Le prime macchine da scrivere comparvero sul mercato
americano fra il 1870 e il 1890.
Nel periodo 1894 -1896 le macchine da scrivere erano presenti sul
mercato in moltissimi modelli che stentavano però ad imporsi
perchè sostanzialmente sperimentali e di difficile uso. La
difficoltà maggiore era la leggibilità del testo che
era negato all'operatore durante la scrittura (doveva alzare il carrello
per vedere il suo scritto). Fra tutti i tipi prese il sopravvento
il modello Remington (proprio quello dei fucili e dei rasoi elettrici).
Il fabbricante dei nastri inchiostrati e della carta carbone necessari
alla macchina da scrivere Remington era la ditta Underwood; per contrasti
sorti fra le due società, la Remington decise di produrre la
propria linea dei nastri inchiostrati e della carta carbone.
La ditta Underwood, privata del suo maggior cliente, decise di produrre
una sua macchina per scrivere comprando il brevetto da un oriundo
tedesco di nome Franz X. Wagner. Il modello era innovativo perchè
permetteva la lettura del testo durante la scrittura. Messo in produzione
nel 1896, venne ulteriormente aggiornato, tanto da risultare negli
anni immediatamente precedenti il 1900 il modello che si rivelò
il migliore sul mercato americano (era il modello Underwood N°
5) .
La produzione americana coincideva in quel periodo sostanzialmente
con "la produzione mondiale"; in tutto l'anno 1900 si produssero
meno di un migliaio di macchine da scrivere.
All'affermarsi del modello Underwood anche le altre
case crearono tipi analoghi e in poco tempo la produzione crebbe tumultuosamente;
nella prima metà del ventesimo secolo in pochi anni milioni di macchine
da scrivere entrarono nell'uso di aziende, di professionisti, dei
giornalisti e dei funzionari di governo. Intorno agli anni "20
anche l'industria italiana (principalmente con "Olivetti")
entrò in competizione.