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STORIA
POSTALE - CORRISPONDENZE PRESSO HOTEL
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Gli alberghi e gli hotel di grande fama e frequentazione, dislocati in zone turistiche o in città di notevole attività commerciale, disponevano spesso di un ufficio postale interno munito di bollo annullatore, con diciture della località ed il nome dell'albergo. Quelli meno importanti nella peggiore delle ipotesi disponevano di una cassetta postale ad uso della clientela soggiornante. Il tumultuoso sviluppo delle comunicazioni degli ultimi anni che ci permette di comunicare velocemente e in molti modi con tutto il mondo, ci potrebbe far dimenticare che fino alla prima metà del Novecento, la principale via di comunicazione è stata la posta ed il telegrafo (il telefono era ancora poco diffuso). Infatti gli uomini d'affari e i turisti quando si spostavano seguivano un itinerario nello spazio e nel tempo le cui tappe nelle località e negli alberghi dove soggiornavano erano state preventivamente comunicate ai loro corrispondenti; i viaggiatori pertanto al loro arrivo spesso trovavano della posta giacente a loro indirizzata, oppure ne erano raggiunti durante il loro soggiorno. Le poste per favorire questa utenza avevano introdotto delle regole particolari valide solo per le strutture alberghiere. Per gli alberghi muniti di ufficio postale interno il funzionamento era simile a tutti gli altri uffici; viceversa per gli altri meno attrezzati il portalettere consegnava le corrispondenze "di posta ordinaria" indirizzata agli ospiti al portiere dell'albergo, il quale si incaricava di smistarla e consegnarla ai clienti (spesso era messa da questi assieme alle chiavi della stanza del cliente nel casellario dell'albergo sempre presente nella reception ). La differenza era dovuta alla normativa della consegna effettuata presso il domicilio di una casa privata; in questa evenienza si prevedeva che in caso di assenza anche temporanea del destinatario e nel caso si dovesse rispedire la corrispondenza, questa andava immediatamente riconsegnata al portalettere altrimenti doveva essere riaffrancata. Il portiere dell'albergo aveva invece la facoltà di restituirla in un secondo tempo dovendola smistare ai clienti, questi potevano essere già ripartiti oppure non ancora arrivati (in questo ultimo caso era trattenuta in attesa dell'arrivo del destinatario anche per lungo tempo ). Non sempre le prenotazioni fatte agli alberghi erano rispettate, perciò la corrispondenza che non poteva essere consegnata era rispedita a cura dell'albergo e, per la facoltà particolare prevista, poteva essere riaffidata alla posta anche dopo parecchio tempo dalla consegna senza doverla riaffrancare. Quando era possibile seguiva il destinatario alla successiva tappa alberghiera di un'altra località, oppure lo anticipava nel ritorno al suo domicilio. Per poter esplicare questa facoltà la corrispondenza doveva essere reindirizzata tramite un segno tangibile dell'albergo che rispediva; poteva essere un bollo od un cartellino col nome dell'albergo che era incollato sopra l'indirizzo precedente. E' evidente che nel caso degli espressi la consegna non sarebbe stata ripetuta se non fosse stata riaffrancata nuovamente per tale servizio. Le raccomandate e le assicurate naturalmente avevano una diversa
procedura al fine di salvaguardare i destinatari. Non solo non
erano lasciate al portiere, ma addirittura il direttore dell'albergo
doveva essere presente e dare garanzie sull'identità del destinatario
apponendo la sua firma sul registro di consegna congiuntamente a quella
del destinatario (e se questi fosse in possesso di tessera postale
di riconoscimento?) ed era vietato consegnare le corrispondenze nelle
camere dell'albergo. |
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