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Il servizio postale militare durante
la Repubblica Sociale Italiana

Samuel Rimoldi

Il servizio postale militare utilizzato dall’Esercito Repubblicano è, sin dall’inizio, nettamente diverso da quello del Regio Esercito in quanto fondato sul sistema della posta militare tedesca (Feldpost): non vi è più l’assegnazione di un numero segreto ad ogni ufficio o grande unità, che obbliga comunque il mittente ad indicare il nome del reparto sulla sua corrispondenza per essere localizzato, ma vi è l’assegnazione di un numero a cinque cifre (Feldpostnummer) ad ogni unità militare, fino al livello del battaglione, e, all’interno di esso, ad ogni compagnia una lettera dell’alfabeto. Avremo quindi, per esempio, la Feldpost n. 84572 assegnata al Comando Terzo Btg. Pionieri della Divisione San Marco: se dopo tale numero vi fosse la lettera a, b, c o d, esse rappresenterebbero rispettivamente la Compagnia Comando, la prima, la seconda e la terza compagnia. Unico caso, all’interno degli alleati dei tedeschi, dal 15 febbraio 1944, ai reparti italiani viene assegnata la serie di numeri 80.000 come identificativo postale, anche se rimangono comunque attivi alcuni numeri di Feldpost di serie inferiori assegnati in precedenza. Caso a parte sono le corrispondenze dei militari italiani aggregati ai reparti tedeschi sui vari fronti: essi mantengono il loro numero di Feldpost in quanto non inquadrati nell’Esercito Repubblicano ma direttamente in quello tedesco.

1: Biglietto della Feldpost tedesca spedito da un militare italiano inquadrato in un reparto tedesco dopo l’8 settembre. In questo caso si tratta del Comando Rgt. Gran. SS n. 2 dislocato in quel periodo in Grecia (Fpn. 29428). Il timbro rosso con la A è quello della censura di Monaco di Baviera, attraverso la quale passava gran parte della corrispondenza da e per l’Italia.

2: Altro biglietto della Feldpost tedesca inoltrato da un militare italiano inquadrato in un reparto tedesco: si tratta del Btg. di Fanteria da Fortezza n. 999/XII dislocato a Samo, cui è assegnata la Fpn 59447. Da notare il piccolo bollo tondo della Legione CC.NN. d’Assalto.


Altra differenza con il vecchio sistema postale è che ora il servizio di corrispondenza da e per i militari è totalmente gratuito, per cartoline e lettere fino ai 100gr. di peso. Anche l'invio di pacchi postali è gratuito sino ai 250gr. di peso: per i pacchi diretti a militari occorre l’applicazione di speciali marche valevoli per invii fino ad 1 Kg, distribuite dai comandi militari in ordine di due al mese per ciascun militare.

3: La speciale marca valevole per l’invio di pacchi postali fino ad 1 Kg, distribuite dai comandi militari in ordine di due al mese per ciascun militare. Tramite l’applicazione di tale marca l’invio del pacco è gratuito.


Sulla corrispondenza è d’obbligo segnalare correttamente in chiaro il nome del soldato seguito dal solo numero della Feldpost: è severamente vietato riportare qualsiasi tipo di indicazione di corpo o di reparto, anche la sola indicazione di specialità, quale può essere Alpino o Bersagliere, è proibita; per ovvie ragioni non è consentito riportare il nome della località dove è dislocato il reparto, nemmeno inviare cartoline illustrate o fotografie dalle quali si possa ricavarne la provenienza. Unica eccezione sono i militari italiani aggregati alla Luftwaffe sulla cui corrispondenza è consentita l’indicazione dell’ufficio postale del distretto aereo (es. Luftgaupostamt Muenchen).

4: Cartolina inoltrata attraverso l’ufficio postale civile di Torre Pellice da un milite delle SS italiane. È severamente vietato per i militari della RSI inoltrare corrispondenze attraverso la posta civile, nonchè cartoline illustrate da cui è possibile ricavare la dislocazione dei reparti. Questa norma viene però molto spesso disattesa.


