Non è una novità che motivazioni di carattere religioso servano a coprire interessi di ben altra natura primi fra i quali quelli politici, economici ed espansionistici. Ed è in questo contesto che nel corso dei primi mesi del 1853, con la scusa di una disputa che divideva il clero cattolico da quello ortodosso nell'amministrazione dei cosiddetti "luoghi santi" di Gerusalemme, al tempo sotto il dominio turco, si diede via ad una contesa che ben presto vide coinvolte diverse nazioni europee. Ancora una volta le questioni di “fede” erano riuscite a distogliere l’attenzione dalle reali cause del conflitto, che andrebbero diversamente ricercate in seno alla grave crisi che, colpito l’impero ottomano, fece maturare, in alcune potenze europee, progetti espansionistici tendenti ad ambire al controllo di quei territori turchi non più tenuti sotto il ferreo giogo della Sublime Porta.
Luigi Napoleone, divenuto nel 1851 Imperatore di Francia col nome di Napoleone III, andando a rispolverare la Capitolazione (1) del 1740 che poneva sotto tutela francese gli interessi dei cattolici in Palestina, fu il primo attore ad intervenire nella controversia, facendo pressione sul Sultano. Il secondo attore ad entrare in gioco, fu lo Zar di Russia che, sentendosi l’unico e legittimo erede della civiltà bizantina, dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, chiese al sultano di poter porre sotto la propria protezione i cristiani di religione ortodossa presenti nell'impero turco. Al netto rifiuto del Sultano Abdul Megid, di aderire a questa ultima richiesta, interpretata come un tentativo d'ingerenza negli affari interni dello Stato, la Russia reagì occupando la Moldavia e la Valacchia. L’Europa, pur non amando in modo particolare la Turchia, una volta presa coscienza della reale crisi sorta tra le due potenze, diede corso a delle trattative che, coinvolgendo i governi inglese, francese, austriaco, prussiano e svedese, ebbero quale reale comune finalità quella di rallentare l'influenza russa nei commerci con l'oriente e più in generale sui mari. In tale contesto, il Sultano Abdul Megid, sicuro dell’appoggio europeo, il 4 ottobre dichiarò improvvisamente guerra alla Russia che, apparentemente indifferente al succedersi degli eventi, il 30 novembre attaccò e distrusse la flotta turca nel porto di Sinope. Il successo navale russo sulla flotta turca, venne considerato da Napoleone III un affronto, al quale reagì invitando l’Inghilterra ad un intervento armato contro lo Zar. Le navi della coalizione anglo-francese entrarono nel Mar Nero il 27 marzo del 1854, la guerra contro la Russia era ufficialmente dichiarata. Il conflitto fu combattuto inizialmente in Bulgaria e sugli Stretti per poi, nel settembre dello stesso anno, trasferirsi nella penisola di Crimea, dove gli scontri si concentrarono nell’assedio degli alleati contro la piazzaforte russa di Sebastopoli. Su nuovo invito della coalizione, già una prima volta pervenuto al Regno di Sardegna fin dall’aprile del ’54, ad aderire alla causa, il Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Camillo Benso di Cavour, sentito Vittorio Emanuele II, valutò l’opportunità di inviare un Corpo di Spedizione in una guerra che, pur non coinvolgendo all’apparenza nessun interesse diplomatico per il Piemonte, permetteva tuttavia a questi, in caso di vittoria, di sedersi al tavolo dei negoziati di pace da dove poter portare all’attenzione delle potenze europee la questione italiana. Ma tale iniziativa non era però priva di incognite.
La perplessità circa l’invio di un contingente all’estero, nasceva dal notevole sforzo militare ed economico che doveva essere affrontato per il Regno di Sardegna, soprattutto alla luce della crisi finanziaria ereditata dalla disfatta del 1848-49 contro gli austriaci. Le iniziali riserve di Cavour, trovarono risoluzione in un prestito finanziario della Gran Bretagna nei confronti del Piemonte nonché nell’impegno che la stessa avrebbe trasportato gratuitamente le truppe piemontesi in Crimea su proprie navi.
Il 26 gennaio 1855 Vittorio Emanuele II firmò la convenzione militare con Francia e la Gran Bretagna, con la quale il Piemonte si obbligava a fornire un corpo d’armata di 15.000 uomini mantenendolo inalterato nel tempo attraverso eventuali successivi rinforzi. Nel marzo del ‘55 l’alleanza divenne operativa.
