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TOSE, PAN E VIN, W I VECI ALPINI |
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Giampaolo Arduini | ||||||||||||||
Durante la seconda grande guerra, mentre il conflitto imperversava in tutta la Penisola e cresceva la confusione tra le forze armate italiane, l’alpino della di Fanteria da montagna, Costantino scrive alla "adorata sorella" Lucilla Rubagotti, il 7 novembre 1944 da Chiappero in provincia di Cuneo, per Vaprio d’Adda (Milano).
Sul fronte, nella lunga lettera l’alpino Costantino rassicura la sorella ed i suoi familiari sulle buone condizioni di salute e di "vita" spiegando che mentre scrive, si trova “…in una stalla borghese nella quale davanti ho un bel fiasco di vino, di quello buono e lo bevo assieme ad un mio compagno di squadra di casa a Brembate”.
Infatti, nella missiva, visionata come di consueto dalla censura tedesca Costantino informa quanto desiderassero tutti i suoi compagni un fiasco di vino: “Tose, pan e vin, W i veci alpini”. Ribadendo che non c’è da preoccuparsi, la vita che trascorre non è male, “Però peccato che ragazze non ci sono…” aggiunge con tono scherzoso e tipico dei giovani militari italiani confinati in guerra. Di Costantino, dai documenti postali recuperati, si hanno solo parziali notizie scritte dallo stesso ad altri parenti nei giorni di natale del 1944, esattamente dall'Ospedale militare di Savigliano (Cuneo) "... il primo che ho passato lontano da voi, ma vorrei sperare sia l'ultimo e così un altro anno essere vicino a voi e in borghesia che da tanto tempo aspetto per indossarle e di gettare queste".
Il richiamo alla necessità di porre fine e fuggire da una maledetta guerra, in cui Costantino ha trascorso parte della sua militanza anche in Germania, è forte e si appalesa nel suo scritto con grande speranza e forza d'animo. Altro non sappiamo e non abbiamo conoscenza, nella speranza che il giovane alpino possa aver raggiunto la propria famiglia ed i propri cari. Nel ricordo di tutti i soldati italiani che, nella buona e nella cattiva sorte, hanno servito la Patria durante un conflitto mondiale ai quali va rivolto sempre e comunque il doveroso rispetto e ricordo. | ||||||||||||||