Ho visto la busta, sotto riprodotta fronte e retro (fig.1 e fig. 4), di proprietà del collezionista Paolo Bianco, esposta in una mostra sulla I guerra mondiale, organizzata nel castello della sua città, dal circolo filatelico di Casale. Così sono venuto a conoscenza del fatto che lo
Stato Italiano aveva concesso delle assicurazioni gratuite ai militari combattenti. Anche se molti già conosceranno questa vicenda, la voglio raccontare per chi, come succedeva a me, non conosce il frammento di storia e di storia postale di cui ci parla questa busta.
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Fig. 1 |
In Russia, il 15 marzo 1917 lo Zar abdicò e pochi giorni dopo fu arrestato con l’intera famiglia reale; il crollo del regime zarista portò alla disgregazione dell’esercito. I tedeschi penetrarono in profondità nei territori dell’ex Impero zarista e, una volta raggiunti i propri obbiettivi, poterono trasferire forti contingenti di truppe sul fronte occidentale.
Per l’Italia il 1917 fu l’anno più difficile della guerra; tra i soldati aumentarono i gesti di protesta e le insubordinazioni e fra la popolazione civile crebbe il malcontento causato dall’incremento dei prezzi e dalla carenza di generi alimentari. Con questa situazione, gli austro-tedeschi decisero di approfittare delle truppe tolte dal fronte russo ed il 24 ottobre attaccarono le linee italiane, sfondando nei pressi del villaggio di Caporetto. Buona parte delle truppe italiane, per evitare di essere accerchiate, dovettero abbandonare precipitosamente le posizioni, alcuni reparti ripiegarono ordinatamente, altri si disgregarono; solo due settimane dopo l’esercito, praticamente dimezzato, riuscì ad attestarsi sulla linea difensiva del Piave.
Il generale Luigi Cadorna fu rimosso dal comando e sostituito dal generale Armando Diaz, si costituì un governo di coalizione nazionale presieduto da Vittorio Emanuele Orlando, al quale anche l’ala riformista del PSI assicurò la propria solidarietà allo sforzo di resistenza del paese.
Il comando supremo mise in atto una serie di provvedimenti volti a sollevare le condizioni materiali e morali dei soldati: vitto più abbondante, licenze più frequenti, maggiori possibilità di svago. Mentre veniva sempre più rafforzandosi la resistenza sul Piave, si pensò di offrire ai
combattenti un segno tangibile della gratitudine della patria, concedendo loro speciali polizze gratuite di assicurazione.
Fortemente volute dal ministro delle finanze Nitti, queste assicurazioni furono istituite con Decreto Luogotenenziale 10 dicembre 1917 n.1970, che all’art. 1 stabilisce:
“L'Istituto Nazionale delle Assicurazioni è autorizzato ad emettere le seguenti polizze di assicurazione, completamente liberate da ogni obbligo di pagamento di premio, a favore di militari e graduati di truppa combattenti:
a) per un capitale di L. 500 a favore di soldati e per un capitale di L. 1000 a favore di sottufficiali, pagabile immediatamente dopo la morte degli assicurati, qualora questa avvenga in combattimento, per ferite riportate combattendo o a causa di malattia dovuta al servizio di guerra. La somma sopraindicata sarà corrisposta alle persone designate in polizza senza pregiudizio del diritto alla liquidazione della pensione privilegiata di guerra (fig.2);
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Fig. 2 |
b) per un capitale di L. 1000 (fig.3) a favore di tutti i militari e graduati delle truppe combattenti pagabile immediatamente dopo la morte degli assicurati, qualora questa avvenga durante la guerra e sia dovuta a causa che non dia diritto a liquidazione di pensione privilegiata di guerra o qualora la morte avvenga entro trent'anni dalla data della polizza; ad ogni modo, al termine del periodo sopraindicato, all'assicurato stesso superstite. ….”
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Fig. 3 |
In Europa furono le prime e sole assicurazioni di questo tipo.
