Alessandro Rossi nel 1873, dopo aver acquistato i diritti delle acque, dei magli e dei mulini di antiche cartiere che operavano fin dalla fine del 1500 lungo il corso del torrente Posina nell’alta Val d’Astico, diede vita al Consorzio della Fabbrica della Carta di Arsiero. Cinque anni dopo, il figlio Francesco fondò la Cartiera Rossi in località Perale del Comune di Arsiero, un grande opificio nel quale, nel giro di alcuni anni, poterono lavorare oltre 1300 addetti.
Da notare che all’epoca il Comune di Arsiero contava circa 3500 abitanti (poco più di quelli di oggi), e da sola tale realtà economica poté assorbire tutta la manodopera locale non impegnata in altre attività.
Dal 1891 al 1893 la Cartiera Rossi, per volere del suo titolare, fu diretta da Beniamino Donzelli, che ebbe modo di mettere a frutto le importanti esperienze acquisite in precedenza presso le Cartiere Ambrogio Binda di Vaprio d’Adda, e presso la Cartiera Conca Fallata di Milano.
Grazie al grande insediamento produttivo, tutta la zona di Arsiero e dintorni attraversò un lungo periodo di benessere rispetto al passato, quando l’economia locale era basata essenzialmente su un’agricoltura assai povera ma, con lo scoppio della Pima Guerra Mondiale, la situazione cambiò radicalmente. Arsiero subì gravi danni anche a causa dei bombardamenti italiani diretti contro gli austriaci che avevano occupato la zona, e la popolazione fu costretta ad abbandonare il paese.
Finita la guerra, la popolazione fece ritorno ai luoghi d’origine e si cominciò a ricostruire e a riparare i danni subiti anche dalla cartiera. Ma l’attività produttiva dovette essere pesantemente ridimensionata, e molti operai rimasti senza lavoro emigrarono nelle Americhe. Ad ogni modo, la cartiera poté continuare ad operare, riuscendo a superare anche le traversie della Seconda Guerra Mondiale.
Oggi l’azienda si è trasformata nella “Cartotecnica Rossi”, specializzata in carta crespa e carta velina, nonché in speciali tipi di carta sia in foglio che in rotoli.
Cartiera Rossi
Val D'Astico con Cartotecnica
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Per quanto riguarda l’uso di perfin, la Cartiera Rossi ha utilizzato nel corso degli anni francobolli perforati con 4 sigle differenti. La prima, conosciuta al momento usata tra il 1904 e il 1914, reca la perforazione F.R. (catalogo F82) iniziali del titolare Francesco Rossi. La seconda sigla per ora conosciuta usata tra il 1905 e il 1915, reca su due righe la perforazione C.R./M. (catalogo C100) probabili iniziali di: Cartiera Rossi/Milano (dove l’azienda aveva istituito la propria sede). La terza sigla usata per quanto finora noto dal 1907 al 1912, reca la perforazione su due righe C.R./MP. (catalogo C101) probabili iniziali di Cartiera Rossi/Milano-Perale. La quarta ed ultima sigla usata a Vicenza, dove l’azienda aveva un ufficio commerciale, per quanto finora noto dal 1926 al 1957, reca la perforazione C.R. (catalogo C95) iniziali di Cartiera Rossi.
N.B. La quasi totalità della corrispondenza della Cartiera Rossi, risulta partita da Perale, dove esisteva una Collettoria con frazionario 69/79 dipendente dalla Ricevitoria di 1° classe di Arsiero, istituita certamente in funzione delle esigenze postali della Cartiera Rossi. Infatti, Perale non è nemmeno una frazione del Comune di Arsiero, ma soltanto una località quasi disabitata del fondovalle del capoluogo, dove scorre il torrente Posina, e dove campeggia ancora oggi il vasto insediamento della ex cartiera, oggi Cartotecnica Rossi.
Perale, 2 OTT 04, collezione P. Campani |
Perale, 8 APR 05, collezione ex Patierno |
Perale, 29 SETT 05, collezione E. Bertazzoli |
Perale, 9 LUG 06, collezione P. Campani
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Milano, 2.11.05, collezione E. Bertazzoli |
Perale, 25 GEN 15, collezione P. Campani |
Perale, 20 OTT 15, collezione P. Campani |
Perale, 2 MAR 07, collezione P. Campani |
Perale, 2 APR 07, collezione E. Bertazzoli |
Perale, 17 OTT 08, collezione E. Bertazzoli |
Perale, 5 GEN 09, collezione G. Roncetti |
Perale, 26 GIU 09. collezione P. Campami |
Perale, 22 SET 09, collezione E. Bertazzoli |
Vicenza, 17.3.33, collezione P. Campani |
Vicenza, 9.1.37, collezione P. Campani |
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