Il 29 maggio di ogni anno, in occasione dell’anniversario della famosa Battaglia di Curtatone e Montanara del 1848, vengono commemorate anche le gesta compiute in terra d’Africa nel 1935-1936 dal Battaglione Universitario che porta il glorioso nome delle due località.
Giungono a rammentare quegli avvenimenti rettori di varie università italiane fra i quali quello di Bologna che per tradizione ricopre anche la carica di presidente del Battaglione e, fino a qualche anno fa, qualche reduce o parenti di combattenti che si sacrificarono durante quell’impresa.
Notizie Storiche
(tratte dal libro: C’era una volta il Battaglione Universitario Curtatone e Montanara –
edito in proprio dal Comitato Nazionale Bur Scibis nel 1985)
L’evento, come tutti gli accadimenti storici, va inquadrato nel giusto contesto e nell’ambito geografico in cui si sono svolti gli eventi bellici.
Nel 1935 l’Etiopia era un impero sul cui trono sedeva, dal 1930, il negus Hailé Selassié, figlio di ras Maconnen.
L’Italia aprì le ostilità contro l’Etiopia il 2 ottobre 1935, prendendo come pretesto una serie di incidenti (Ual Ual) avvenuti sulla frontiera somala. Da parte italiana furono schierati, in Eritrea, cinque corpi d’armata, di cui uno composto da soldati di quella nazione e, in Somalia, due divisioni nazionali e una libica. Sul confine eritreo l’Etiopia schierava tre “masse”, ciascuna di 150.000 uomini; altre due, ognuna di 50.000 uomini, erano dislocate al centro dell’impero e sul confine somalo. Il negus Hailé Selassié non aveva sufficiente autorità sui rais per dare alle operazioni un indirizzo unitario.
La prima fase della campagna militare, che durò dal 3 ottobre all’8 novembre, consentì alle truppe guidate dal generale De Bono di conquistare il Tigré; successivamente le operazioni ebbero un forte rallentamento, tanto che i comandi militari decisero di sostituire il generale De Bono con il maresciallo Pietro Badoglio.
Dal 15 dicembre 1935 al 24 gennaio dell’anno successivo, dopo un tentativo etiopico di aggiramento, ebbe luogo la prima battaglia del Tembien. La vittoria arrise agli italiani, favorita anche dai contrasti sorti fra i comandanti abissini. Tra il 10 febbraio e il 3 marzo ebbero luogo la battaglia di Endertà, condotta contro le “masse” di ras Mulughietà, e la seconda battaglia del Tembien, contro quelle dei ras Cassa e Sejum, che terminarono con la conquista da parte degli italiani dello Scirè e l’annientamento delle forze che presidiavano la regione.
Nelle adiacenze del Lago Ascianghi il negus in persona, alla testa dei 35.000 uomini dell’armata imperiale, nei giorni 31 marzo e 1° aprile portò una controffensiva senza però rallentare l’avanzata delle truppe italiane che raggiunsero Dessiè il 15 aprile e Addis Abeba il 5 maggio.
Nello scacchiere somalo, nel gennaio del 1936, il generale Rodolfo Graziani portò le sue truppe alla conquista di Neghelli e all’occupazione della regione dell’Ogaden difesa da 30.000 uomini.
Il 9 maggio a Dire Daua avvenne il congiungimento delle truppe dislocate in Somalia e in Etiopia.
Una conclusione della guerra così rapida è da ascrivere, in massima parte, al largo impiego dell’aviazione e all’elevato numero di combattenti che erano stati impiegati.
Come conseguenza della campagna militare in Etiopia si venne a costituire, con l’Eritrea e la Somalia Italiana, l’Africa Orientale Italiana (AOI).
Alla Campagna d’Etiopia prese parte anche il Battaglione Volontari Universitari “Curtatone Montanara”. Lo componevano sei Compagnie ed era inquadrato nella Divisione Tevere guidata dal Generale di Divisione Enrico BOSCARDI. Comandante del Battaglione era il Tenente Colonnello Aroldo VINCIGUERRA, gli Aiutanti Maggiori in 1a erano il Maggiore Aldo TACCA, il Capitano Annibale FRUTTARELLI e il Capitano Franco PIZZUTI. A dirigere il servizio sanitario furono incaricati il Capitano Dottor Vincenzo AGAMENNONE e il Tenente dott. Quintino CERULLI; l’Ufficiale addetto al Comando era il Tenente Salvatore ITALIA.
Il Battaglione poteva contare su 36 ufficiali, 35 sottufficiali e 854 allievi.
I giovani volontari destinati al battaglione erano affluiti il 16 ottobre 1935 al centro di mobilitazione di Tivoli, dove ricevettero un adeguato equipaggiamento e istruzioni sull’uso delle armi e furono destinati a un battaglione di mitraglieri. La partenza per l’Africa orientale avvenne il 13 dicembre da Napoli sul piroscafo Sannio che fece rotta direttamente per Mogadiscio dove giunse una quindicina di giorni dopo. Il campo base fu dislocato nel paese di Burscibis, importante centro carovaniero.
Le istruzioni e l’allenamento si intensificarono con l’effettuazione di lunghe marce giornaliere e di addestramento al tiro.
