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SAIMA |
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di Gianluigi RONCETTI | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La casa di spedizioni internazionali Innocente Mangili di Milano, è stata un’importante azienda fondata nel 1816, che ha assunto la denominazione dal nome del fondatore, il quale intraprese l'attività di spedizione e trasporto merci per conto di parecchie aziende tessili della Lombardia. Agli inizi del Novecento entrarono nell'azionariato della Mangili le famiglie Pirelli, Olivetti, Bonacossa, per le cui aziende operava già da lungo tempo la Innocente Mangili e, negli anni ’30 del Novecento, la ditta venne rilevata da Vincenzo Brigatti, che acquisì la società triestina “Adriatica” - Società Anonima di Spedizioni, dando vita alla S.A.I.M.A. Società Anonima Innocente Mangili Adriatica, la quale nel 1951 diventerà Società per Azioni Innocente Mangili Adriatica - S.A.I.M.A. L’Adriatica era stata fondata nel 1906 dallo spedizioniere di origine boema Leopoldo Popper, che era arrivato dall’Irlanda per abitare, insegnare e scrivere a Trieste. Popper aveva avuto la capacità di riunire in un’unica azienda oltre l’Adriatica, altre cinque ditte di spedizioni concorrenti, tra le quali la Carlo Bruna e la Schenker & Co. tutte gestite da stranieri insediati a Trieste per sfruttare la sua posizione strategica per i commerci via mare. L’Adriatica aveva anche una filiale a Costantinopoli e due milioni di corone di capitale. La sua attività andò a gonfie vele fino agli anni Trenta, quando sulla piazza triestina arrivò un fortissimo concorrente, appunto la Società Anonima Innocente Mangili che, con l’operazione già detta, monopolizzò il settore delle operazioni portuali e del trasporto delle merci a Trieste, come stava facendo sulle più importanti piazze mercantili d’Italia. Ma, tornando alla S.A.I.M.A., negli anni Trenta aveva un capitale sociale di 12 milioni di lire, e due sedi, una a Milano e l’altra a Trieste, 20 succursali in Italia e 5 in Africa Orientale, oltre una quindicina di agenzie sia nel Paese che all’estero. A Milano la sede era in via Pontaccio 13, in un intero edificio di tre piani di proprietà aziendale, mentre a Trieste era nel “Palazzo Saima”, l’enorme edificio tra piazza Oberdan e via Galatti, poi acquistato dalla Kreditna Banka.
La succursale di Genova era la più importante, con i suoi oltre duecento dipendenti, metà dei quali lavoravano ogni giorno in porto, direttamente tra le banchine, per sbrigare le operazioni di carico e scarico delle merci e quelle doganali, all’epoca molto complicate.
La sede era situata nella centralissima Via Dante 2 (Palazzo della Borsa) ma, nei primi anni ’40 fu spostata in via Fieschi 8 di fianco al grattacielo, dove occupava quasi tutto il primo piano del grande edificio, e dove, nel dopoguerra, fu ospitata anche la consorella Crowe, così come già avvenuto presso la sede di Milano di Via Pontaccio.
Nel 1976 Alvise di Canossa entrò nella società, avendo sposato Margherita Brigatti, maggiore azionista e nipote di Vincenzo. Nel 1993 la Saima acquistò la piemontese Avandero, le cui origini risalgono addirittura al 1746, quando fu fondata a Biella, all’inizio per il trasporto dei prodotti tessili in Piemonte, e poi in tutto il mondo, e la ragione sociale diventò Saima Avandero SpA, leader del settore dei trasporti e della logistica in Italia.
Dopo una serie di passaggi societari a livello internazionale iniziati nel 1999, nel 2016 la società ha abbandonato la storica denominazione per diventare DSV S.p.A. di proprietà danese.
