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di Lorenzo Oliveri

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PANE AL PANE, VINO AL VINO, FALSO AL FALSO
Cominciamo a fare un po' di pulizia
di LORENZO OLIVERI

La "Crocetta" di Napoli

Il periodico napoletano "L'Omnibus" in data 8 novembre 1860 riporta la seguente

"Notificazione della Direzione Generale delle Poste, Ferrovie e Telegrafi":

(omissis)

1° Che la francatura delle stampe è obbligatoria, a ragione di un centesimo di lira italiana, pari a mezzo tornese a foglio di 20 grammi.

2° Che i giornali o le stampe non francate come sopra rimarranno giacenti nell'ufficio di spedizione.


N.B. - Sono stati già confezionati i francobolli del valore di mezzo tornese, da servire fino a che non verrà introdotta la moneta italiana e cambiato lo stemma su' francobolli medesimi. Essi si trovano vendibili all'Ufficio Generale, alla Posta e nei principali spacci di eccezione.

Sulla base di queste poche righe, citate da Emilio Diena nella sua monumentale opera "I FRANCOBOLLI DEL REGNO DI NAPOLI E I DUE PROVVISORI DA MEZZO TORNESE DEL 1860", possiamo seguire la nascita di uno dei francobolli più conosciuti e ricercati dei nostri Antichi Stati: la "Crocetta" di Napoli.

Su questo francobollo è già stato detto praticamente tutto nell'opera citata, cui rimando i lettori che intendano approfondire l'argomento. Il libro, uscito nel 1932, costituisce oggi una rarità bibliografica in campo filatelico, ma tutti possono accedervi grazie a Paolo Vaccari che nel 1992 ne curò la ristampa (anch'essa esaurita e recentemente riproposta).

Soffermarmi, molto sommariamente, sulle vicissitudini che portarono alla realizzazione della "Crocetta" risulterà utile soprattutto per aiutarci a distinguere i francobolli originali rispetto alle innumerevoli falsificazioni che accompagnarono questo raro francobollo sul nascente mercato filatelico già pochi anni dopo la sua breve vita postale: nato il 6 dicembre 1860, vedeva il sostituto definitivo in corso già dal 14 febbraio successivo. La scarsa disponibilità di questi esemplari per collezione è dovuta, oltre al limitato periodo d'uso, al fatto che all'epoca, stante l'alto grado di analfabetismo, ben pochi erano i giornali in circolazione e, se sovente si archiviavano le lettere della corrispondenza pubblica o privata, era assai poco frequente che si conservassero gli ingombranti periodici.
Nella serie in corso nel Regno di Napoli al momento dell'occupazione garibaldina il valore più basso era costituito dal 1/2 grana (equivalente a 1 tornese, pari a lire italiane 0,021).

(I francobolli del Regno di Napoli riproducevano lo stemma reale, con una diversa inquadratura per ogni valore. Erano tutti stampati in colore rosa-vinaccia - per evitare che nelle affrancature accostamenti di differenti colori potessero formare la bandiera italiana - e recavano in basso un segno segreto per individuare le falsificazioni, una delle lettere che formavano il nome dell'incisore G. MASINI)

Poiché però si era deciso di dimezzare la tassa per la spedizione dei giornali, occorreva un francobollo da 1/2 tornese.

La necessità di provvedere con urgenza i nuovi valori fece sì che si utilizzassero le tavole di stampa del mezzo grana, punzonando al posto della "G" di Grana una "T" di Tornese (poiché la sostituzione venne eseguita manualmente, la posizione della "T" risultò leggermente diversa per ogni cliché). Per la stampa si scelse l'inchiostro azzurro, il colore di casa Savoia, dei conquistatori. Nacque così l’altrettanto famosa "Trinacria", che sarà oggetto di una futura puntata.

La tavola da stampa era formata da due gruppi di 100 esemplari. Come ha magistralmente dimostrato Diena nell'opera citata, si utilizzò solo una metà della tavola, sulla quale si sostituì l'indicazione del valore, poi iniziò il lavoro di abrasione dello stemma borbonico e al suo posto su ognuno dei cento cliché venne incisa la croce di Savoia. Questo intervento, eseguita a mano, produsse 100 francobolli tutti differenti, sia pure per minutissimi particolari. La delicata operazione di abrasione non venne spinta a fondo per evitare danni ai cliché, così che, in maniera più o meno evidente, frammenti dello stemma precedente compaiono nella "Crocetta" (vedere in proposito il mio articolo La Crocetta dei Savoia e la vendetta dei Borboni).


