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La Regia Nave Ospedale Po |
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Gustavo Cavallini | ||||||||||||||
Il piroscafo “Po” (ex Vienna) costruito a Trieste nel 1911, fu trasformato in Nave Ospedale nel 1940, all’inizio della guerra. Era chiamata nave “spedaliera” per le tante missioni, quattordici, che aveva compiuto trasportando oltre 7.000 persone tra feriti ed ammalati. Nella notte tra il 31 ottobre e il 1º novembre 1918 il Wien fu coinvolto nell'Impresa di Pola, nella quale due incursori italiani, Raffaele Rossetti e Raffaele Paolucci, a bordo di un mezzo subacqueo detto Mignatta con il quale erano penetrati all'una di notte nel porto (dinanzi al quale erano stati portati dai MAS 94 e 95), affondarono la corazzata austro-ungarica Viribus Unitis. I due operatori, infatti, intorno alle 5:30 del 1º novembre furono scoperti e, prima di abbandonare la mignatta, ne innescarono la carica di autodistruzione, che detonò dopo che il mezzo si era adagiato sul fondale della darsena di Vergarolla, nei pressi del Wien: il piroscafo, investito dallo scoppio (la mignatta detonò poco dopo lo scoppio della carica che aveva affondato la Viribus Units, esplosa alle 6:44), affondò nel porto di Pola. Prima dell'inizio della guerra d'Etiopia, la Vienna fu una delle sei navi passeggeri (le altre erano California, Gradisca, Helouan, Aquileia e Cesarea) noleggiate (e poi requisite) tra il giugno e l'ottobre 1935 dalla Regia Marina per aggiungersi alle due già impiegate (Urania e Tevere) per il trasporto dei feriti e dei malati tra le truppe inviate in Eritrea e Somalia in preparazione dell'invasione. Dotate di attrezzature molto all'avanguardia per l'epoca (tra cui apparati di condizionamento dell’aria), queste navi non vennero classificate e denunciate presso gli appositi organismi internazionali come navi ospedale, ma come «navi trasporto infermi»: dato che delle navi ospedale non avrebbero potuto trasportare truppe e rifornimenti ma solo feriti e malati, tale classificazione venne ideata per poter utilizzate le unità in questione come trasporti di truppe e rifornimenti per le operazioni in Eritrea e Somalia all'andata, senza ledere le convenzioni internazionali, e per rimpatriare e curare feriti e malati al ritorno (le missioni delle navi trasporto infermi si concludevano sempre a Napoli). Tale decisione venne motivata anche dal fatto che occorreva sfruttare appieno ogni singolo viaggio, dato che Massaua, Chisimaio e gli altri porti di Eritrea e Somalia erano scarsamente ricettivi ed attrezzati in maniera non adeguata. Ugualmente provviste di dotazioni sanitarie e di personale medico (tra cui una dozzina di crocerossine), le navi trasporto infermi si distinguevano dalle navi ospedale per la colorazione, bianca ma priva di croci rosse e strisce verdi prescritte per tali unità. In vista dell'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale, il Po venne requisito il 21 maggio 1940 ed iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato (più precisamente del Naviglio Ausiliario Autonomo) il 10 luglio 1940, questa volta come vera e propria nave ospedale, con 600 posti letto. Ridipinta pertanto secondo le norme stabilite dalla Convenzione di Ginevra per le navi ospedale (scafo e sovrastrutture bianche, fascia verde interrotta da croci rosse sullo scafo e croci rosse sui fumaioli), la nave, dotata di adeguate attrezzature sanitarie (che comprendevano una sala operatoria, alcuni ambulatori e sale di medicazione, stanze attrezzate per la radiologia e laboratori di analisi) ed imbarcato personale medico, entrò in servizio nel luglio 1940. Il 14 marzo del 1941 la nave si trovava nella rada del porto di Valona e non aveva feriti a bordo. Queste Sorelle furono le prime Infermiere Volontarie cadute nell’adempimento del loro dovere. La Croce Rossa Nazionale, il 27 marzo 1941, propose a S.A.R. la Principessa Maria di Piemonte, Ispettrice Nazionale, di intitolare a nome delle Sorelle scomparse, tre Ospedali di Croce Rossa che in quei giorni avevano iniziato a funzionare a: Lucca, Arezzo e Grosseto.
FONTI
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