Per quanto riguarda l’uso di francobolli perforati di cui ci occupiamo in questa rubrica, dobbiamo osservare che sia la Innocente Mangili che l’Adriatica utilizzavano propri perfin, mentre le società confluite nell’Adriatica, hanno usato i perfin di quest’ultima (Adriatica Speditions Aktien Gesellschaft A.S.A.G.) sia in periodo austriaco (catalogo TS 7), che in quello italiano (1921-1950 catalogo A 59). La Innocente Mangili ha utilizzato perfin I M differenti nelle due sedi e in alcune succursali. Nella sede di Milano abbiamo evidenza d’uso della stessa perforazione I M dal 1905 al 1950 (nel 1951 anche da parte di Crowe), quindi anche nel dopoguerra (catalogo I 18). Analoghe perforazioni I M le ritroviamo usate nelle succursali e agenzie di Bologna e Gallarate (dal 1933 al 1940 catalogo I 19), Busto Arsizio (dal 1932 al 1934 catalogo I 17), Genova (dal 1909 al 1933 catalogo I 20), Napoli (dal 1911 al 1935 catalogo I 21) e Prato (dal 1923 al 1952, e quindi anche nel dopoguerra - catalogo I 16), mentre, nella sede di Trieste, è stato usato il perfin IM/T (dal 1919 al 1931 catalogo I 22). Tra il 1941 e il 1942 l’importante filiale di Monza ha perforato i francobolli con l’intera ragione sociale SAIMA (catalogo S 12), mentre la S.A.I.M.A. di Genova ha utilizzato il perfin I.M.A. (Innocente Mangili Adriatica) dal 1937 al 1951 (catalogo I 35). Lo stesso perfin è stato segnalato in uso anche a Zara (catalogo FM 22). Mentre nel 1953 è stata adottata una perforazione con la sola lettera S formata da 10 fori nella sola succursale di Prato, utilizzata fino al 1972 (catalogo S 1). Infine, una S più grande formata da 12 fori, è stata usata a Genova, Milano e Trieste tra il 1953 e il 1971 (catalogo S 2). Questa perforazione è stata usata a Genova anche dalla Crowe, che a Milano nel 1970 ha usato francobolli perforati con una semplice C formata da 9 fori (catalogo C 144). Evidentemente, ogni sede aziendale che ha usato perfin nella corrispondenza, disponeva di un proprio perforatore che produceva una sigla diversa da quella delle altre sedi aziendali (Le sigle citate saranno oggetto di pubblicazione nei prossimi numeri della rivista).
SAIMA SPONSOR FORMULA 1
TRASLOCHI SAIMA Tra le tante attività nel settore dei trasporti in cui la SAIMA era specializzata, c’era quella dei traslochi, sia a Milano in ambito cittadino, che in quello nazionale, ma anche internazionale. Già negli anni Venti la società si era dotata di veicoli attrezzati in modo specifico per i traslochi, come l’autocarro con rimorchio che si vede in una pubblicità di quegli anni.
S.A.I.M.A. “DELEGAZIONE UFFICIALE TRASPORTI DELLA FIERA DI MILANO” La SAIMA è stata per decenni la monopolista della movimentazione di merci, macchinari e di tutto quanto giungeva alla Fiera di Milano per essere esposto e rispedito a fine manifestazione al mittente, o al destinatario da questi indicato. Disponeva d’un grande deposito in Fiera, servito dalla ferrovia, per le merci in arrivo e in partenza, e disponeva di numerose gru semoventi e mezzi di trasporto e di sollevamento che operavano all’interno dell’area espositiva.
Erano della SAIMA anche i carri-ponte installati in modo permanente in vari padiglioni, come in quello della Meccanica, nel quale venivano esposti macchinari, talvolta pesanti decine di tonnellate, che dovevano essere collocati nella esatta posizione assegnata a ciascun espositore. Disponeva di molti specialisti della movimentazione, e aveva in dotazione anche un carrello stradale per trasporti eccezionali munito di 28 ruote.
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