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Un'importante notizia per i collezionisti di storia postale militare
di Pietro Lazzerini
Ora sono due le lettere con il bollo “DIREZIONE DELLA POSTA MILITARE—NAPOLI con data”. Una è citata dal Catalogo Sassone, l’altra ho avuta la fortuna di trovarla spedita da Milano il 31 dicembre 1860 e arrivata a Napoli il giorno 5 gennaio 1861. Porto di venti centesimi e tassata in arrivo per 5 grana.




I bolli della posta garibaldina, usati sia in partenza che in arrivo su lettere sempre affrancate o tassate, furono quattro e precisamente:
DIREZIONE DELLA POSTA MILITARE—NAPOLI e data
POSTA MILITARE N°1– NAPOLI e data
POSTA MILITARE—AVERSA e data
POSTA MILITARE— SANTA MARIA e data
Impressi dal novembre 60 al gennaio 1861 negli uffici postali dei campi di raccolta erano in attesa del loro destino.

E’ interessante sapere che l’11 novembre1860 un regio decreto (Garibaldi era partito per Caprera il giorno 9) stabilì che i volontari avrebbero formato un corpo separato dall’esercito regolare; gli ufficiali usufruito del grado e dei vantaggi ad esso attribuiti come se avessero fatto parte dell’esercito regolare. Successivamente sia gli ufficiali che i soldati avrebbero potuto fare richiesta di essere inquadrati nel regio esercito con l’obbligo della ferma di due anni.

Bisogna doverosamente aggiungere che non tutti i garibaldini erano felici della situazione. I “duri e puri”, oggi si direbbe così, erano rimasti fervidi repubblicani e certamente non amavano il re Vittorio Emanuele di Savoia. Più volte dimostrarono il loro stato d’animo; il 3 dicembre 1860 occuparono il teatro Nuovo di Napoli e vi organizzarono una dimostrazione cantando l’inno di Garibaldi.
Del resto a Garibaldi, partito di malumore per Caprera, era stata rifiutata la nomina a Dittatore della Sicilia.

Il 14 dello stesso mese un folto gruppo di garibaldini invase l’orchestra e il palcoscenico del teatro S.Carlo di Napoli; non aveva ottenuto il permesso di cantare il loro inno. Intervenne la Guardia Nazionale con le baionette in canna. Si gridò: “Viva Garibaldi, Abbasso il Ministero”. Vennero effettuati numerosi arresti per sospetto di complotto repubblicano.

Per concludere sono portato a credere che i bolli della posta garibaldina di Napoli avessero anche lo scopo di volersi distinguere da quelli della posta militare sarda.
Fra l’altro ai volontari di Garibaldi non era stata concessa neanche la franchigia postale.
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