falsi in filatelia il DECALOGO Pane al pane, vino al vino, |
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PANE AL PANE, VINO AL VINO, FALSO AL FALSO Cominciamo a fare un po' di pulizia |
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di LORENZO OLIVERI | |||||||||||||
Quando un pezzo varrebbe più di un |
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La pratica di tagliare un francobollo a metà (o anche in parti più piccole) per utilizzarlo per metà del suo valore originario, almeno per quanto riguarda gli Antichi Stati Italiani, è sempre stata vietata, dato che poteva facilmente dar luogo a frodi. L'unico Stato dove tale pratica venne in qualche modo tollerata fu quello Pontificio: per esempio, quando non era disponibile un valore da 1/2 bajocco, si tagliava a metà un francobollo da 1 bajocco.
Analizzare i singoli pezzi presentati mi sembra superfluo: intanto, quando compaiono firme di periti, esse sono imitate in maniera molto approssimativa; sulle lettere le tariffe non hanno in genere alcuna corrispondenza con quelle reali; spesso si è tagliato via metà francobollo e si è completato malamente il timbro (cerchio bislacco e tonalità diverse del bollo); in alcuni casi si sono usati francobolli falsi (per esempio, la busta col 40 centesimi di Sardegna o il frammento col 7 bajocchi frazionato); si sono inventati bolli mai esistiti... Purtroppo tutto questo non è bastato a mettere minimamente in guardia gli acquirenti. Note di mercato: La prima busta illustrata, nonostante il francobollo falso, è stata venduta a 386,28 euro con 24 offerte; il 10 centesimi di Sardegna con annullo Asola ha raggiunto 521 euro, con ben 117 offerte; il grosso frammento col 20 centesimi di Sardegna tagliato orizzontalmente è stato aggiudicato a 1190,96 euro (26 offerte); la busta col 20 centesimi di Sardegna con annullo improbabile a rombi ha spuntato ben 904,99 euro con 32 concorrenti; la lettera con l'8 bajocchi di Romagne ha avuto 26 offerte e ha raggiunto i 550 euro. Molti dei restanti lotti illustrati sono stati aggiudicati fra i 200 e i 350 euro.
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