Con Regio Decreto del 31 marzo 1855, venne stabilito che il Corpo di Spedizione fosse composto da:
- Quartiere Generale Principale
1 Reggimento di Cavalleria
1 Gruppo di Artiglieria da Piazza
1 Battaglioni Zappatori del Genio
1 Distaccamento Carabinieri
- 1ª Divisione al comandando del Generale Giovanni Durando
2ª Brigata al comandando del Generale Manfredo Fanti
(2° Reggimento Fanteria, 2° Battaglione Bersaglieri, 7ª Batteria Artiglieria)
3ª Brigata al comandando del Colonnello Enrico Cialdini
(3° Reggimento Fanteria, 3° Battaglione Bersaglieri, 10ª Batteria Artiglieria)
- 2ª Divisione al comandando del Generale Alessandro La Marmora
4ª Brigata al comandando del Colonnello Rodolfo Gabrielli di Montevecchio
(4° Reggimento Fanteria, 4° Battaglione Bersaglieri, 13ª Batteria Artiglieria)
5ª Brigata al comandando del Colonnello Filiberto Mollard
(5° Reggimento Fanteria, 5° Battaglione Bersaglieri, 1ª Batteria Artiglieria)
- Divisione di Riserva
1ª Brigata al comando del Generale Ansaldi
(1° Reggimento Fanteria, 1° Battaglione Bersaglieri, 4ª Batteria Artiglieria, 1ª Sezione della 16ª Batteria Artiglieria)
- Distaccamento di treno d’Armata
- Servizi vari
per un totale di 18.058 uomini (3000 in più di quelli previsti dalla convenzione) e 3496 cavalli. Al comando del Corpo di Spedizione era stato inizialmente previsto Ferdinando di Savoia, fratello di Vittorio Emanuele II, ma con l’improvvisa morte del principe, il comando venne affidato ad Alfonso La Marmora, allora Ministro della Guerra.
A differenza del primo contingente Sardo, che lasciato il porto di Genova nella prima decade di aprile ebbe quale destinazione Costantinopoli, il rimanente Corpo di Spedizione, venne invece dirottato verso il porto di Balaklava (Crimea), sede designata dagli alleati per le truppe Sarde. Questo nuovo quadro operativo era un segnale estremamente positivo per i piemontesi in quanto non avrebbero svolto una funzione di riserva, come era sembrato inizialmente, ma si sarebbero trovate, al pari degli altri reparti della coalizione, sul campo di battaglia.
Dei numerosi e diversi problemi logistici affrontati dall’Amministrazione Militare del Regno di Sardegna, quello che maggiormente stimola la nostra attenzione è l’organizzazione del Servizio Postale.
Il 30 marzo 1955 venne approvato, a firma del Cavour, il Regolamento sul Servizio di Posta militare presso il Corpo di Spedizione in Oriente. Composto di ben 26 articoli, il Regolamento istituiva (art. 1), presso il Quartiere Generale principale del Regio Esercito, una Direzione delle Poste militari che, per rango ed ufficio, era ragguagliata alle Direzioni Provinciali presenti sul territorio nazionale. L’organico della Direzione (art.2) prevedeva la presenza di un Direttore capo del servizio, di due applicati e di un inserviente. Si garantiva inoltre la presenza anche di un applicato f.f. di Verificatore al quale venivano attribuite le incombenze degli Ispettori divisionali. Il personale addetto alla direzione vestiva (art. 5) la divisa portata dal Regolamento del 3 luglio 1853, l’inserviente quella di porta-lettere.
La tassa di spedizione per il servizio reso era regolamentata dai contenuti dall’articolo 7 che per le Corrispondenze del Corpo di Spedizione Sardo con le famiglie, e viceversa, prevedeva fossero soggette alla stessa tassa imposta ai soldati e marinai francesi sulle rive del Mar Nero:
- 20 centesimi per le lettere semplici affrancate;
- 30 centesimi per le lettere semplici non affrancate.
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Lettera dalla Crimea datata 23 giugno 1855 per Torino, affrancata con 20 c. azzurro della III emissione di Sardegna annullato con bollo della P.M. Sarda in uso presso l’Ufficio di Balaklava
(Auction Phila Asta giugno 2008) |
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Lettera dalla Crimea datata 10.11.1855 per Chiusano d'Asti affrancata con 20 c.mi cobalto della IV emissione di Sardegna annullato con bollo della P.M. Sarda in uso presso l’Ufficio di Balaklava
(Landmans Catalogo vendita on line 2010) |
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Lettera da Genova datata 14 giugno 1855 per Costantinopoli e successivamente transitata per Balaclava “sulle alture di Kamara”. Al verso bollo di arrivo apposto dall’Ufficio di Balaklava il 28 giugno 1855 (archivio personale) |
Con ulteriore Circolare protocollo N. 43 datata Balaclava 21 maggio 1855, a firma del Commissario di Guerra delegato Fraschini, indirizzata ai Comandanti delle Divisioni, Brigate, Corpi di Truppa ed Ufficiali d’Intendenza militare, vennero impartite, su sei punti, le disposizioni circa la Franchigia e la funzionalità dell’Ufficio in Balaclava (orari e date di apertura e chiusura).
