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  La storia delle comunicazioni nel pistoiese: l’Autostrada Firenze-Mare
(1ª parte)
Luigi Pulcini

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Il Casello di Montecatini è posto a metà strada tra Firenze e Migliarino e questo aspetto viene enfatizzato dalla pubblicità del vermuth “Punt e Mes”. Ai lati della autostrada sostano le corriere postali della Lazzi&Govigli.


La provincia di Pistoia è attraversata da itinerari stradali e ferroviari di primaria importanza, tali da avere favorito lo sviluppo del peculiare servizio postale istituito nel Granducato di Toscana. Un territorio che, a partire dalla seconda metà del ‘700, viene positivamente investito dalla “rivoluzione stradale” voluta dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena.

In tempi più recenti è stata la realizzazione dell’autostrada “Firenze-Mare” a determinare un ulteriore salto di qualità per il sistema infrastrutturale della mobilità nell’area più popolata e sviluppata della regione.
Il progetto di un’arteria stradale riservata solo ai mezzi a motore, per collegare le provincie di Firenze, Prato, Pistoia e Lucca e favorirne lo sviluppo turistico, risale agli anni ‘20 del secolo scorso..


Cartolina pubblicitaria della linea “gran turismo” Nizza-Roma gestita dall’Impresa di Trasporto Lazzi&Govigli.

La proposta ha immediatamente il convinto sostegno da parte federazione turistica dell’E.A.T. (Ente Attività della Toscana) e trova il consenso di Firenze dove, già nel 1923, Renato Zavattaro sul primo numero della “Illustrazione Toscana” scrive: “L’avvenire della Toscana si fonda soprattutto sull’unione rapida di alcuni centri vitali; Viareggio, Montecatini, che non sono solo stazioni di cura ma città moderne, corredate di tutto il comfort della vita, centri di attrazione nazionale. Unire queste due città a Firenze, dove l’industria del forestiero è sviluppatissima, a Pisa, a Livorno che con il suo grande porto diverrà certamente uno degli sbocchi più importanti del Tirreno, e solcare con una grande arteria le terre ubertose del Pratese, del Pistoiese, della Nievole e del Lucchese, significa risolvere la ricostituzione della nostra terra”.

È l’ingegnere ed imprenditore milanese Piero Puricelli (1883-1951), titolare della “Italstrade S.A.”, a proporre, progettare e realizzare questo tipo di infrastrutture stradali destinate a velocizzare, in sicurezza, il trasporto su gomma di persone, servizi e merci.

I concetti guida enunciati da Puricelli vengono applicati per la costruzione della Milano-Laghi, la prima autostrada italiana. Le caratteristiche peculiari di un’autostrada sono l’assenza di incroci a raso, un piano stradale pavimentato con lastre di calcestruzzo largo tra gli 8 e i 10 metri, con ampie banchine laterali definite da paracarri. La marcia in autostrada consente una velocità di crociera sostenuta grazie a lunghi rettilinei raccordati da curve con un raggio molto ampio. Per l’utenza sono presenti servizi di controllo e assistenza del traffico curati direttamente dalla società concessionaria, congiuntamente alla Milizia Stradale. In autostrada si paga un pedaggio ai caselli, dove è possibile effettuare il rifornimento di carburante e la manutenzione dei veicoli. Questo è il modello a cui si ispireranno tutte le autostrade costruite in Italia prima del secondo conflitto mondiale.

Il Casello di Pistoia si raccorda con la via Bonellina e la via Fiorentina attraverso una viabilità realizzata appositamente (via del Casello). In evidenza le due colonnine per l’erogazione di carburante.

Nel 1932, a lavori quasi ultimati, è Alessandro Pavolini, Segretario della Federazione fiorentina del PNF e direttore del settimanale di partito “Il Bargello”, ad aprire il numero 47 del giornale così: “ (…) l’autostrada ha moltiplicato i vantaggi e le attrattive della posizione di Firenze nel cuore d’Italia. - Se Firenze avesse il mare…è il principio, pieno di desiderio, di un vecchio detto locale il cui innocente campanilismo non vuole significare, in sostanza, se non questa verità: che alla sovrana bellezza di Firenze non manca che il mare per apparire perfetta. Ora, con l’autostrada, Firenze ha il mare. Entro il giro breve dell’ora, chiunque, dall’ombra del campanile di Giotto può passare, e senza forzar l’andatura, all’ombra di un ombrellone balneare a Viareggio, o viceversa (…)”.

