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Stemma reale riportato sul primo regolamento
postale
emesso con Regio editto da Vittorio Emanuele I° nel 1818
"Dalla Vigna Reale il dodici del mese di agosto, l'anno
del Signore mille ottocento diciotto, e del Regno Nostro il
decimosettimo."
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Da sempre per investire di ufficialità le leggi e per dare autorità
necessaria ai funzionari degli uffici pubblici che agivano in nome e
per conto del sovrano vennero forniti di timbri e sigilli con lo stemma
reale.
Dopo l'Unità d'Italia quando si cominciarono a produrre documenti
governativi che avevano l'attestato di ufficialità, si usò
naturalmente lo stemma reale semplificato perchè in araldica
si usava mettere non solo "cose" certe ma anche quelle su
cui si accampavano pretese e i Savoia per lunga tradizione avevano molte
pretese e molte aspirazioni con uno stemma molto complesso.
Anche sui francobolli e sulle marche da bollo si era pensato in un primo
momento di utilizzare lo stemma reale invece dell'effige del Re (precedentemente
la sua immagine era stata impressa a rilievo per ostacolarne la contraffazione
od il lavaggio per il tentativo di riutilizzo). Poi viste le capacità
tecniche nei lavori di incisione eseguite dalla De La Rue di Londra,
si decise per l'effige del Re sui valori bollati; questi sarebbero stati
più difficili da contraffare se avessero riportato il volto dell'augusto
sovrano:
I piccoli valori, difficilmente presi di mira dai falsari, inizialmente
ebbero le cifre (con le tirature di Vittorio Emanuele II°)
e successivamente gli stemmi (con Umberto I° e con Vittorio
Emanuele III°): questi furono gli unici francobolli di serie
ordinarie a non riportare l'effige reale per lungo tempo.
Tolte le preoccupazioni della contraffazione delle marche e dei francobolli
restava la volontà di dare ufficialità alle carte bollate,
cambiali ecc.. La cosa venne risolta con le riproduzioni dello stemma
reale di cui se ne trovano svariate versioni sia nelle stampe, sia nei
bolli che nei sigilli.
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Documento
1832
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Stemma
Unità 1870
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Vaglia
postale 1902
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Busta
ufficiale 1913
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Conto
corrente 1928
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Vaglia
1941
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Vaglia
1945
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Vaglia
1946
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Vaglia
1947
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Dopo l'avvento al potere del partito fascista il nuovo regime disseminò
fasci dappertutto, tutte le associazioni vennero fascistizzate, così
i loro stemmi o marchi. I nuovi potenti pretesero ed ottennero anche di
mostrare sugli stemmi dello stato monarchico il fascio littorio,
con ciò era sottinteso che la tradizione monarchica sarebbe continuata
ma sotto la tutela del Fascio!.
Il processo avvenne per gradi, inizialmente vennero solo appaiati lo stemma
Savoia e quello del Partito Fascista, poi nel periodo dittattoriale, il
fascio venne introdotto (imposto) con lo scudo crociato dei Savoia e con
il Collare dell'Annunciata. Fatto curioso in tempo di guerra, sulle cartoline
e sui biglietti in franchigia militare, i fasci nello stemma governativo
risultarono veramente poco visibili (che ciò sia successo casualmente
oppure sia stato voluto non si sa).
Dopo la spaccatura fra Nord e Sud, i Savoia si affrettarono ad introdurre
nuovamente lo stemma sabaudo senza fasci sulle carte ufficiali degli uffici
statali.
Dopo che il referendum popolare diede la preferenza alla Repubblica, su
tutte le carte governative lo stemma Reale venne cancellato prima dell'uso
con timbri o tratti manuali a penna . In attesa che il nuovo stemma Repubblicano
venisse approntato e che entrasse in uso passarono molti mesi, sui moduli
postali venne semplicemente scritto a stampa Repubblica Italiana oppure
fu riprodotta sui vaglia postali la scritta "Repubblica Italiana"
su sfondo lineato. |
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Cartoline
postali
gli stemmi dal:
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V.
Emanuele - 1874
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V.
Emanuele - 1878
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Umberto
I - 1879
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Umberto
I - 1893
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V.
Emanuele III° - 1922
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V.
Emanuele III° - 1929
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V.
Emanuele III° - 1929
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V.
Emanuele III° - 1931
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Mussolini
R.S.I. - 1944
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Mussolini
R.S.I. - 1944
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V.
Emanuele III° - 1944
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Cartoline
postali militari
gli stemmi dal 1911
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V.
Emanuele III° - 1911
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V.
Emanuele III° - 1915
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V.
Emanuele III° - 1917
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V.
Emanuele III° - 1940
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Mussolini
R.S.I. - 1944
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Alcuni
bolli militari
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Alcuni
bolli di franchigia militari
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