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I francobolli soprastampati "P.M."
usati dagli uffici postali militari
di Giuseppe MARCHESE (Nuovo Corriere Filatelico 43/1982)

Alla fine del 1942 l'Italia aveva proprie truppe sparse in mezza Europa: truppe di occupazione stazionavano in Albania, parte della Francia, in Grecia, in Jugoslavia, in Russia; in Africa nostre truppe presidiavano la Libia, occupavano l'Egitto e la Tunisia. Vi erano inoltre distaccamenti italiani in territori amici quali la Germania, la Romania, la Spagna, l'Ungheria.

In tutte queste zone vi erano militari assistiti da uffici di posta militare, mentre in altre parti dell'emisfero erano presenti forze che agivano senza l'appoggio di un ufficio postale militare. Da ricordare anche le nostre Delegazioni di Armistizio con la Francia che operavano in territorio francese utilizzando timbri di reparto e istradando i dispacci al centro di raccolta di Torino da dove venivano poi inoltrati a destinazione.

Queste migliaia di italiani in armi a volte erano impegnati per motivi bellici, e a volte in zone tranquille conducevano una vita di guarnigione monotona con tanto tempo libero. Che fare? Ingegno e vocazione spinsero molti di questi a dedicarsi al collezionismo filatelico.

Tanti Bernardelli, Consoli, Are, ecc., per non citarne che alcuni tra i più noti, si diedero a creare belle buste che al momento sembravano inutili ma che in seguito si sarebbero rivelate autentici tesori.

Gira e rigira, a furia di costruire belle affrancature, miste di ogni genere e raccomandate fuori ordinanza, questi nostri amici si accorsero che potevano unire l'utile al dilettevole creando affrancature miste con francobolli commemorativi italiani e valori in lepta, dinari, qindar, risparmiando anche sulle tariffe poiché al cambio era più vantaggioso acquistare i francobolli in valuta locale che non quelli dell'Imperiale in lire.

Scoperta la cosa, non fu difficile tramite «radio fante» trasmetterla agli altri commilitoni e per tutto il 1941 ed il 1942 ci fu un viavai tra presidi greci, albanesi, jugoslavi e le tabaccherie all'angolo per spedire a casa un souvenir del luogo.

Quest'attività sportivo-culturale dovette assumere forme vistose se le autorità postali, per motivi di erario o per motivi di sicurezza, decisero di correre ai ripari. Nacque così la serie dell'Imperiale con sovrastampa «P.M.».

La serie fu decisa con Decreto del Ministro delle Comunicazioni, cui facevano capo le poste, in data 11 settembre 1942. I valori sovrastampati furono quelli di P.O. c. 20, 25, 30, 50, £. 1,25, 1,75, 2 e 3; di P.A. c. 50 e £. 1, e l'espresso di £. 1,25.

Con successivo decreto del 25 luglio 1943 si stabilì di sovrastampare anche altri valori per abbracciare una più ampia fascia di utenza. Furono quindi sovrastampati i valori di P.O. c. 5, 10, 15, £. 1 e £. 10; di P.A. £. 2, 5, e 10, e l'aeroespresso da £. 2.

Con questi provvedimenti gli uffici postali militari vennero dotati di francobolli propri: ciò avrebbe impedito sia l'uso di francobolli italiani sia di francobolli dei paesi o territori occupati.

Non conosco alcun provvedimento in tal senso ma a lume di naso è indubbio che un tale divieto di accettare corrispondenze affrancate con francobolli diversi dai sovrastampati dovette essere stato emanato a livello ministeriale.

Intralci di ogni genere impedirono tuttavia la sollecita emissione di questi francobolli che, per disposizione ministeriale dell'aprile 1943, avrebbero avuto corso solo in territori extra metropolitani ove funzionassero uffici postali militari.

Finalmente giunsero verso la fine dell'aprile 1943 i primi quantitativi di francobolli di cui al decreto dell'11 settembre 1942.

L'ordine di distribuire i francobolli fu emanato con tele N. 551180 del Ministero delle Comunicazioni il 24 aprile 1943: si deve considerare questa data come quella di inizio della distribuzione dei francobolli agli uffici postali militari. E' questa infatti la prima data conosciuta su raccomandata spedita dall'Ufficio Postale Militare N. 106 (l'ufficio era aggregato al Comando dell'XI Armata con sede ad Atene).

