3.700.
La cosa, poi, è acclarata al verso della busta, come appresso:

Retro/busta in cui è chiara da datazione del B.T.C. della Distribuzione “ROMA CENTRO CORRISP.-12” con data congruente del 2/2/1989 (7 giorni dall’impostazione, ma con i giorni di sabato e di domenica nel mezzo, dato che il 26 gennaio 1989 era giovedì); non c’è il Bollo meccanico con linee ondulate della distribuzione, ma quello manuale: evidentemente, trattandosi di invio di 3° porto (fino a gr. 100) la busta doveva essere troppo piena di fogli di carta piegati in tre, quindi bombata, quindi era difficile, se non impossibile, farla passare sotto il datario meccanico dell’Ufficio di Distribuzione.
Se mai ce ne fosse bisogno, l’errore è anche certificato, sempre al verso della busta, dal timbro datario di ricezione, a inchiostro blu a spirito, della Ditta destinataria della lettera Raccomandata, datario che riporta la data del “2 FEB. 1989”.

La prima domanda che mi sono fatta tre decenni or sono è stata “….l’Ufficiale Postale si sarà accorto dell’errore commesso, avrà corretto il blocco datario nella giornata o saranno partite, quel giorno, da quell’U.P., tutte corrispondenze con data errata?....
Chissà?

La busta da lettera mostrata, molto comune e che commercialmente, così com’è, varrà forse un paio di euro o poco più, è talmente simpatica, col suo errore marchiano, coi suoi 5 guller così ben apposti e leggibili, che non me ne priverò per tutta la vita.

 

NOTE:

1) - Più di 30 anni fa io ero già maturo, avevo oltre 40 anni d’età, ma non avevo mai sentito parlare di quel vino; ne scoprii il nome leggendo una storia osé a fumetti della quale autore, sceneggiatore e disegnatore era Milo Manara; la cosa mi incuriosì e cercai il Venegazù in una enoteca in Zona “Prati”; lo trovai e mi vendettero una bottiglia da tre quarti a prezzo da usura, la portai a casa e mia moglie, benché di vino rosso, la mise in fresco; lo bevemmo, quel delizioso rosso, la domenica successiva con mio cognato a mia cognata: una vera delizia per il palato! Di Venegazù potrebbe esserci anche un bianco; Manara disegnò un autista di Rolls, in divisa, che serviva il vino freschissimo ad una ragazza. Manara è un bolzanino vissuto sempre nel veneto; di certo sapeva cosa disegnava.


Antonio Rufini
25-09-2021

 

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