|
|
|||||||||||||
L’affondamento dello Scirocco | ||||||||||||||
Enrico Bettazzi | ||||||||||||||
Il cacciatorpediniere Scirocco apparteneva alla classe Maestrale, come le altre tre unità gemelle con i nomi della Rosa dei Vènti: Maestrale, Grecale e Libeccio. Lo Scirocco era una nave veloce, manovrabile, dotata di buona autonomia, costruita nei cantieri di Riva Trigoso di Sestri Levante e varato nel 1934. Progettato per scortare navi di dimensioni maggiori con manovrabilità ridotta, aveva il compito di difenderle da eventuali aggressioni derivanti da unità di attacco più maneggevoli, ma anche da sottomarini e da aerei. Era quindi un veloce cacciatorpediniere, poteva raggiungere i 32 nodi e aveva a bordo 236 uomini (12 ufficiali e il resto sottoufficiali e marinai). Tra questi vi era il sottocapo Alfredo Del Maestro, figlio di una maestra elementare insegnante in un paesino della Lucchesia.
Sotto il comando del capitano Francesco Dell'Anno, levò le ancore la mattina del 22 marzo 1942 per raggiungere la squadra navale impegnata nello scontro tra un convoglio della Royal Navy e varie unità della Regia Marina a nord del golfo della Sirte (seconda battaglia navale della Sirte). Non fece però in tempo a partecipare all'azione e quindi gli fu ordinato il rientro. Nella serata dello stesso giorno ebbe inizio la fase di ritorno alla base di Taranto, insieme al cacciatorpediniere Geniere. Alle mutate avverse condizioni metereologiche del momento (mare forza 8 con onde di oltre 10 metri) si aggiunse una seria avaria meccanica alla trasmissione del motore che costrinse la nave a una velocità di 14 nodi, lentezza scesa poi ad appena 7 nodi nelle ore seguenti. In quelle più che critiche condizioni il caccia non riuscì a raggiungere il resto del gruppo navale in rotta di ritorno alla base. All'alba del giorno successivo, il 23 marzo, i propulsori andarono fuori uso, lasciando lo Scirocco paralizzato in balia delle onde, portandosi di traverso ai marosi ed imbarcando acqua a poppa; scoppiarono le caldaie ed in appena sette minuti la nave affondò, intorno alle 5.45, a 150 miglia da Malta. Il comandante, vista la nave persa ed il destino dei suoi uomini segnato, preferì spararsi un colpo alla tempia (alla sua memoria verrà conferita la medaglia d’oro al valor militare). Nei giorni successivi il mare non migliorò, riducendo le possibilità di ricerca di eventuali naufraghi. Un idrovolante, la mattina del 26, riuscì ad avvistare ad 80 miglia a nord dal luogo dell’affondamento due uomini su un battellino; gli unici due superstiti di un equipaggio composto da 12 ufficiali e 224 tra sottufficiali, sottocapi e marinai.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA G. ROCCA, Fucilate gli ammiragli, Milano, 1997 C.BALESTRA-A.CECCHI, I servizi postali della marina italiana nella seconda guerra mondiale, Firenze, 1974 https://www.difesa.it/il_ministro/onorcaduti/pagine/amministrativo.aspx https://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2015/07/scirocco.html Enrico Bettazzi | ||||||||||||||