E' un servizio nato con "le poste", erano così denominate
le stazioni di arrivo e partenza della corrispondenza; poichè
inizialmente la distribuzione a domicilio non era in uso, erano i
destinatari aventi rapporti epistolari che andavano a richiedere eventuali
lettere in arrivo alla posta .
Spesso infatti si rinvengono lettere della prima metà dell'Ottocento
ancora indirizzate con il nome della persona e genericamente quello
della località senza altre indicazioni di indirizzo.
Il fermo posta in senso moderno nacque con la riforma del
1863 quando il servizio di consegna a domicilio era stato ormai
completato nelle città; era un servizio gratuito offerto dalle
Regie Poste alle corrispondenze giunte a destino senza indirizzo stradale
o che riportavano la specifica dicitura del "ferma in posta"
(oppure "poste restante" in francese per l'estero);
era una opportunità utilizzata dai viaggiatori, dai senza fissa
dimora, dai lavoratori itineranti oppure da chi voleva mantenere segreto
un rapporto epistolare, oppure dai destinatari di corrispondenza che
si recavano a ritirare gli invii all'ufficio postale.
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1875 - Busta in posta ordinaria per il
distretto spedita in fermo posta. |
1893 - cartolina vaglia spedita in fermo
posta. (servizio gratuito fino al 1915). |
E' da puntualizzare che nel primo regolamento postale in vigore dal
1861 era specificato che i portalettere (dopo dieci giorni di
sosta in ufficio della corrispondenza inviata senza domicilio): Art.
158. E' dovere dei Portalettere di adoperarsi con tutti i mezzi possibili
per conoscere il domicilio dei destinatari delle lettere da distribuirsi,
nonchè i nuovi abitanti delle case che si trovano nel loro giro.....
Dal 1915 il servizio divenne a pagamento, consisteva
nel trattenere nell'ufficio postale voluto dal mittente (nelle grandi
città gli uffici potevano essere parecchi) le corrispondenze
aventi la dicitura "fermo posta" nell'indirizzo (oppure
"Fermoposta", "F.P.", "Poste Restante" ecc.).
Gli oggetti erano trattenuti un mese in attesa del ritiro,
poi se non ritirati erano restituiti al mittente (se conosciuto) che
pagava la tassa eventualmente applicata, mentre se era sconosciuto si
applicava la procedura di invio della "corrispondenza inesitata"
alla direzione di competenza prima della distruzione.
Il servizio era possibile per le corrispondenze di posta
ordinaria (lettere, cartoline), raccomandate, ma non per le assicurate,
era possibile per le stampe e per i giornali spediti di seconda mano,
per i pacchi postali semplici e raccomandati, ma non di valore.
Il pagamento anticipato del servizio fermo posta
era possibile solo per l'interno della nazione ed era tassato
in modo diverso se era scelto a carico del mittente oppure del destinatario.
Nel primo caso il mittente effettuava l'applicazione della tariffa in
francobolli prima della spedizione, nel secondo caso l'ufficio postale
con segnatasse a destino; quindi se applicato in partenza (seguendo
l'andamento generale) l'importo era minore, se applicato a destino con
segnatasse, l'importo era maggiorato.
Gli invii provenienti dall'estero con servizio fermo posta (segnalato
dal lato indirizzo) erano gravati di tassa da pagare con i francobolli
applicati dall'ufficio postale destinatario (e l'importo era trattenuto
dall'amministrazione postale del destinatario), infatti gli invii con
fermo posta prepagato per l'estero non erano ammessi perchè esulavano
dalla reciprocità.
Il servizio (come già detto) poteva essere richiesto
e applicato a tutti gli invii di corrispondenza con la sola esclusione
dei giornali periodici spediti direttamente dagli editori e del servizio
espresso perchè impossibile da eseguire (normativa entrata
in vigore dal 1922 ma raramente applicata).
