Le etichette chiudilettere inizialmente sostituirono per praticità
la ceralacca nella sigillatura delle corrispondenze; infatti per evitare
letture indesiderate della corrispondenza nell'Ottocento si impediva
l'apertura del foglio con l'applicazione di un sigillo di ceralacca
a caldo con l'impronta di uno stemma o una dicitura personale. Con
l'adozione delle buste la sigillatura continuò con la ceralacca
poi sostituita da etichette gommate che inizialmente simulavano la
ceralacca sagomandole di forma tonda; diventate rettangolari per praticità
di fabbricazione, nel tempo assomigliarono sempre di più ai
francobolli anche perchè furono spesso dentellate ed anche
gommate.
Una etichetta adesiva di colore bianco usata ufficialmente dall'amministrazione
postale per servizio era il "suggello
gommato" da applicarsi per sigillature ufficiali con
apposizione del bollo personale di chi lo applicava.
Entrarono massicciamente in uso soprattutto nel primo Novecento, ma
già sul finire dell'Ottocento erano usate per sigillare le
buste delle corrispondenze (la prima in alto a sinistra della Accademia
Navale di Livorno è su lettera del 1891), in un
periodo di fioritura delle tecniche grafiche che ne permise una stampa
policroma ed accattivante.
Tecnicamente sono denominate etichette erinnofile.
Nate per semplificare il processo di sigillatura delle lettere, diventarono
pubblicità, propaganda, e commemorazione di eventi e di ricorrenze,
oltre che dai privati vennero applicate anche dalle aziende a scopo
promozionale. Agli inizi del Novecento si fece un grande uso di etichette
in occasione di esposizioni, fiere, commemorazioni civili e patriottiche
ed in occasione di manifestazioni sportive; erano molto richieste
perchè si prestavano alla personalizzazione e alla decorazione
delle buste e delle cartoline in un periodo in cui la posta era il
principale mezzo di comunicazione, inoltre si era sviluppato un collezionismo
paragonabile a quello dei francobolli. .
Furono emesse e vendute massicciamente anche dalla Croce Rossa
e da enti ed associazioni assistenziali a scopo benefico durante il
primo conflitto mondiale. Essendo vendute per beneficenza, vennero
stampate inserendo nelle diciture valori monetari creando un pò
di confusione sul loro uso postale. Famosa fu la campagna antitubercolare
per la raccolta di fondi effettuata fra le due guerre mondiali e rivolta
specialmente ad enti ed aziende fruitori del servizio postale.
Le norme postali permettevano che fossero applicate solo come chiudilettera
al retro della corrispondenza senza essere colpite da annulli postali
(era vietato).
A volte i tipi riportanti una cifra di valore erano usati come normali
francobolli postali ed applicati sul fronte (forse per ignoranza degli
utenti postali) e raramente sanzionati dai controlli postali. Per
questo ritroviamo le etichette bollate e annullate regolarmente, anche
se ad un esame attento sono riconoscibili poiché non riportano la
scritta Poste Italiane (sempre presente sui francobolli) anche
se riportano dei valori monetari solitamente di modesta entità.
Un caso a parte furono le emissioni Pro Vittime Politiche del
secondo dopoguerra, che ebbero una prima edizione nel 1945 ed una
seconda nel 1946, poichè furono prodotte dall'O.C.V.
e distribuite negli uffici postali; definite ufficialmente "francobolli
commemorativi" dall'amministrazione postale, ingenerarono confusione
nella loro natura finendo, qualche volta, su corrispondenza nel conteggio
dell'affrancatura.
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le tre immagini per visualizzare l'invio completo con l'etichetta
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Tre tipi diversi di etichette,
da sinistra : turistica, beneficenza sanitaria , patriottica
pro vittime politiche
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