IL POSTALISTA I miscellanea I glossario I introduzione I un po' di storia
STORIA
POSTALE - PORTALETTERE. ED.
AFFINI
|
La prima definizione ufficiale di portalettere nel periodo
in osservazione è riportata nel primo regolamento del Regno
D'Italia che era stato creato per dare una struttura unitaria al servizio
postale come mezzo di unificazione della Nazione. "Art. 146 - I Portalettere sono incaricati della distribuzione delle corrispondenze a domicilio, e della levata delle lettere dalle cassette postali." Una frase semplice che nascondeva le difficoltà, infatti seguivano una serie di articoli che ne specificavano funzioni e comportamenti. Era specificato come vestirsi, come comportarsi, come operare; per esempio era specificato che le corrispondenze dovevano trasportarsi in "cassette o bolgette di cuoio" chiuse a chiave. In un periodo in cui era abitudine che le lettere si ritirassero prevalentemente all'ufficio postale con l'indicazione della sola località (perciò spedite senza indirizzo completo), era compito del portalettere farsi parte diligente di chiedere ai suoi utenti notizie atte a rintracciare l'indirizzo dei destinatari delle lettere non potute recapitare. Le lettere erano spesso tassate a carico del destinatario (e il portalettere aveva già versato il corrispettivo in ufficio anticipatamente), perciò era oltremodo difficoltoso gestire i pagamenti della tassazione. Il portalettere era anche soggetto a parecchi dettami e divieti di comportamento in particolare: era vietato cambiare itinerario, entrare nei caffè e nei bar, fumare, chiacchierare per via ecc.. Da un punto di vista postale (come riportato dal regolamento) ai portalettere era proibito :
Dopo qualche anno (dal 1864) quando si decise di moltiplicare i punti di raccolta della corrispondenza anche nei piccoli comuni agricoli (con il loro contributo economico) si mise mano alla regolamentazione della "posta rurale", creando un certo numero di qualifiche del personale addetto in funzione dell'importanza della colletteria e del lavoro svolto, in particolare:
Il Portalettere rurale collettore era molto spesso un dipendente del comune che arrotondava la magra paga comunale con l'incarico postale di collettore, il cui compito principale era raccogliere in ufficio la posta in partenza, vuotare la buca delle lettere e consegnare il tutto all'ufficio postale da cui dipendeva, spesso fra i suoi compiti era previsto che facesse "la gita"di vuotatura delle buche postali del territorio di sua competenza e contemporaneamente consegnasse e raccogliesse la posta lungo la strada. Il compito dei portalettere in ambito rurale era una incombenza
gravosa, perchè in genere serviva postalmente un territorio poco
abitato ma con distanze di tutto rispetto arrivando a percorrere nelle
sue "gite" qualche decina di chilometri con ogni tempo e con
il peso della bolgetta contenente la corrispondenza; in certi periodi,
per facilitare il suo lavoro, fu munito di fischietto per preannunciare
il suo arrivo nei piccoli agglomerati di case e dare modo agli abitanti
di presentarsi sulla via per consegnare e ritirare la corrispondenza. Per lungo tempo si pretese che il portalettere, quando effettuava la consegna a domicilio, doveva lasciare traccia del suo operato sulla corrispondenza, marcando al retro il bollo di distribuzione. Nei primi anni del servizio tale bollo riportava data e numero della distribuzione in rosso. Nel tempo tale obbligo venne riservato alle sole corrispondenze con servizi accessori: espresso, raccomandazione e assicurazione. Furono bolli di vari tipi in funzione del servizio reso e del periodo storico |
|
||||||||||||||
|