Era applicato d'ufficio (e a pagamento) agli invii indirizzati non andati
a buon fine per vari motivi, per esempio assenze del destinatario, corrispondenza
giacente per indirizzo incompleto ed in attesa di disposizioni del mittente
con Mod 42, recapiti di raccomandate andati per due volte a vuoto (dopo
aver lasciato al domicilio del destinatario il Mod 26), oppure ancora
con scritte nell'indirizzo tipo "fermo stazione", "in
licenza a ...", ecc.
Era anche possibile che a richiedere il servizio fermo posta
fosse il destinatario, cioè era previsto che un utente
potesse dare ordine di trattenere in fermo posta le lettere a lui indirizzate,
in sua assenza oppure per maggior sicurezza nella consegna.
In tal caso spesso contravvenendo alla normativa che imponeva di tassare
il singolo oggetto postale, gli addetti applicavano una tassazione collettiva
di più oggetti su un unico documento ritirato in posta.
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1926 - Fronte e retro di busta
con tassazione collettiva di fermo posta.
Il servizio è stato probabilmente richiesto dal cliente (per
assenza od altro) Le otto tassazioni da 30 Cent. secondo il regolamento
avrebbero dovuto essere applicate individualmente. In questo caso
il servizio è stato pagato dal destinatario con segnatasse
applicate sul retro di una sola busta.
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Degna di nota è anche la modifica che il servizio
fermo posta ha provocato alla normativa di alcune corrispondenze
sottoaffrancate. E' noto che alcuni oggetti come le stampe o le cartoline
con sola firma e data dovevano essere obbligatoriamente affrancati completamente
e in caso di mancata o incompleta affrancatura avviati al macero: ebbene
in questo caso se la tassazione del fermo posta era stata completamente
applicata (e segnalata), l'oggetto era gravato del doppio della
tassazione mancante e seguiva la normativa del fermo posta.
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Busta del 1940
e del 1953 -
Il servizio espresso non poteva essere accettato congiuntamente
al fermo posta perchè era impossibile eseguirlo;
ciononostante continuò per anni ad esserne associato, forse
perchè gli utenti non sapevano che il trasporto della corrispondenza
aveva tutta la stesso trattamento e solo la consegna era speciale. |
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1919 - Busta spedita in fermo
posta, servizio pagato con francobollo dal mittente.
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1929 - Questa ricevuta
di ritorno in fermo posta ha solo il talloncino
bianco di raccomandazione perchè l'ammontare della tassazione
è stato pagato (compreso il fermo posta come da norma) insieme
al totale dell'affrancatura che è stata applicata alla busta
della notificazione.
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1942 - Raro esempio
di intero postale in tariffa esatta con servizio aggiuntivo di fermo
posta, il totale è dovuto alla tariffa ridotta militari
+ il fermo posta pagato dal mittente.
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1953 - Cartolina
postale con servizio aggiuntivo di fermo posta pagato dal
mittente con francobollo.
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1925 - Cartolina
postale con servizio di fermo posta pagato dal destinatario
con segnatasse.
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1925 - Cartolina
illustrata con servizio di fermo posta pagato dal destinatario
con segnatasse.
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1926 - Busta con
servizio di fermo posta pagato dal destinatario con segnatasse.
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1950 - Busta raccomandata
in fermo posta pagata in partenza dal mittente, si può
notare che un francobollo (con un eccesso di tariffa di due lire)
è stato aggiunto in secondo tempo ed annullato con un bollo
diverso dagli altri.
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1953 - Cartolina
illustrata in fermo posta proveniente dall'estero pagata
in arrivo dal destinatario, con francobollo.
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1940 - Busta indirizzata
all'estero con servizio di fermo posta pagato dal destinatario
con francobollo. (notare due particolarità: il francobollo
jugoslavo è stato riutilizzato, l'affrancatura italiana applicata
godeva di tariffa speciale di £ 1 invece di £ 1,25 dal
1-2-1929).
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