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Storie di caduti in Russia

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Gualdoni Otello, caporale nel 156° Btg Mitraglieri

Samuel Rimoldi

PM 156 4.12.42

Mia cara moglie
O ricevuto la tua lettera de 6.12. Sono contento che ti trovi bene come pure la piccola, e così è di mè. O capito tutto ciò che mi dici, però cara moglie, io non o tempo tanto di tenermi alllungo con lo scritto. Così prega sempre per il Signore di ricevere poche righe, mi dispiace cara moglie, ma non puoi capire come siamo messi, non si sà più cosa si è, o cristiani, o frati così si prega sempre il signore che andasse bene, capirai si sta passando un periodo molto brutto, così stai tranquilla che tutto andrà bene. Ora ti saluto e ti bacio caramente tuo marito Otello.
Bacia la piccola, mamma eppoi tutti. Prega il Signore che mi assista sempre […]

Biglietto postale da 25c. inoltrato dall’ufficio di Posta Militare 156 in data 9.1.1943. Secondo il tariffario postale in vigore, avrebbe dovuto essere affrancato per 50c. e quindi di conseguenza tassato in arrivo ma ciò non è avvenuto: questo è un caso piuttosto diffuso, probabilmente dovuto alla cattiva interpretazione della disposizione del 14.12.1939, ribadita il 18.07.1940, con la quale si stabiliva la possibilità per i militari di truppa di inviare cartoline semplici o illustrate affrancando per 15c. in luogo di 30c.

Nel testo della missiva la data manoscritta 4.12.43 è errata per 4.1.43: lo possiamo verificare sia dall’indicazione nel testo circa una lettera scritta da casa il 6.12.42, sia dal timbro postale del 9.1.43.

Il mittente è il caporale Gualdoni Otello, nato a Jesi (AN) il 16.10.1915, inquadrato nel 156° Btg Mitraglieri, 2^ Compagnia, Divisione Vicenza. Dai dati reperiti presso l’archivio dell’UNIRR (Unione Nazionale Italiana Reduci Russia) il reparto di appartenenza del nostro Otello è il 277° Reggimento Fanteria.

Tra la fine di settembre ed i primi di ottobre del 1942 la Divisione Vicenza parte dall’Italia con destinazione il fronte russo: tra novembre e dicembre la divisione è impiegata nella zona di Rossosh con compiti di presidio e di sicurezza, erroneamente frazionata e “polverizzata” alle dipendenze di molteplici altri reparti. L’8 dicembre 1942 il comando della divisione passa al generale Etenvoldo Pascolini e, il giorno 11, la divisione stessa passa alle dipendenze del Corpo D’Armata Alpino e viene quindi riunita nella zona di Rossosch a presidio delle vie di comunicazione tra la linea ferroviaria a nord del Kalitwa e sulla strada Lenina.

Lo sfondamento del fronte alla destra del Corpo d’Armata Alpino impone degli spostamenti tattici per proteggere il lato scoperto ed arginare pericolose infiltrazioni nemiche. La Vicenza si muove quindi per assumere un nuovo schieramento che la porta ad operare a stretto contatto e ad intersecarsi con i reparti alpini delle Divisioni Julia, Cuneense e Tridentina; in particolare, il 156° Btg. Mitraglieri del nostro Otello, è assegnato in secondo scaglione.

Il fronte è mantenuto, con le innumerevoli difficoltà dovute alle rigidezza del clima invernale, fino al giorno 17 gennaio quando il Corpo d’Armata Alpino inizia la sua ritirata. In un primo momento la Vicenza, affiancata dai reparti alpini, ripiega ordinatamente ma successivamente, a causa sia della difficoltà nelle comunicazioni tra i comandi divisionali sia dalle errate direzioni prese da alcuni reparti, si scompagina e si disperde. Dopo giorni di marce forzate combattendo i russi che già occupavano diversi centri abitati, il grosso della divisione è costretto alla resa, il giorno 26 gennaio, a Valujki. Solo una minima parte della divisione riesce a superare l’accerchiamento ed ottenere la salvezza: si calcola che sui circa 10500 effettivi, 7760 uomini manchino all’appello, dei quali oltre 6000 morti o dispersi.

Quando il nostro Otello scrive la sua lettera, che probabilmente è l’ultima inviata alla famiglia, si trova ancora in linea prima della grande ritirata. L’ufficio di Posta Militare n. 156 opera, dal 27.12.1942 a Podgornoe e risulta sciolto per eventi bellici in data 17.01.1943.

Otello Gualdoni è catturato dai russi durante la ritirata ed è trasferito, a marce forzate, nel campo di prigionia n. 67 ubicato a Bostianovka nella regione Sverdlovsk: qui trova la morte, insieme ad altri 1293 connazionali, a seguito delle pessime condizioni di vita imposte dall’esercito detentore.

La data riportata dalla documentazione ufficiale è quella del 31.01.1943 ma, essendo la medesima per molti altri militari spirati in quel luogo, fa pensare ad una data di comodo dovuta forse anche alla negligente registrazione dei decessi da parte dei russi.

Il nome di Otello Gualdoni è ben visibile sulla lapide posta lungo il corridoio d’ingresso nel palazzo comunale di Jesi.

 

Samuel Rimoldi
24-04-2024

BIBLIOGRAFIA

www.unirr.it
www.divisionevicenza.it
www.pietredellamemoria.it