Non è possibile per un militare, anche se stanziato in zone remote, impostare della corrispondenza presso un ufficio di posta civile: se ciò avvenisse l’ufficio civile dovrebbe comunicarlo al più vicino ufficio postale militare e provvedervi la consegna. Tutto ciò è attuato per ridurre la possibilità che un militare possa includere negli scritti notizie soggette a censura: la posta civile è soggetta ad una percentuale più bassa di censura rispetto alla posta militare. Tutto ciò ovviamente nella teoria, in quanto nella pratica dei fatti si riscontrano molto spesso corrispondenze di militari della RSI inoltrate attraverso la posta civile, su cartoline illustrate riportanti nomi di località, o lunghe lettere che descrivono le condizioni della guerra al fronte o durante i rastrellamenti.

Trascrivo qui il testo di una lettera inviata da un ufficiale paracadutista della Nembo sul fronte di Nettuno a Giorgio Pini, direttore di “Settimana” del “Resto del Carlino”: tale lettera, con un testo che viola ogni norma sulla posta militare, pur riportando gli inequivocabili timbri della censura, non viene in alcun modo censurata e giunge tranquillamente a destino. La ragione di tutto ciò va probabilmente ricercata nel fatto che, essendo diretta ad un giornale, potesse essere pubblicata per motivi di propaganda.

“Fronte di Nettuno 3/3/44 XXII
Egregio Direttore,
oggi ho avuto modo di leggere un numero di “Settimana” portato qui al fronte dal Ten. Gambardella inviato dall’Ecc. Pizziarni a visitare il nostro reparto. La presente vi porta il riconoscimento degli uomini e degli ufficiali del mio reparto per la bella pubblicazione improntata a vero spirito di italianità.
Sono ufficiale com.te di plotone della compagnia Nettunia del Battaglione Paracadutisti “Nembo” e con questo magnifico reparto ho vissuto l’8 settembre in Terra di Sardegna e i giorni successivi in Corsica.
Ora siamo qui in linea e abbiamo partecipato ai combattimenti del 16-17-18 u.s. conclusisi con lo sfondamento delle linee angloamericane. Molti gloriosi caduti sono rimasti sul terreno dell’attacco e si sono ricongiunti con i camerati del “Nembo” rimasti in Terra di Corsica durante i combattimenti del 16-17 settembre.
Il “Nembo” non riconobbe l’armistizio traditorio e indegno e continuò il combattimento contro quei nemici con i quali era in guerra fin dal giugno’ 40.
Per primi fra tutti i reparti italiani il Gen. Gambara ci salutò come gli antesignani del risorgente esercito nazionale repubblicano. Per primi siamo giunti al combattimento, in Corsica, dopo l’8 sett. Per primi combattiamo, reparto organico sul fronte italiano.
Ci hanno già conosciuto i Tommy inglesi che molto volentieri alzano le mani quando non hanno più l’appoggio formidabile delle artiglieri delle loro navi.
Ho visto le fotografie dell’Archiginnasio distrutto. Io abitavo a Bologna e costà ero studente di legge fino a quattro anni orsono. È con dolore sommo che ho visto distrutto uno dei monumenti più significativi dell’arte e della scienza bolognese. Vorrei portarli questi prigionieri che facciamo qui, specialmente ufficiali, a vedere quei cumuli di rovine resti di quell’Archiginnasio di dove tanto sapere si riversò anche verso la terra d’Albione e d’America.
Le vediamo passare sopra le nostre teste le formazioni di aerei angloamericani che poi vanno a scaricare il loro carico micidiale sulle nostre città. Seguiamo con ansia la reazione della contraerea tedesca e pensiamo alle belle batterie italiane che dall’8 sett. tacciono e hanno lasciato indifese le nostre case.
La fede nostra è grande e speriamo fermamente nella rinascita sotto il segno del Fascio Repubblicano. È con questa fede che la sera dell’8 sett. ci mettemmo in marcia dalla punta estrema della Sardegna verso l’Italia per continuare la lotta. È con questa fede che mai i paracadutisti del “Nembo” hanno deposto le armi e oggi combattono sempre contro quel nemico che calpesta ancora il suolo italiano. Tanto vorrei scrivervi di quello che abbiamo vissuto e viviamo. Non posso terminare senza ricordare un grande caduto bolognese di cui ero amico: Tullio Pacchioni. Lo ricordiamo sempre noi pochi bolognesi e la sua figura resta come esempio di fede politica e di valor militare. Spero di leggere ancora “Settimana” e di poterne di nuovo apprezzare le qualità artistiche e letterarie.
Vostro Sten. … Mario
Btg Par.sti Nembo
Compagnia Nettunia
F.P. 49188 Munchen II
"