La realizzazione della Firenze-Mare, di cui fa carico la Società Anonima Autostrade Toscane (S.A.T.), viene completata tra il 1928 e il 1933. I circa 82 Km. del percorso tra Firenze e Migliarino vanno così ad incrementare una rete autostradale che, prima dell’entrata in guerra dell’Italia, si sviluppa già per oltre 500 Km..

La motorizzazione di massa è un fenomeno di là da venire, ma non mancano le iniziative per rendere alla portata di tutti una gita in Versilia utilizzando la nuova strada veloce. In questo senso si muovono le organizzazioni dopolavoristiche e giovanili del PNF con la collaborazione dell’impresa pistoiese di trasporti automobilistici dei Fratelli Lazzi un valido sostegno.

La Lazzi, in seguito alla realizzazione dell’autostrada, amplia e potenzia i propri servizi di gran turismo e di linee postali ponendo in relazione, oltre che Firenze con Montecatini Terme e il litorale, anche con Pistoia, Abetone e la Montagna Pistoiese.

Intorno alla seconda metà degli anni Trenta lungo l’autostrada Firenze-Mare, danno spettacolo auto e moto da competizione. I lunghi rettilinei di Badia a Pacciana e di Tassignano sono utilizzati dalle grandi case italiane e tedesche per confrontarsi nella conquista dei record di velocità: Auto Union, Maserati, Alfa Romeo, CNA-Rondine e piloti come Piero Taruffi, Tazio Nuvolari e Hans Von Stuck, divengono una irresistibile attrazione per gli appassionati che si affollano lungo i tratti cronometrati. Resta negli annali la conquista di un record da parte di Nuvolari con una ostica Alfa Romeo della Scuderia Ferrari dotata di due motori.

Nell’aprile del 1940 la Squadra Corse Maserati si presenta sulla Firenze-Mare con il modello 4CL 1500 cc. e con Tazio Nuvolari (al centro in piedi con la tuta bianca), per effettuare tentativi di record lungo l’autostrada.

Molto interessanti i documentari realizzati dall’”Istituto LUCE” relativi ai cantieri di lavoro dislocati lungo i vari tronchi in cui è stato suddiviso l’intervento, in particolare quello girato in corrispondenza del ponte realizzato sull’ Ombrone, dove viene realizzato un collegamento ferroviario “Decauville” a scartamento ridotto (600 mm.), per raggiungere la “cava di prestito” del pietrame necessario a realizzare il rilevato di appoggio della sede stradale .

Su questo tipo di ferrovia leggera, che ha la caratteristica di essere facilmente smontabile e trasportabile, operavano convogli di carrelli a due assi di tipo minerario, trainati di una locomotiva a vapore, oppure a trazione diesel come per il cantiere di scavo della galleria di Serravalle. In entrambi i casi dai filmati appare rilevante l’apporto di manodopera per lo scavo manuale del pietrame e il carico e lo scarico dei carrelli.
Un elemento architettonico di grande impatto visivo, realizzato tra Pistoia e Serravalle Pistoiese, è un arditissimo arco in calcestruzzo la cui funzione è quella di proteggere l’autostrada dallo spolvero degli inerti trasportati dalla teleferica che collega la Cava Bruni al cementificio sorto in prossimità della frazione di Masotti.

L’arco realizzato per proteggere l’autostrada dalla eventuale caduta di inerti dalla teleferica di collegamento tra Cava Bruni e il cementificio di Masotti.

L’arco sull’autostrada viene rappresentato come una icona futurista dal grafico, pubblicitario, illustratore, arredatore, allestitore e designer viareggino Uberto Bonetti.

Si ringrazia Paolo Bresci per le ricerche iconografiche.

Luigi Pulcini
30/05/2024