Circolare del 21 maggio 1855 sulla funzionalità dell’Ufficio postale di Balaklava (archivio personale)
L’Ufficio di Posta Militare in Crimea, con unica sede nel villaggi di Balaclava, ebbe in dotazione due timbri a doppio cerchio con data, del tipo di quello utilizzato nel corso della Campagna di Novara. Tutt’intorno al timbro la dizione “R. POSTA MIL.E SARDA”, in basso una rosetta, ed al centro, su tre righe la data, il mese e l’anno. I due bolli presentavano leggere differenze compositive sia nella seconda lettera “A” della parola “SARDA”, che nei petali delle rosette (sei sul primo, otto sul secondo).
Per i francobolli, l’Ufficio di P.M. potè impiegare una limitata quantità di esemplari della III emissione di Sardegna e di un maggiore quantitativo di quelli della IV, con prevalente uso del valore da 20 centesimi.
Nel luglio del 1855, contemporaneamente all’allestimento di un ospedale militare da campo per le truppe del Corpo di Spedizione a Jeni-Koi (2) (Turchia), venne aperto a Costantinopoli, un Ufficio di Posta Militare che doveva garantire l’inoltro e lo smistamento della corrispondenza sia dei militari ricoverati provenienti dalla Crimea, che di quelli in servizio presso la base logistica di Costantinopoli.
L’Ufficio ebbe in dotazione un bollo a doppio cerchio con dizione “R. POSTA MIL.E SARDA”, in basso (N. 3) al posto della rosetta, ed al centro, su tre righe la data, il mese e l’anno.
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Bollo in uso presso l’Ufficio di Posta Militare di Balaklava (archivio Aldo Pozzolini Gobbi) |
Bollo in uso presso l’Ufficio di Posta Militare di Costantinopoli (archivio Cesare Rattone) |
Nonostante l’impegno profuso per redigere un efficiente servizio di posta, lo stesso presentò tuttavia diverse lacune fattispecie per quanto attenne alla distribuzione della corrispondenza proveniente dalla madre patria. Dato questo confermato dalla Circolare N. 1946 datata Balaklava 5 ottobre 1855, dal cui contenuto si evince sia l’esistenza di una rilevante quantità di lettere di Militari inesitata presso l’Ufficio di Posta, che le disposizioni impartite ai responsabili del servizio affinché non si ripetessero in futuro simili incresciose circostanze.
Circolare del 5 ottobre 1855 sul disservizio postale (archivio personale)
Nel rimandare ad altri scritti più specifici e settoriali lo studio degli eventi storici che segnarono le tappe del Corpo di Spedizione Sardo in Oriente, il 30 marzo 1856 le Potenze che parteciparono alla ostilità, si riunirono a Parigi per la firma di un Trattato di Pace. Il gioco del Cavour era perfettamente riuscito. Il Regno di Sardegna era seduto, a parità di rango, accanto alla Francia, Inghilterra, Austria, Russia. Chiesta e ottenuta, nonostante il fermo diniego dell’Austria, una seduta suppletiva, il Cavour potè rendere pubbliche le penose condizioni di sudditanza in cui le popolazioni del Lombardo-Veneto e dell'Italia meridionale erano tenute dagli Asburgo e dai Borboni.
Con la firma del trattato di Pace i reparti dell’Armata Sarda iniziarono a lasciare la terra di Crimea nell’aprile del 1856, fra questi il 5° Battaglione Bersaglieri che giunse a Savona la sera del 2 giugno 1856. Per l’evento le autorità militari e comunali vollero organizzare in onore dei “Reduci Dalla Crimea” un solenne spettacolo teatrale cui fu invitata l’intera popolazione.
Frontespizio programma festeggiamenti in onore del 5° Battaglione Bersaglieri proveniente dalla Crimea
(archivio personale)
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1. Le Capitolazioni dell'Impero ottomano erano contratti conclusi tra la Sublime Porta e varie Potenze europee, e costituivano atti giuridici veri e propri per cui i Sultani ottomani accordavano diritti e privilegi agli Stati cristiani in favore dei sudditi di questi ultimi, presenti a diverso titolo sul territorio ottomano, come una sorta di estensione dei diritti e privilegi di cui quelle stesse Potenze europee avevano goduto all'epoca dell’Impero Bizantino, poi conquistato appunto dagli Ottomani.
2. Successivamente furono aperti altri due ospedali da campo rispettivamente nelle località di Beikoz e di Kadi Koi, località quest’ultima da non confondersi con l’omonima situata in Crimea.
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Bibliografia
- Diena E., I bolli della spedizione sarda in Crimea, in Il Corriere Filatelico, 31 dicembre 1934 n. 12;
- Rattone C., Manuale e catalogo dei francobolli di Sardegna, Edizione a cura di Amedeo Rolando, Torino 1951;
- Pozzolini Gobbi A., Lettere dei combattenti del Risorgimento, Collana Raybaudi di Studi Filatelici, Roma 1973,Volume 4;
- Ibidem, Posta Militare, Edizioni Arte e Moneta, Lugano 1986;
- Bogoni D., E l’Oriente passò dalla paix all’épée, in Cronaca Filatelica n. 97, maggio 1985. |