Con l'arrivo dei francobolli sovrastampati si sarebbero dovuti ritirare i quantitativi di altre emissioni giacenti presso i singoli uffici: questi, trasmessi agli uffici di intendenza, dovevano essere restituiti al Ministero delle Comunicazioni.

Questa prassi fu forse adottata in alcuni uffici postali, ma in altri si ritenne più sbrigativo distribuire le giacenze assieme alla nuova fornitura: si ebbe così la possibilità di creare affrancature miste e di usare i valori dell'Imperiale in territori occupati dopo il maggio 1943.

L'invio dei sovrastampati di cui al secondo decreto, quello del 25 luglio 1943, avvenne prima del decreto di emissione, ma allo stato attuale mancano gli elementi per indicare una data approssimativa di emissione o di distribuzione dei valori.

Per diversi decenni si ritenne che questi francobolli non fossero mai stati adoperati dagli uffici postali militari e solo di recente alcuni fortunati ritrovamenti hanno permesso di accertare che c'è stato un effettivo uso postale ma eccezionalmente ridotto sia perché i valori in questione avevano avuto uno scarso uso postale date le insolite tariffe da soddisfare, sia per il limitato periodo di tempo in cui furono usati e che una stima prudente fa pensare non oltre i mesi di luglio-agosto ed i primi otto giorni di settembre del 1943.

Personalmente conosco un uso del valore da 5 c. in data 7 luglio 1943 su lettera dalla P.M. 28 con sede a Tebe, aggregata al III Corpo d'Armata (Coll. B.S.).

Ritengo che questi valori non siano stati tutti distribuiti agli uffici postali militari, e con ciò confermo quanto precisato nel mio catalogo «La Posta Militare Italiana 1940­43» a pag. 185, ma allo stesso tempo devo modificare ampiamente le valutazioni che davo di alcuni valori perché alla luce di una più approfondita ricerca i valori della seconda emissione si sono dimostrati più rari di quanto ritenuto in un primo tempo.

Quindi le quotazioni della tabella B devono intendersi come aggiornamento a quelle delle pagg. 186-189 del catalogo sopra citato.

L'uso dei sovrastampati, come si sa, terminò con l'8 settembre 1943, data fatidica dell'annuncio dell'armistizio e del conseguente crollo della organizzazione postale militare. I francobolli sovrastampati «P.M.» furono in seguito adoperati in Italia per usi civili continuando ancora a far parlare di sé.

Tentiamo ora di dare una qualche traccia per un'ipotetica collezione e di indicare delle valutazioni medie, anche se non precise, per rendersi conto delle difficoltà derivanti da una collezione di sovrastampati «P.M.» usati dalla Posta Militare.

Uffici Postali Militari che usarono i sovrastampati

Fino ad ora l'argomento è stato trattato in maniera frammentaria e discontinua. L'affermazione secondo cui questi francobolli furono usati «in territori extra metropolitani» è troppo vaga e generica per soddisfare chiunque desideri avere una conoscenza più approfondita. Certo questi francobolli vennero adoperati dagli uffici di posta militare operanti nel Peloponneso e nelle isole, in Albania. Per la Jugoslavia bisogna fare un discorso a parte.

Possiamo tranquillamente escludere la Russia e la Tunisia dato che nell'aprile del 1943 eravamo in netta ritirata su quei fronti e quindi molto improbabile l'uso dei sovr.

Possiamo includere la Germania, l'Austria, la Polonia, la Romania, l'Ungheria, poiché si conoscono usi, anche se rari, in questi paesi; ma escludere la Francia, la Corsica e la Spagna. Non conosco alcun uso in questi paesi e spero, con l'aiuto dei lettori, di poter giungere ad una maggiore conoscenza degli uffici postali che usarono i sovr.

Per la Jugoslavia bisogna fare le seguenti distinzioni:

a) Lubiana e territori dalmati. Dato che avevano corso solo i francobolli italiani (i «Co.Ci.» e altri similari erano già scomparsi da tempo) non vennero distribuiti i sovrastampati «P.M.» anche perché la Slovenia e la Dalmazia facevano parte integrante del Regno d'Italia. Qui sorgono i primi dubbi. L'Intendenza e la II Armata avevano giurisdizione oltre che nella Slovenia-Dalmazia anche nel territorio croato. Ora, essendo accertato che i sovr. «P.M.» furono distribuiti in Croazia, possono sorgere delle «stranezze» e cioè un ufficio distaccato a Fiume che adopera i sovrastampati, francobolli che una sezione distaccata in Croazia può aver avuto in dotazione. Pare logico che l'Intendenza della II Armata distribuisse i sovr. «P.M.» a questi uffici dislocati in Croazia e che possa essersi verificato un qualche uso improprio. Inoltre, alcune Divisioni, come la «Zara», avevano reparti distaccati in territorio croato. In questi casi l'ufficio postale della Divisione riceveva in dotazione i francobolli solo per i reparti operanti nel territorio croato?

b) Zona di Cattaro. Sembra che i sovr. siano stati regolarmente usati.

c) Montenegro. I sovr. ebbero corso in tutti gli uffici di posta militare.

