Inutile ricordare che la scoperta del procedimento per la fabbricazione
della carta è attribuito ai "soliti" cinesi intorno
al 105 a.C. Per la fabbricazione utilizzarono delle fibre vegetali
(inizialmente anche della seta) ridotte in poltiglia finissima, la
sospensione ottenuta era fatta depositare in strato sottile su un
supporto che filtrava l'acqua, dal residuo fibroso, dopo pressatura
per allontanare tutta l'acqua, si otteneva una specie di feltro vegetale
che era distaccato dal supporto filtrante per asciugarlo al sole.
Dopo essicazione era schiacciato per compattarlo e lisciarlo ottenendo
un prodotto che noi chiamiamo carta e che ancora oggi si fabbrica
sostanzialmente con lo stesso procedimento.
In oltre duemila anni abbiamo aggiunto la collatura con gelatina animale
(noi italiani) e meccanizzato il procedimento trovando anche il modo
(gli olandesi) di fabbricare la carta in rotoli con un processo in
continuo.
Dalla seconda metà del XIII sec. in Italia si ebbero famosi centri
di fabbricazione della carta a Fabriano e successivamnete a Genova,
Padova e Venezia.
Altra invenzione italiana tesa a salvaguardare l'ottima produzione
fabrianese fu l'uso della filigrana inserita nei fogli e questo
fin dal 1300. La filigrana era un disegno visibile in trasparenza
ottenuto variando lo spessore della carta secondo un disegno caratteristico.
Essendo difficilmente riproducibile questa personalizzazione della
carta è stata utilizzata da sempre anche per la
produzione di carte valori, carte per documenti ed anche per i francobolli
e per le carte postali.
Da notare che l'introduzione della filigrana nei francobolli italiani
risale all'inizio del Regno con la produzione dei francobolli De La
Rue che erano stampati su carta a mano con filigrana “corona” inizialmente
di fabbricazione inglese. Successivamente (dal 1865) venne utilizzata
carta di produzione italiana con i "ballerini" originali
inglesi.. Questa carta filigranata con "coroncine" fu utilizzata
fino alla fine del Regno d’Italia (anche se non tutti i francobolli
italiani del periodo ebbero la filigrana), poi dall’inizio della Repubblica
si introdussero le “ruote alate” e infine i "tappeto
di stelle". In effetti nel 1944 al Sud si ebbe anche l'uso
"spurio" di carta con filigrana "tappeto di esagoni";
era carta probabilmente di origine tedesca usata per la realizzazione
di una parte della tiratura della "Lupa di Bari".
Le poste Italiane dopo la guerra del "15 - "18 e fino a
tutti gli anni "30 del Novecento (praticamente fra le due guerre)
fecero stampare i moduli postali da tipografie private su carta filigranata
che è variata in funzione delle mutate condizioni politiche
della società e dello stato. Con l'eccezione delle filigrane
dei francobolli che rimasero immutate, il cambiamento si può
vedere sui moduli postali in generale (Mod. 25 e 30 per
telegrammi, Mod.116 e 167 per comunicazioni interne ecc)
ed anche sui biglietti postali in franchigia militare (in questo
caso delle semplici onde).
Con l'avanzare del fronte, il "Regno del Sud" usò
i vecchi francobolli con o senza filigrana e si attivò per
normalizzare la situazione postale approntando i moduli postali legati
al denaro (Mod. Ch 16 dei conto correnti postali, Mod. I
dei vaglia postali e Mod.B con carta filigranata "Savoia"sui
buoni fruttiferi postali); il resto dei moduli postali per il pubblico
e per uso interno venne approntato con carta non filigranata.
Per
queste tre immagini di moduli postali cliccare
per un ingrandimento
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filigrana da modulo postale
Mod. 116 del 1929
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filigrana da Mod. 116 del
1932
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filigrana da vaglia postale
in luogotenenza con filigrana Savoia
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filigrana "in chiaro"
da carta bollata anno 1888 nello stemma Savoia, stranamente,
sono inseriti dei fasci (?)
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filigrana "in chiaro"
da cambiale
anno 1888
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