“E’ Ora – donne e uomini senza violenza”, a Legnano il 1° dicembre validi per affrancare 1522:
un numero
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FANNY MENDELSSOHN HENSEL | ||
di Pietro Pallini (il Musicalista) | |||
“Può darsi che la musica diventi per lui una professione, ma per te essa può e deve restare solo un ornamento.” Fanny Mendelssohn iniziò a comporre
È con questa frase, con la misurata violenza di quel “può e deve”, che il banchiere Abraham Mendelssohn pone, fin dal loro manifestarsi, un freno alle ambizioni artistiche di sua figlia Fanny: il “lui” in questione è il fratello minore di Fanny, il celebre compositore Felix. Eppure la famiglia Mendelssohn era una famiglia che potremmo definire “illuminata”: il padre, figlio del filosofo Moses, era noto per le sue posizioni progressiste e le sue opere filantropiche, mentre la madre Lea discendeva da una famiglia di ebrei dalle solide tradizioni liberali. Fu proprio la madre, che come quasi tutte le giovanette di buona famiglia aveva studiato musica, e lo aveva fatto con uno dei più cari allievi di Bach, a impartire alla figlia le prime lezioni di piano. Fanny, che era nata a Berlino il 14 novembre del 1805, dimostrò da subito un ottimo talento, tanto che a 14 anni già eseguiva brillantemente tutto il Das wohltemperierte Klavier di Bach. Nelle intenzioni dei genitori la cosa si doveva evidentemente fermare lì, ma in quell’anno 1819 fu deciso che anche Felix, più giovane di Fanny di 4 anni, avendo dimostrato interesse e capacità musicali notevoli, fosse iniziato agli studi musicali con il grande maestro Carl Friedrich Zelter, all’epoca direttore della Sing-Akademie di Berlino. Alle lezioni, inizialmente private, partecipava anche Fanny, e quando l’anno successivo i Mendelssohn iscrissero Felix alla Sing-Akademie fu lo stesso Zelter ad insistere perché anche Fanny seguisse i suoi corsi. Abraham Mendelssohn acconsentì, ma fu proprio in questa occasione che scrisse alla figlia le parole sopra riportate. Zelter era stato enormemente colpito dalle capacità di Fanny, e la considerava nettamente superiore al fratello. Qualche anno più tardi, in una lettera a Goethe, ebbe a descrivere le doti di Fanny con una lode che, all’epoca, era probabilmente il massimo a cui una donna potesse aspirare: “Suona come un uomo.” Man mano che andavano avanti negli studi, la collaborazione tra Felix e Fanny si faceva sempre più stretta, e pur non osando contraddire i genitori apertamente, Felix incoraggiava la sorella e cercava sempre da lei aiuto e consiglio per le sue composizioni. Parallelamente, mostrava di apprezzare i lavori di Fanny, offrendosi spesso di pubblicarli sotto il suo nome. Il che non mancò di causare momenti di notevole imbarazzo, come quando la regina Vittoria, in un concerto a Buckingham Palace chiese a Felix di eseguire uno dei suoi pezzi preferiti, Italien, che però era stata composta (e Felix lo ammise) da Fanny. Intanto però Fanny aveva ormai sposato il pittore Wilhelm Hensel, da cui ebbe un figlio, che la incoraggiava a seguire anche una sua carriera propria. Aveva cominciato, pur continuando a collaborare col fratello, a comporre ed eseguire opere totalmente sue, e aveva ripreso l’abitudine dei concerti domenicali, che in gioventù teneva con Felix a casa Mendelssohn, e che ora erano organizzati nella casa berlinese degli Hensel. E dal 1836 aveva anche tenuto alcuni concerti pubblici. Felix tuttavia restava abbastanza scettico sulle reali possibilità di sua sorella come compositrice: “A mio modo di vedere- scrisse nel 1837 alla madre Lea -Fanny non ha né l’inclinazione né la vocazione per diventare un buon compositore. È troppo tutto ciò che una donna dovrebbe essere per questo. Regge la sua casa, e non pensa né al pubblico, né al mondo musicale, né alla musica fino a quando non ha assolto i suoi doveri in tal senso. Dover pensare alla pubblicazione la distrarrebbe da tutto questo, e io non credo che la approverei”. Ma nel 1846 è Fanny a scrivere a suo fratello per informarlo che, contro gli stretti desideri della famiglia Mendelssohn ma con l’appoggio del marito, stava iniziando a pubblicare la “sua“ musica. Purtroppo ebbe appena il tempo di godersi le prime, entusiastiche recensioni prima di morire il 14 maggio del 1847 a causa di un aneurisma cerebrale, la stessa malattia di cui sarebbe morto, appena sei mesi dopo, anche Felix. |