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SCIARA SCIAT - Libia 1911 
Alberto CAMINITI

PREFAZIONE

Eravamo già al 23 ottobre dell’11 e gli ordini di Roma erano di trattare civilmente gli abitanti e di cercare contatti umani e buoni rapporti anche mediante cospicue mazzette di franchi/oro, onde dimostrare alle potenze europee che eravamo buoni colonizzatori. Poi avvenne il massacro di Sciara Sciat e le cose cambiarono radicalmente. S.S. fu un vero crinale; c’era stato un passato, si apriva un futuro di violenza ed orrore.

LA VICENDA

In zona operava una forte colonna di guerriglieri arabo-turchi guidata dal colonnello Naset Bey, che si appoggiava alla popolazione locale sulla quale aveva un forte ascendente. Il nostro schieramento perimetrale vedeva il 6° ed il 40° fanteria, poi l’82° e l’84° fanteria e più in là, l’11°bersaglieri del col. Gustavo Fara. I rivoltosi riuscirono ad infiltrarsi fra i nostri fanti ed i bersaglieri. Per non essere presi alle spalle, la Fanteria retrocedette nei palmeti della zona e così i Bersaglieri restarono scoperti sul fianco destro. In particolare ne soffrì la 4^ compagnia del 27° Battaglione che venne sopraffatta e catturata. Nessuno saprà mai che cosa scatenò il sanguinoso orrore che ne seguì: i bersaglieri vennero crocifissi ancora vivi, molti gli eviscerati e parecchi gli evirati; ad alcuni vennero tagliate le mani ed i poveretti morirono dissanguati; tutti furono torturati brutalmente ed alcuni uccisi a bastonate.

La nostra reazione fu veloce: il gen. Caneva chiamò a terra le compagnie da sbarco della Squadra navale in rada che, con le sue bordate, colpì e fece allontanare la colonna dei rivoltosi. I marinai presero il posto delle truppe che, liberatesi dagli impegni difensivi, scattarono al contrattacco. Quando avanzammo e giungemmo nel palmeto di Sciara Sciat, lo scenario sanguinoso dei bersaglieri trucidati si presentò agli occhi dilatati dei nostri militari, Essendovi in atto la censura militare, si voleva tenere segreto l’eccidio; ma in giro vi erano i giornalisti argentini de La Prensa che usavano la valigia diplomatica dei loro Consoli per inviare gli articoli e le fotografie. In patria si venne a conoscere così l’orrore e gli studenti liceali ed universitari scesero in piazza chiedendo vendetta e giustizia.

Scioperarono poi i lavoratori ed i contadini. Giolitti approfittò del buon momento e spedì da Napoli rinforzi di fanteria e di artiglieria. La repressione fu violenta e l’ordine di Roma era di rintracciare i responsabili del massacro e di fucilarli sul posto. I nostri militari bloccavano un intero gruppo di casolari ed ogni casa veniva ispezionata. Se si trovava qualche arma, o cartina o documento della guerriglia, la famiglia veniva giustiziata sul posto, compresi donne, vecchi e bambini. Lo stesso se in casa fosse stato trovato un qualche oggetto riferibile ai bersaglieri.

L’intera casta dei notabili, degli abbienti del posto, degli insegnanti e perfino dei pochi tecnici ed artigiani venne imbarcata sulle navi e trasportata alle isole Tremiti che si affollarono di libici esiliati, Rapidamente furono costruiti altri campi di concentramento in Sicilia, Calabria e nelle Puglie.

In Libia non rimase alcuna persona che sapesse leggere e scrivere; in modo che non si riformasse la guerriglia anti-coloniale. Ovviamente la colonna dei torturatori era ormai scomparsa nell’immensità del deserto tripolino e non venne mai raggiunta. Comunque, si ripete: Sciara Sciat fu un crinale dopo il quale la campagna libica divenne selvaggia e sanguinaria.

Noi perdemmo 503 uomini fra morti, mutilati e feriti; non si conosce il numero esatto degli indigeni, ma si parla di cifre che vanno dagli 8 mila ai 35 mila giustiziati fra guerriglieri e civili.

SUPPORTI POSTALI E TEMATICI

Si premette che i valori filatelici, se non altrimenti evidenziato, sono di proprietà dell’autore e che le immagini esposte sono state tratte da siti Internet non coperti da copyright.

Abbiamo inoltre pensato che una volta tanto sarebbe stato interessante utilizzare delle erinnofilie anche per rallegrare i vari Soci di sodalizi appassionati del settore. Ci siamo quindi appoggiati alla sterminata collezione del genovese Francesco Maggi, noto esperto di Giornali di trincea , che ringraziamo vivamente.

Cartolina postale nuova relativa alla citata oasi

Prima pagina di un giornale di trincea d’epoca

Cartolina postale nuova per la posa del monumento ai Caduti

Piccola mostra di erinnofili coevi al conflitto libico


Onore ai Caduti di Sciara Sciat!

Alberto Caminiti
26-10-2020