Ad esclusione dei primissimi periodi dell'Unità d'Italia i "campioni
senza valore" ebbero una tariffa simile ai manoscritti, ma
a differenza di questi, richiedevano che l'eventuale lettera di accompagnamento
venisse affrancata.
Dal 1° Gennaio 1874 e fino al 1° Marzo 1913 ebbero la stessa
tariffa delle stampe (e come le stampe non avevano corso se non affrancati),
dopo tale data venne introdotta una tariffa specifica dei "campioni
senza valore" che richiedeva, come per le stampe, l'affrancatura
dell'eventuale lettera di accompagnamento.
Come specifica la definizione, il servizio era stato messo in essere
per dare la possibilità di inviare dei piccoli campioni di merce
di nessun valore commerciale, che pertanto potevano essere inviati in
contenitori o buste non sigillate per il controllo postale. Era necessario
scrivere in modo chiaro sull'involucro (dalla parte indirizzo) "campione
senza valore".
Ebbe scaglioni di peso variabili nel tempo: inizialmente di 50 gr. poi
passati a 100 gr. per il primo porto, con aumento di 50 gr. in 50 gr..
Anche per questi oggetti postali era prevista la possibilità
dell'invio in raccomandazione, assicurazione, contrassegno e consegna
espressa.
Dal 1 Gennaio 1924 per favorire la propaganda farmaceutica presso gli
ospedali e i medici venne creata una tariffa specifica dei campioni
medicinali ancor più economica.
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1932 - Fronte e retro
di cartellino di indirizzo legato a oggetto affrancato come campione
senza valore primo porto oppure secondo porto campioni medicinali?
(senza la specifica di legge obbligatoria per i saggi medicinali
è difficile decidere)
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1905 - Campioni senza valore
a tariffa stampe quando ancora non esisteva una tariffa specifica.
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1932 - Fronte e
retro di bustina ispezionabile affrancata come campione senza valore
primo porto raccomandato.
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1954 - Busta a
tariffa campioni senza valore (aperta e ispezionabile) sottoaffrancata.
E' stata integrata alla tariffa dall'ufficio postale (bollo T.S.)
a valore primo porto.
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