originale

L'ignoranza da parte della maggioranza dei falsari della "genesi" del nostro francobollo dovrebbe rendere le loro produzioni facilmente individuabili. Quelle veramente pericolose sono assai rare (per esempio i falsi prodotti da Sperati), ma, come si vedrà dagli esempi riportati, se i falsari erano ignoranti, gli odierni acquirenti possiamo dire che non lo sono meno. Fra gli elementi da considerare per un confronto originale/falso vi sono i caratteri e la posizione delle scritte: queste, a differenza del centro che venne reinciso, sono sempre rimaste quelle del francobollo borbonico. Dei residui dello stemma precedente si è già detto: attenzione, in alcuni falsi sono stati riprodotti anche questi, che però sono diventati... troppo netti ed evidenti. Riguardo i bordi del francobollo, a volte è stata creata una doppia (!) cornice. Se avete in mano il francobollo controllate la carta: furono stampati sulla stessa carta filigranata dei confratelli borbonici, mentre le riproduzioni fotografiche, le più simili agli originali, sono su carta priva di filigrana. Infine, attenzione all'annullo: a parte alcuni timbri di pura fantasia, il bollo ANNULLATO, quello normalmente utilizzato su questi francobolli, aveva una doppia riquadratura ed essendo già stato adoperato per un certo periodo non aveva la "estrema" nitidezza che appare in alcune falsificazioni.

Tra i falsi più diffusi (e meno pericolosi) vi furono i "Fournier", realizzati industrialmente a Ginevra a inizio '900 e venduti come tali (allora!) e offerti come "falsi d'autore" attraverso una rivista dedicata, "Le Fac-Simile".

Oltre queste semplici indicazioni, se decidete di mettere in collezione la "Crocetta", tenete presente che è un valore estremamente raro allo stato nuovo e che anche l'usato non si può trovare a qualche decina di euro, per cui consiglio di acquistarlo da un commerciante che sia disposto ad assumersi la responsabilità futura di quanto vi vende, corredandolo con un certificato di un perito di cui voi vi fidate, al di là della sua notorietà, che non è sempre sinonimo di competenza. Se poi rientrate, come gli acquirenti dei pezzi sotto riprodotti, nella categoria dei "cacciatori di affari", beh, allora, le porte di e-bay sono sempre aperte e sono davvero... "affari" vostri.




Nel frammento il bollo PARTENZA DA NAPOLI è stato "accompagnato" fino a colpire la Crocetta (falsa) per far credere che la stessa si trovasse originariamente sul frammento: viste le 42 offerte, evidentemente in molti vi hanno creduto...

Un bell'esempio di ignoranza del venditore-falsario, il solito "leone valtellinese" (e dell'acquirente, che lo acquistò su e-bay il 28 dicembre 2021): il francobollo non esisteva nel luglio 1860 (data del timbro), il tipo di "annullato a svolazzo" (n.18 della classificazione Diena, peraltro mal riprodotto) non era in dotazione all'ufficio postale di Caserta, la lettera avrebbe dovuto viaggiare in franchigia e, comunque, la tariffa di 1/2 tornese riguardava solo i giornali, mentre per le corrispondenze la tassa più bassa era fissata a 1 grano.

Note di mercato - Il primo francobollo nuovo falso illustrato detiene la "palma" per numero di offerte (58) e prezzo raggiunto (1110 euro): é stato messo in vendita da "belNatale", che ne aveva parecchi simili, però aggiudicati tutti attorno ai 150 euro e in parte venduti con l'altro pseudonimo "ReMida". Questo venditore per ogni Crocetta messa in vendita, per cautela, dichiarava:

Però nella descrizione di questi pezzi messi in asta garantiva nientemeno:

Qualcuno ha mai visto un francobollo falso con "gomma originale integra"? Anche se non periziato, quindi... sotto con gli acquisti! Ovviamente le mie segnalazioni a e-bay non vennero mai prese in alcuna considerazione.

Per quanto riguarda gli usati riprodotti, molti pezzi hanno raggiunto cifre tra i 100 e i 150 euro. Da notare, per la banalità del falso (molto difettoso, ma forse questo poteva dargli una "patente" di originalità...) il secondo dei pezzi usati, il quale ebbe ben 17 offerte, mente il confratello vicino (col doppio filetto!) venne aggiudicato a 141 euro (29 offerte).

Lorenzo Oliveri
04-02-2023

Ultima ora

Questa "Crocetta" appena venduta su e-bay la riporto non tanto per il prezzo raggiunto, nè per le offerte (4 diversi offerenti), ma perché di così "brutte" non ne avevo ancora visto: invece è bella la descrizione del venditore, dopo aver detto che è valutata 7 mila euro, aggiunge "senza firma"...