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L’affondamento dello Scirocco
Enrico Bettazzi

Il cacciatorpediniere Scirocco apparteneva alla classe Maestrale, come le altre tre unità gemelle con i nomi della Rosa dei Vènti: Maestrale, Grecale e Libeccio. Lo Scirocco era una nave veloce, manovrabile, dotata di buona autonomia, costruita nei cantieri di Riva Trigoso di Sestri Levante e varato nel 1934. Progettato per scortare navi di dimensioni maggiori con manovrabilità ridotta, aveva il compito di difenderle da eventuali aggressioni derivanti da unità di attacco più maneggevoli, ma anche da sottomarini e da aerei. Era quindi un veloce cacciatorpediniere, poteva raggiungere i 32 nodi e aveva a bordo 236 uomini (12 ufficiali e il resto sottoufficiali e marinai). Tra questi vi era il sottocapo Alfredo Del Maestro, figlio di una maestra elementare insegnante in un paesino della Lucchesia.

Alfredo, nato nel 1921, si era imbarcato sullo Scirocco, partecipando a varie missioni. Le sue cartoline e le sue lettere erano regolarmente spedite alla famiglia.
L’ultima è del 18/3/42.

Biglietto in franchigia con guller della Regia Nave Scirocco scritto il 15/3/42
Retro della cartolina in franchigia scritta da Alfredo Del Maestro in data 18/3/42, cinque giorni prima dell’affondamento della Regia Nave.


Il cacciatorpediniere nel corso del secondo conflitto mondiale compì novantasei regolari missioni di guerra (13 con le forze navali, 4 di posa di mine, una di caccia antisommergibile, 2 di trasporto, 14 di scorta convogli, 16 addestrative e 46 di trasferimento o di altro tipo), percorrendo circa 34.000 miglia.

Sotto il comando del capitano Francesco Dell'Anno, levò le ancore la mattina del 22 marzo 1942 per raggiungere la squadra navale impegnata nello scontro tra un convoglio della Royal Navy e varie unità della Regia Marina a nord del golfo della Sirte (seconda battaglia navale della Sirte). Non fece però in tempo a partecipare all'azione e quindi gli fu ordinato il rientro. Nella serata dello stesso giorno ebbe inizio la fase di ritorno alla base di Taranto, insieme al cacciatorpediniere Geniere.

Alle mutate avverse condizioni metereologiche del momento (mare forza 8 con onde di oltre 10 metri) si aggiunse una seria avaria meccanica alla trasmissione del motore che costrinse la nave a una velocità di 14 nodi, lentezza scesa poi ad appena 7 nodi nelle ore seguenti. In quelle più che critiche condizioni il caccia non riuscì a raggiungere il resto del gruppo navale in rotta di ritorno alla base. All'alba del giorno successivo, il 23 marzo, i propulsori andarono fuori uso, lasciando lo Scirocco paralizzato in balia delle onde, portandosi di traverso ai marosi ed imbarcando acqua a poppa; scoppiarono le caldaie ed in appena sette minuti la nave affondò, intorno alle 5.45, a 150 miglia da Malta.

Il comandante, vista la nave persa ed il destino dei suoi uomini segnato, preferì spararsi un colpo alla tempia (alla sua memoria verrà conferita la medaglia d’oro al valor militare).

Nei giorni successivi il mare non migliorò, riducendo le possibilità di ricerca di eventuali naufraghi. Un idrovolante, la mattina del 26, riuscì ad avvistare ad 80 miglia a nord dal luogo dell’affondamento due uomini su un battellino; gli unici due superstiti di un equipaggio composto da 12 ufficiali e 224 tra sottufficiali, sottocapi e marinai.

Busta spedita al marinaio dalla famiglia il 3/4/42 e rispedita al mittente .


Gli altri furono dati per dispersi. La famiglia Del Maestro rimase senza notizie; fin da subito si attivò con i canali per la ricerca di notizie del familiare: fu attivata la Santa Sede per sapere se Alfredo fosse finito prigioniero degli Inglesi, magari ripescato vicino a Malta.

Corrispondenza della Segreteria di Stato vaticana per la ricerca di notizie del disperso.


Invece la sezione lucchese dell’associazione caduti in guerra dette loro la ferale notizia: a soli 22 anni Alfredo Del Maestro aveva condiviso la sfortunata esperienza dell’intero equipaggio dello Scirocco.

Corrispondenza dell’Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti in Guerra del 22/4/42 alla famiglia per comunicazioni.


Nessun altro cacciatorpediniere della Marina italiana andò mai perduto con così pochi sopravvissuti.


BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

G. ROCCA, Fucilate gli ammiragli, Milano, 1997

C.BALESTRA-A.CECCHI, I servizi postali della marina italiana nella seconda guerra mondiale, Firenze, 1974

https://www.difesa.it/il_ministro/onorcaduti/pagine/amministrativo.aspx

https://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2015/07/scirocco.html

Enrico Bettazzi
15-05-2021