5: Lettera inoltrata da Roma attraverso l’ufficio postale civile da un ufficiale paracadutista sul fronte di Nettuno. In deroga a tutte le regole per la posta militare, la lettera riporta un lungo testo riguardante i combattimenti del fronte: da notare che il documento riporta gli inequivocabili segni della censura, che forse ha chiuso un occhio dal momento che la lettera è diretta ad un giornale e può quindi essere pubblicata per motivi di propaganda.

Va di pari passo la ricostituzione di nuovo servizio postale militare prettamente italiano: dopo l’armistizio grandi quantità di valori postali vanno perduti insieme a registri, bolli e documenti. Dopo una prima fase di riorganizzazione, recupero dei materiali e riordino contabile, si da avvio, dal 1 gennaio 1944, al servizio di Posta da Campo, basato su un sistema a tre cifre dalla 704 alla 897.




Questo nuovo sistema non si discosta molto dal vecchio servizio postale del Regio Esercito anche se non è però più possibile assegnare un numero di posta militare alle grandi unità, dato che esse non esistono più: si sceglie quindi di assegnare gli Uffici di Posta da Campo ai Comandi Regionali o Provinciali oltre che ad alcuni enti politici quali il PFR, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Interni, l’ONB ecc… Dipendono quindi dalla Posta da Campo tutti i reparti stanziali o in movimento che si vengono a trovare nel raggio di interesse di un determinato ufficio. Questi uffici sono stanziali e non si spostano come gli uffici di posta militare assegnati alle unità del REI: solo gli uffici legati ai ministeri subiscono dei mutamenti di localizzazione spostandosi da Roma verso il nord; gli uffici Provinciali, man mano che il territorio viene occupato dagli Alleati vengono chiusi cessando ogni attività.

6: Cartolina in franchigia con illustrazione di propaganda inoltrata da militare presso il Ministero delle Forze Armate, che dipendeva dalla Posta da Campo n. 717.

7: Cartolina illustrata inoltrata tramite la Posta da Campo 851 da paracadutista del Raggruppamento Arditi Paracadutisti dell’Aeronautica. Probabilmente il militare si trova in addestramento nel Campo di Tradate in quanto la PdC 851 è assegnata al Comando Militare Provinciale di Varese.

8: Lettera intestata della Guardia Giovanile Legionaria inoltrata tramite la Posta da Campo 857 assegnata a Comando Militare Provinciale di Verona.

9: Una delle ultime corrispondenze partite dal fronte di Anzio-Nettuno, prima dello sfondamento americano, spedita da un milite del Btg. Barbarigo della Decima Mas. La cartolina riporta il timbro della Posta da Campo 781 di La Spezia, attraverso la quale vengono instradate le corrispondenze del Barbarigo.

10: Una delle vecchie cartoline in franchigia del Regio Esercito che non di rado vengono utilizzate dai militi della RSI; in questo caso il mittente è un allievo ufficiale della scuola allievi ufficiali di Orvieto, la quale instrada la sua corrispondenza tramite la Posta da Campo 707 assegnata al Comando Generale della GNR.


Le norme postali che regolano il servizio di Posta da Campo sono le medesime qui sopra riportate per la Feldpost tedesca: va aggiunta la possibilità di inviare vaglia postali da parte dei militari.

