Il Signor Martino Laurenzi, riferendosi all'articolo: "1940: triangolazione postale" di Bruno Travella, ci chiede:
" Sono in possesso di due altre lettere simili a quella pubblicata, entrambe spedite dall’Inghilterra a Zurigo nella seconda meta’ del 1940, ed entrambe con timbro e fascetta censoria italiane. Mentre una non ha alcuna evidenza di transito svizzero a parte l’indirizzo, l’altra ha sul retro un annullo di transito di Ginevra, circa due mesi dopo la spedizione dall’Inghilterra, e porta una iscrizione a mano che dice “Freundl. gruss” che interpreto come ‘amichevoli saluti’ da parte del forwarder".
THE POST DURING THE WAR GB TO ITALY
This letter was posted in Manchester on August 29th, 1940, franked with 5d and flown to Zurich, Switzerland. The back stamp (top) confirms that - almost two months later - the letter went through Geneva. The back also shows a hand written endorsement in German (‘freundl. Grusse’) most likely from the forwarder in Zurich. The Italian censor label and the circular “Commissione Provinciale di Censura – Roma” stamp struck on both sides prove that this letter finally reached its destination in Rome. |
La risposta di Beniamico CADIOLI
Per gli scarsi elementi postali presenti, non sono in grado di dare una risposta puntuale circa le tre lettere spedite per via aerea dalla Gran Bretagna alla Svizzera (in quella dell'articolo, bollata il 2.9.40, è stato tolto un francobollo, presumibilmente un 2d per la sopratassa aerea), che hanno la particolarità di mostrare la censura italiana. Non condivido l’ipotesi di Bruno Tavella di una “triangolazione” Gran Bretagna-Svizzera-Italia tramite forwarders, per vari motivi, tra cui la mancanza di tracce di rispedizione e di un nuovo indirizzo italiano. Il ricorso ad “intermediari” per le comunicazioni private tra Paesi nemici, a parte il caso della posta dei prigionieri di guerra e degli internati civili, era stato attentamente studiato dalle autorità britanniche, che fin dai primi del 1940 avevano scelto di consentire unicamente le “schema Thomas Cook”, che sarebbe troppo lungo da riassumere in questa sede, al pari del sistema delle caselle postali affittate a Lisbona dai servizi di vari Paesi.
Secondo me, dopo la puntuale censura inglese, le tre lettere volarono dalla Gran Bretagna a Lisbona con le frequenti linee della BOAC, che fin dal mese di luglio venivano utilizzate anche per il trasporto della posta diretta in Svizzera e in Vaticano, e furono fatte proseguire per Roma, o per errore o per qualche altro motivo, con gli altrettanto frequenti voli della linea dell’Ala Littoria Lisbona-Roma o con uno dei voli di ritorno dal Brasile della linea LATI da Lisbona a Roma. Qui furono censurate dall’organo al’epoca preposto, la Commissione Provinciale di Censura, e poi avviate in Svizzera per la consegna, oltre due mesi dopo la partenza.
Credo che dello stesso tipo di dispacci, speciali ed un po’ straordinari passati da Roma, facesse parte anche la lettera sotto riportata, nonostante la mancanza della sopratassa aerea inglese. Le date di partenza di tutte le lettere simili che conosco sono, forse non a caso, molto vicine: dagli ultimi giorni di agosto ai primi di settembre 1940, un breve periodo nel quale non erano forse disponibili aerei svizzeri da Lisbona ovvero si preferì unire il dispaccio svizzero a quello vaticano.
Come osservazione finale, si può notare che la gran parte delle corrispondenze della seconda guerra mondiale coinvolgenti un Paese neutrale risultano di fatto passate sotto il controllo dei servizi d’informazione britannici e/o tedeschi, di gran lunga i meglio organizzati e più efficienti in fatto di censura postale.
|
|