Nella tabella A un trattino al posto della quotazione indica ufficio di cui non si conosce l'uso dei «P.M.».

Le quotazioni sono le seguenti:

p. 1 £. 1.000
p. 2   2.000
p. 3   3.000
p. 4   5.000
p. 5   10.000
p. 6   15.000
p. 7   20.000
o. 8   30.000
p. 9   40.000
n. 10   50.000
p. 11   75.000
p. 12   100.000
p. 13   150.000
R.     oltre

 

N.B. Alle quotazioni dell'Ufficio di Posta Militare si deve aggiungere il valore dei francobolli.

Le date di inizio

In una nota rivista di storia postale, oggi cessata, fu per parecchio tempo tenuta una rubrica in cui si notificavano le prime date degli uffici di posta militare. Questa aveva il difetto di svolgere il «giuoco» della prima data in assoluto senza tener conto della dislocazione per paese o degli usi nei vari uffici postali per cui alla fine le segnalazioni si esaurirono essendo improponibile una seconda data dopo la scoperta di una data più antica anche se appartenente ad ufficio postale di un'altra area.

Mi pare si debba riportare il discorso su un filo più logico, e cioè scoprire le prime date per area, e, per chi vuole fare una ricerca approfondita, trovare le date di ogni singolo ufficio di posta militare.

Per quanto riguarda i francobolli della seconda emissione, e cioè i valori da c. 5, 10, 15, £. 1, 2, 5 e 10, la caccia alle date più antiche è aperta e riguarda tutti i valori a partire dal luglio 1943.

Le affrancature

La maggior parte delle corrispondenze affrancate con i sovr. «P.M.» è in tariffa da 50 centesimi o di 50 + 50, cioè lettera ordinaria o lettera via aerea; seguono i biglietti e le cartoline per via aerea, affrancati con 50 centesimi. Rarissimi gli espressi e gli aeroespressi - servizio praticamente sconosciuto alla massa degli utenti. Rare le raccomandate, poco comuni le tariffe per le cartoline postali, le cartoline illustrate. Poco comuni anche affrancature di c. 50 o £. 1 realizzate con tagli diversi dai soliti c. 50. Rarissimi gli alti e bassi valori; buone le affrancature miste con valori dell'Imperiale. Ancora da scoprire le rarità per accoppiamenti con altri francobolli.

Per correggere le eventuali incongruenze presentate da una valutazione generica delle affrancature si aggiunge una tabella di valutazione delle rarità delle principali tariffe. Le valutazioni di questa tabella C sono per affrancature costituite da francobolli della prima emissione. Per gli altri valori le valutazioni devono formarsi considerando la maggior rarità dell'affrancatura rispetto alla tariffa.

Infine, a conclusione di questo discorso, un cenno a quelli che potrebbero essere i documenti «diversi». Una busta affrancata con i sovrastampati e annullata con un timbro di censura, e di un Comando militare, ovvero della Marina o dell'Aviazione, è un qualcosa che sfugge ad una catalogazione ma che è indubbiamente interessante e costituisce il pregio di una collezione di storia postale.

 

BIBLIOGRAFIA

Bruno Ciceri, I francobolli soprastampati P.M., in «Il Collezionista - Italia Filatelica», Torino, anno XXXI, N. 17, 20 settembre 1975, pp. 5-8.

Salvatore Di Pietro, I soprastampati P.M., in «Il Filatelico», Catania, N. 10, ottobre 1977, p. 10.

Marco Lazzerini, Uso del francobollo da c. 15 serie Imperiale sopr. «P.M.» da parte di un ufficio postale militare, in «Notiziario AICPM», N. 28, marzo 1981, pp. 13-15.

Giuseppe Marchese, La Posta Militare Italiana 1940-1943, Trapani, Ediz. Studio Fil. Nico, 1981.















 

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