Il battaglione, su un centinaio di autocarri, raggiunse poi Gabredarre e, nell’aprile 1936, si unì alla Colonna Agostini, con la quale occupò Dagahbur.
Successivamente, assieme alla colonna Navarra, entrò in Giggiga (6 maggio 1936), dove si fermò un piccolo contingente, mentre il resto del battaglione conquistava Dire Daua per poi congiungersi nelle vicinanze di Harrar alla Colonna Nasi. Il giorno successivo raggiunsero di nuovo Dure Daua e il 12 maggio trenta allievi ufficiali sfilarono di fronte al Maresciallo Badoglio durante una grandiosa rivista celebrativa della vittoria.
Lasciata Dire Daua il Battaglione si mise in marcia per Bur Scibis, raggiunta il 28 successivo.
Il 14 giugno, terminata per loro la Campagna d’Etiopia, i volontari del “Curtatone Montanara” si imbarcarono a Mogadiscio sul “Principessa Giovanna” diretti al porto di Napoli dove attraccarono il 1° luglio, accolti da grandiose manifestazioni di giubilo. Il giorno successivo a Roma, dopo aver reso omaggio al Milite Ignoto, i Legionari sfilarono in Piazza Venezia alla presenza del Capo del Governo Benito Mussolini.
Per atti di eroismo compiuti durante la “Campagna d’Etiopia” e in anni successivi fu conferita alla bandiera la medaglia d’oro con la seguente motivazione:
“A riconoscimento della luminosa tradizione segnata un secolo fa nella giornata di Curtatone del Battaglione Universitario Toscano e riaffermata dagli universitari italiani in tutte le guerre del Risorgimento e successive con largo contributo di volontari e partigiani. A testimonianza della riconoscenza della Patria per le generazioni studentesche italiane che il Paese intende onorare ed esaltare nel glorioso Vessillo che l’Ateneo di Pisa ha il privilegio di custodire.
1848-49, 1859, 1866, 1915-18, 1935-36, 1940-45".
(Decreto 21 maggio 1948)
Furono pure conferite ad appartenenti al Battaglione Universitario due medaglie d’oro, cinque d’argento e quattro di bronzo.
Il servizio postale
Fatte queste necessarie premesse, passiamo a dare alcune notizie relative al servizio postale durante la Campagna d’Etiopia.
Sino al marzo del 1935 tutto il servizio postale si appoggiava a quello civile. Dato il numero non molto elevato di militari italiani presenti nella regione, la distribuzione della corrispondenza, che giungeva dall’Italia ogni quindici giorni, non presentava particolari difficoltà. Solamente con l’arrivo di contingenti molto più numerosi si dovette provvedere alla fornitura di mezzi di trasporto adeguati e di personale specializzato che fu posto alle dirette dipendenze dell’Intendenza dell’Africa Orientale.
Furono istituiti trentanove centri di raccolta, nei quali era convogliata la posta, trasportata poi ad Asmara e a Mogadiscio per essere smistata e fatta giungere, nel giro di poche ore, alle colonne in marcia.
In Italia furono istituiti quattro uffici di raccolta e precisamente a Roma, a Siracusa, a Brindisi e a Napoli. In quest’ultima città veniva fatta pervenire tutta la corrispondenza diretta ai militari di stanza in Africa Orientale che, trasportata a mezzo di aerei, giungeva a destinazione nel giro di quattro o cinque giorni al massimo. Spesso, per facilitare il lavoro degli addetti allo smistamento, i mittenti apponevano la dicitura “POSTA MILITARE”, a volte abbreviata in “P. M.”; l’indicazione del reparto di appartenenza del destinatario era invece più che sufficiente per la consegna.
Nel periodo della Campagna d’Etiopia furono forniti più di 150 bolli destinati ai Comandi, alle Divisioni e ai Reparti; ognuno di essi riportava una particolare dicitura o un numero seguito spesso da lettere dell’alfabeto. Alla Divisione Tevere, alla quale apparteneva il Battaglione Universitario, era stato fornito un bollo con la dicitura “POSTA MILITARE N. 106 * EMISSIONE B*”.
I principali servizi postali che gli uffici potevano svolgere erano l’accettazione della corrispondenza ordinaria (esclusi degli espressi), delle raccomandate, dei pacchi postali, di peso non superiore ai due chilogrammi, di vaglia ordinari e di servizi a denaro.
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Lettere del 24 e del 29 aprile 1936 recante il bollo “POSTA MILITARE N. 106 *EMISSIONE B*” in dotazione alla Divisione Tevere di cui faceva parte il Battaglione Universitario “Montanara e Curtatone” |
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Lettera spedita da Zara il 4 febbraio 1936 diretta a un allievo ufficiale del Battaglione Universitario Curtatone e Montanara di stanza a Mogadiscio |
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Cartolina della Divisione CC.NN. “Tevere” sulla quale compare tra gli altri il vessillo degli Universitari |
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Cartolina del Battaglione Universitario Mantovano “Montanara e Curtatone” |
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Cartoline postali recanti sul frontespizio mappe dell’Africa Orientale Italiana |
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Diploma e medaglie conferite a un reduce dalle Operazioni militari in Africa Orientale |
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Curtatone (Mantova) – Monumento agli Universitari caduti in tutte le guerre |
Sergio Leali
06-11-2020
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