Dal 1 marzo 1944 vengono distribuite delle speciali cartoline in franchigia per i militari della RSI, tutte recanti il gladio dell’Esercito Repubblicano o lo stemma della Repubblica: alcune hanno anche al verso delle illustrazioni di propaganda per sensibilizzare all’arruolamento o contro le barbarie del nemico.

11: Una delle cartoline in franchigia illustrate più diffuse tra i soldati della RSI: la figura dell’eroe Goffredo Mameli è presa come simbolo nella lotta contro il nemico.

12: Altra immagine molto diffusa tramite le cartoline in franchigia: tali cartoline in esenzione di tassa postale sono distribuite ai combattenti repubblicani a partire dal 1 marzo 1944.

Il servizio di Posta da Campo è regolamentato e coordinato dalla Direzione Posta da Campo con sede a Trescore Balneario e con un organico di 6 ufficiali, 4 sottufficiali e 2 soldati di truppa. Tale Direzione per il suo operato si serve di tre Ispettorati Posta da Campo (Verona, Alessandria e Firenze) e di undici delegazioni d’Intendenza.
Per la distribuzione e lo smistamento della corrispondenza vengono istituiti quattro uffici di Concentramento Posta da Campo (Alessandria, Firenze, Padova, Milano).

13: Speciale cartolina in franchigia distribuita solo ai militi della GNR: reca infatti in alto, al posto del gladio repubblicano, la doppia M della GNR.

14: Insieme alle cartoline in franchigia vengono distribuiti degli speciali biglietti, sempre in franchigia: in questo caso il biglietto riporta lo stemma della Repubblica sulla sinistra ed è inoltrato da un paracadutista della Folgore tramite la Posta da Campo 841 dislocata a Torino.

La posta delle quattro Divisioni dell’Esercito Repubblicano (San Marco, Italia, Monterosa e Littorio) è gestita attraverso la Feldpost tedesca. Durante l’addestramento in Germania la posta viene inoltrata sia attraverso gli uffici postali dei vari campi d’addestramento, spesso utilizzando timbri muti cioè timbri senza alcuna indicazione scritta, sia anche attraverso la posta civile. In Germania vengono distribuiti speciali cartoline e biglietti utilizzati dalla feldpost tedesca: solo col rientro delle Divisioni in Italia inizia la distribuzione di cartoline italiane. Durante questo periodo di addestramento l’invio di corrispondenza è generalmente limitato ad una lettera e due cartoline a settimana, anche se questa limitazione subisce diverse variazioni.

15: Lettera da militare della Sezione Artiglieria “Colloridi” che verrà poi inglobata nella Divisione Monterosa: viene qui utilizzato l’annullo postale muto, cioè senza indicazione della località, assegnato al campo di Munsingen, dove si addestra la Monterosa.

 

Già dal gennaio/febbraio 1944 vengono assegnati i primi numeri di feldpost della serie 80.000: col maggio del ’44 per ogni Divisione viene creato uno speciale ufficio divisionale contraddistinto dalle lettere maiuscole A, B, C e D rispettivamente per San Marco, Italia, Monterosa e Littorio; ogni timbro postale così assegnato, oltre alla lettera identificativa riporta l’indicazione “Posta da Campo”, la data e un piccolo fascio repubblicano. Per le corrispondenze raccomandate di servizio, la lettera identificativa della Divisione è minuscola invece di maiuscola e nel timbro viene aggiunto un numero identificativo di ogni grande unità chiamato Kenn-Nummer.

16: Biglietto postale spedito tramite la Posta da Campo A assegnata alla Divisione San Marco, la quale nel giugno del ’44 si trova ancora in addestramento in Germania nel campo di Grafenwor.

17: Cartolina in franchigia con frase di propaganda spedita da un marò del I Gruppo, 3a batteria del 3° Rgt. di Artiglieria della Div. San Marco (Fpn. 80367 D) dislocata in Liguria.