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Un marsalese in Russia | ||||||||
di Giuseppe MARCHESE (N.U. Drepanumfil - 2003) | ||||||||
La storiella che vi racconto è quella del sergente militarizzato Felice Parrinello da Marsala. Già ufficiale postale egli ha fatto domanda per essere aggregato alla posta militare e dopo un periodo alla posta militare 67 in Puglia viene aggregato alla posta militare 102 ed inviato in Russia. Felice non è un militare comune; non è un fanatico del regime e non subisce l’influenza della propaganda dell’odio verso i “nemici” che in questo caso sono i russi. Con la famiglia ha un buon rapporto. A casa invia grano, oggetti vari che riesce a reperire al mercato nero (anche un orologio) e da casa attende maglioni, calze di lana e sciarpe e anche sigarette; anzi le sigarette sono il suo cruccio più costante, più assillante. Le sue lettere portano annotazioni sulla posta che tarda sempre. Il 5.6.42 scrive: “stamane è arrivato il bagagliaio da Stalino ma posta (per me) niente”; il 25.7.42 scrive “spero oggi con l’arrivo dell’aereo di ricevere tue notizie”. Alcune volte queste poche righe sono più circostanziate sul servizio postale militare come la scritta del 5.6.1942: “stanotte è arrivato il bagagliaio dall’Italia ma posta (per me) niente… farà compagnia a quella partita dal dicembre 41 al febbraio 42”. Evidentemente aveva notizie precise su quel periodo quando, a causa del tempo avverso e altre difficoltà i collegamenti aerei tra l’Italia e la Romania, e dalla Romania alla Russia, vennero sospesi. La posta subì ritardi abissali. Nell’agosto 1942 le sue mansioni alla posta militare 102 sono: “..alla vendita di francobolli, accettazione raccomandate e telegrammi. Per avere una lontana idea di quello che si fa ti dico che ieri ho venduto sedicimila lire di francobolli oltre alle altre cose…”. Alcune interessanti annotazioni sul clima come: “Mia cara, sono le ore 15 del 16 (giugno 42) ed ho l’impressione che si sta per scatenare lo stesso temporale di ieri. Ieri il temporale ha fatto diverse disgrazie. Ha allagato ed abbattuto diverse abitazioni a circa due chilometri dal mio ufficio. Vi sono stati annegati e dispersi. L’acqua che ha fatto ieri qui, in Sicilia la fa in dieci anni.” Ed ancora “27 gennaio 1942.. Non riesco a ricevere il pullover né il pacco tanto attesi. La provvista delle sigarette è quasi esaurita. Ti scrivo a lapis perché l’inchiostro è del tutto gelato. Le mie mani sono come quelle di compare Iaco…”. Probabilmente compare Iaco (Gioacchino) era un contadino con mani callose e screpolate.
Felice Parrinello ha 44 anni ed ha un ottimo rapporto con la moglie con cui riesce a motteggiare come quando scrive: “Il mio affettuoso pensiero è sempre a te rivolto anche quando seduto in ufficio guardo attraverso la finestra le belle e appetitose fanciulle ucraine… ed adesso che sono vestiti con abiti leggeri ti mostrano tutto ciò che madre natura le ha dato! Hanno dei seni meravigliosi, ed una coffa (alias sedere) che ti viene il desiderio di darle qualche scolacciata! Ti bacio stringendoti al mio cuore. Felice.” I suoi occhi vedono, oltre alle vaghe fanciulle in fiore, la sofferenza della guerra. Con rispetto annota: “la gente di qua è povera di tutto, vive stentatamente, ma ha una fierezza e una disponibilità disarmanti. Ieri in una piccola isba mi è stato offerto il loro modesto desinare…”. Il sergente Felice Parrinello, dopo il rientro dalla Russia, verrà fatto prigioniero dagli Alleati e inviato in Sud Africa. Rimpatrierà nel 1946. Peccato non l’abbia conosciuto. Gli avrei volentieri stretto la mano anche conoscendolo solo da poche sue lettere. In qualunque villaggio voi siate, in qualsiasi vettura voi privilegiate viaggiare, se desiderate collezionare mettendoci del vostro, la posta militare – come qualsiasi altro campo della storia postale, della tematica e del collezionismo tradizionale, - vi apre le porte di un mondo con tavoli infiniti ove ognuno potrà giocare la sua partita o in solitaria o in comitiva con molte possibilità di variazioni sul tema. | ||||||||