Le disposizioni relative all’aspetto postale si trovano nel Decreto Luogotenenziale 30 dicembre 1917 n. 2047, che all’art. 5 stabilisce :
“E’ concessa la franchigia postale e telegrafica per tutte le comunicazioni e per tutte le operazioni da farsi dall' Istituto nazionale per la creazione dei contratti di assicurazione di cui al citato decreto 10 dicembre sino alla liquidazione di essi. Parimenti saranno esenti da ogni imposta e tassa o qualsiasi altro onere, tutti gli atti, i documenti richiesti ed i pagamenti eseguiti in dipendenza delle suindicate polizze di Assicurazione.”
Con successivi decreti la concessione delle polizze gratuite fu estesa agli ufficiali di complemento, della milizia territoriale e della riserva ed a tutti i militari impegnati nei combattimenti nel periodo 24 maggio 1915 – 31 dicembre 1917, che prima erano stati esclusi.
Le polizze iniziarono ad essere consegnate nell’anno 1918 ai militari, che dovevano completarle indicando i beneficiari e consegnarle ai propri comandi in busta aperta; il comandante verificava che venissero spedite solamente le polizze, certificava, scrivendolo sulla busta, che non vi erano corrispondenze da sottoporre a censura ed avviava i plichi alla spedizione per mezzo dell’ufficio di posta militare.
Per le spedizioni di tutti i documenti necessari l’INA predispose delle buste con l’intestazione “Istituto Nazionale Assicurazioni” e con, in un riquadro in alto a destra, nella posizione destinata al francobollo, la scritta “Franchigia Postale”. Le spedizioni furono fatte dagli uffici di posta militare, principalmente in raccomandazione di servizio, con cartellino rosa, ma anche con posta ordinaria.
La busta che stiamo esaminando venne spedita il 3/10/1918 dall’ufficio della posta militare 97 dislocato a Mezzano (Venezia), indirizzata ad una signora di Roncaglia Monferrato (Al). Si tratta di una busta normale, non di quella con l’intestazione dell’INA, spedita in franchigia come raccomandata di servizio (ovale del 51º Battaglione Zappatori del Genio). Tale agevolazione per la spedizione fu giustificata con la striscia di carta incollata al retro sulla quale è scritto “CONTIENE POLIZZA A FAVORE DEI MILITARI COMBATTENTI”. La striscia reca il bollo amministrativo della “DIVISIONE FANTERIA – 51° BATT. ZAPP. GENIO” (fig. 4).
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Fig. 4 |
Il comando, anziché apporre la prescritta dicitura “Verificato. Non contiene corrispondenza soggetta a censura”, appose i bolli lineari “VERIFICATO PER CENSURA” ed “ IL TENENTE Aiutante Maggiore” seguito quest’ultimo dalla firma . All’interno era presente la polizza di fig.3.
La storia postale ci ha fatti accostare ad un frammento della vita di una persona della quale non conosciamo quale sorte gli abbia riservato il destino.
Le polizze di £ 500 per il caso di morte in combattimento furono liquidate al beneficiario appena conosciuta la morte dell’assicurato, salvo che egli stesso non avesse espressamente dichiarato che il beneficio fosse liquidato al termine di 15 o 20 anni con i dovuti interessi.
Delle polizze miste di £ 1000, dopo tre mesi dalla smobilitazione, gli assicurati reduci, poterono domandare all’Opera Nazionale pro-combattenti l’anticipata liquidazione, sempre che, con opportune garanzie, questa somma fosse impiegata per l’acquisto di strumenti di produzione e lavoro. Le polizze per le quali non fu richiesta la liquidazione anticipata e che non furono liquidate per la morte dell’assicurato andarono in scadenza nel 1948. Non so quale sia stato l’importo effettivamente liquidato, ma dalla lettura di alcuni atti parlamentari del 1947 si apprende che l’associazione nazionale combattenti cercava di far rivalutare queste polizze portandole almeno a £ 5000, perché con £ 1000 non si acquistava nemmeno un chilogrammo di burro, il cui prezzo si aggirava sulle 1200 lire.
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