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STORIA
POSTALE - RICHIESTA DISPOSIZIONI
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Bisogna distinguere fra la "richiesta disposizioni" effettuata dalle poste al mittente per corrispondenza giacente (di solito perchè male indirizzata) dalle "disposizioni dopo l'impostazione" date dal mittente per la modifica dell'indirizzo di una missiva o per la restituzione di una lettera dopo averla "affidata" alla posta. Nel primo caso si trattava di una cartolina in due parti denominata Mod. 42 spedita in franchigia (a volte in raccomandazione di servizio) dall'ufficio postale di arrivo che scriveva al mittente per chiedere precisazioni sull'indirizzo del destinatario o per avvisare che era giacente una lettera (di posta ordinaria, raccomandata o assicurata) che non era stato stato possibile recapitare. Il mittente compilata la seconda parte, secondo le richieste, la inviava in esenzione all'ufficio richiedente (a volte si trovano documenti affrancati per errore), l'ufficio postale modificava l'indirizzo e consegnava facendo pagare il fermo posta al destinatario.
Nel secondo caso era il mittente che modificava le disposizioni precedentemente impartite alla Posta. Queste potevano essere implicite, come avveniva con la posta ordinaria, od esplicite (descritte sulla ricevuta) per le raccomandate e le assicurate. La richiesta per le "disposizioni dopo l'impostazione" era presentata su Mod. 30 compilando la I° parte (affrancata con l'importo totale) secondo le richieste ed inviando il tutto a cura delle Poste all'ufficio postale destinatario; per accelerare la procedura si poteva (a pagamento) avvisare l'ufficio postale destinatario a mezzo telegramma. L'ufficio destinatario, ricevute tutte le indicazioni, interveniva secondo le richieste e rispondeva restituendo la II° parte su cui era steso un resoconto del suo operato all'ufficio postale mittente, questi avvisava l'utente che la sua richiesta era stata eseguita con la modifica. |
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