Il Saturnia fu un transatlantico varato nel 1925, nave gemella del Vulcania. Oltre che come nave da crociera, fu anche utilizzato come nave trasporto truppe e nave ospedale.
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Motonave Saturnia a Trieste negli anni trenta (Coll. E.Bettazzi). |
il Saturnia fece il suo viaggio inaugurale partendo il 21 settembre 1927 da Trieste sulla rotta Trieste-Napoli-Marsiglia-Sudamerica. Dal 1º febbraio 1928 iniziò il servizio sulla rotta Mediterraneo-New York. Nel 1932 la Società di Navigazione Cosulich e la sua flotta, compreso il Saturnia, confluirono nella Italia di Navigazione.
Nel maggio 1940 la nave, ferma a New York, venne internata, nonostante l'Italia fosse ancora non belligerante; venne quindi dipinta di bianco e trasformata in nave ospedale.
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La Saturnia ridipinta da nave ospedale nel 1943 (Wikipedia) |
In accordo con le forze alleate iniziò il servizio di rimpatrio di civili internati e di soldati italiani feriti dall'Africa Orientale (Etiopia, Eritrea e Somalia), con la protezione della Croce Rossa Internazionale. Per queste missioni vennero utilizzate anche altre navi della Società Italia: la Caio Duilio, la Giulio Cesare e la Vulcania. Nelle corrispondenze vennero spesso indicate come “le navi bianche”.
Dovettero circumnavigare l’Africa, temendo gli Alleati che si potessero autoaffondare nel Canale di Suez, ostruendolo. Sostavano a Gibilterra, dove imbarcavano una piccola missione inglese, e alle isole Canarie o di Capo Verde, circumnavigavano il Capo di Buona Speranza, quindi si rifornivano a Port Elisabeth e giungevano ai porti di Massaua e Berbera, per circa 10.500 miglia.
La Saturnia partendo da Genova o Trieste arrivava a Berbera in Somalia, ove raccoglieva i civili provenienti anche dalle colonie britanniche di Uganda, Kenya e Somaliland. La nave partecipò a tutte e tre le missioni di imbarco, stando per ogni viaggio circa sessanta giorni in mare.
La terza e ultima missione si concluse con l'arrivo a Taranto nell'agosto 1943. A parte il Saturnia ed il Vulcania, le altre due navi vennero affondate a Trieste durante bombardamenti alleati del 1943-1944.
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Timbri utilizzati durante le missioni (da Balestra-Cecchi in bibliografia) |
Nel dicembre 1945 la nave fu requisita dalla U.S. Navy per continuare il servizio come nave ospedale effettiva con il nome di Frances Y. Slanger nei teatri di guerra delle truppe degli Stati Uniti, fino al novembre 1946.
Venne quindi rinominata nuovamente Saturnia e riconvertita a nave passeggeri.
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Cartolina degli anni ‘50 (Coll. E. Bettazzi) |
Riprese il servizio di trasporto passeggeri il 20 gennaio 1947 sulla rotta Genova-Napoli-New York. Su tale linea la nave rimase fino al 3 ottobre 1955, quando espletò il suo ultimo servizio per New York. Venne quindi trasferita sulla rotta Mediterraneo-U.S.A.-Canada.
L'ultimo suo viaggio transatlantico ebbe inizio il 7 marzo 1965 con rotta Trieste-Venezia-Patrasso-Napoli-Palermo-Gibilterra-Lisbona-Halifax-New York-Boston-Lisbona-Gibilterra-Napoli-Palermo-Patrasso-Venezia-Trieste. Al rientro dall'ultimo viaggio la nave venne avviata alla demolizione, che ebbe luogo nei cantieri di La Spezia.
Enrico Bettazzi
27/08/2022
SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA
https://it.wikipedia.org/wiki/Saturnia_(transatlantico)
https://it.wikipedia.org/wiki/Rimpatrio_dei_civili_italiani_dall%27AOI
M. MARCHETTI – A. PASQUINI, POW Special Mail to Italy. Quando le navi bianche trasportarono la posta dei prigionieri di guerra in Africa Orientale, in “Posta Militare e Storia Postale” (rivista AICPM), n.104 (2007), pp.33-41.
E. BETTAZZI, Le navi ospedale nella II guerra mondiale, In “Posta Militare e Storia Postale”, n.142 (2017), pp. 51-58.
C. BALESTRA- A. CECCHI, con la collaborazione di B.CADIOLI, I Servizi postali della Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale, Firenze, 1974.
Cartolina in franchigia recante il timbro della Croce Rossa per la missione oltremare, scritta al ritorno dal secondo viaggio, il 21 giugno 1942 all’attracco a Napoli per lo sbarco dei rimpatriandi.
Timbro civile di Sanpier d’Arena (GE) all’arrivo al porto finale.
Il maresciallo di bordo Gariboldi descrive alla famiglia l’emozionante scena dell’arrivo nel porto partenopeo:
“Carissimi;
Ischia, Procida, Nisida, Posillipo, Napoli che ti accoglie con un azzurro e solatio amplesso.
Primi a salutarci sono i “canottieri” che sbandano contronda vele e scafi per sfilare sui nostri bordi urlandoci un commosso “Benvenuti!” ed agitando le piccole bandiere di prescrizione.
Alle 13 = dopo lunga e noiosa manovra= attracchiamo alla Stazione Marittima: poca folla di “servizio” e massima confusione come in tutti gli arrivi partenopei. Il cuore di Napoli e la sua folla, attende =pigiata= oltre i cancelli, su pel declivio del Maschio Angioino. …”. (Coll.E.B.)
Cartolina in franchigia postalizzata da Trieste dove il Saturnia attende per la terza missione.
Scritta il 19/5/43 da una infermiera volontaria imbarcata che dice “ domani partiamo…”.
Timbro del locale ospedale cittadino ove nel frattempo la I.V. della C.R.I. prestava servizio.
Timbro civile di Trieste del 20/5. (Coll. E.B.)
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