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DONATO LEVI & FIGLI - D9 |
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di Gianluigi RONCETTI | |||||||||||||||
La ditta di tessuti Donato Levi e Figli è stata fondata a Torino nel 1865 appunto da Donato Levi, ma ha assunto tale denominazione nel 1887, quando il figlio ventiquattrenne Abramo Giacobbe Isaia, ha incominciato ad interessarsi seriamente all’azienda paterna. Dopo aver studiato in Germania, ha rivolto i suoi interessi specificatamente alla produzione di tessuti, attività di famiglia, e alla conduzione dei grandi magazzini specializzati nella vendita di tessuti lavorati. Finito gli studi e ritornato in Italia, guida l’azienda di famiglia con abilità e determinazione in un momento di grande espansione del settore tessile, in modo tale da ottenere brillanti risultati e impiegando parte dei ricavi aziendali nel settore immobiliare. Negli anni iniziali del Novecento si è dedicato prevalentemente al potenziamento dell’attività produttiva che, con lo scoppio della Grande Guerra non ha avuto ripercussioni negative, ma anzi è stata l’occasione per incrementare il fatturato, e procurarsi molte risorse, investite in vari settori industriali e immobiliari. Nel 1921, diventato commendatore, con altri soci ha fondato a Milano i Magazzini Duomo di tessuti e confezioni, e si è occupato della grande distribuzione, un settore all’epoca quasi sconosciuto, ottenendo comunque notevoli successi. In quegli anni ha voluto anche differenziare i suoi interessi, mediante partecipazioni in settori lontani dal tessile, come quello bancario, elettrico, cinematografico, editoriale e così via. Nel 1924 è stato nominato grand’ufficiale e cavaliere del lavoro e nel 1933 senatore. Per il Levi, la prima metà degli anni Trenta ha segnato l’apice della sua ascesa imprenditoriale, privilegiando sempre l’attività principale da cui era partito, vale a dire il settore tessile. Ma pochi anni dopo, all’inizio del 1938, il nostro ha cominciato ad avvertire le prime ripercussioni dei provvedimenti antisemiti che stavano per abbattersi sui cittadini d’origine ebraica e, non ostante fosse iscritto al partito fascista, ha dovuto faticare a salvarsi dall’infamia delle leggi razziali, e a conservare il controllo dei suoi beni. Con l’occupazione nazista del 1943 ha ottenuto ospitalità in Vaticano, e ci è rimasto fino a che Roma non è stata liberata. Nel periodo dal 1920 al 1927, per quanto ci è finora noto, la ditta Donato Levi e Figli ha utilizzato per l’affrancatura della propria corrispondenza francobolli perforati DLF provenienti tutti quanti da un unico perforatore, che doveva trovarsi nella sede di Torino di Corso Ponte Mosca, 33.
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