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Dardano Fenulli: dall’Etiopia alle Fosse Ardeatine

Enrico Bettazzi

Due cartoline in franchigia spedite al Senatore Principe Ugo Moncada ci rendono memoria di un ufficiale che ha partecipato con valore ai conflitti bellici del Novecento.
Dardano Fenulli sentì fin da piccolo l’attrazione per la vita militare e dopo essersi arruolato volontario nel 1906 nei “Lancieri di Milano”, entrò in Accademia a Modena da dove uscì sottotenente nel 1912.

Partecipò alla guerra italo-turca, ove il padre, anch’egli ufficiale, cadde in combattimento ed ebbe una medaglia al valore alla memoria. In colonia conobbe Ugo Moncada di Paternò e per questo gli invierà venti anni dopo i suoi saluti.

Fenulli, partecipando con valore alla Prima Guerra mondiale nelle fila della Cavalleria, fece meritevolmente tutta la carriera militare. Quando scoppiò il conflitto etiopico, era già tenente colonnello presso il Comando Superiore dell’Africa Orientale; vi si trattenne per effettuare operazioni di polizia coloniale, per le quali fu decorato con una medaglia d’argento al valor militare.

Per il contegno avuto durante tutta la permanenza in Etiopia fu promosso al grado di Colonnello.

 

Cartolina in franchigia postalizzata tramite Posta Militare 125 E in data 11/5/1936, spedita al Principe Ugo Moncada di Paternò a Palermo e da lì reindirizzata a Sabratha Vulpia, ove il nobil homo siciliano aveva interessi economici (Note). Fenulli scrive il 10/5 da Enda Jesus: “..Qui, in queste nuove terre, si risvegliano gli antichi ricordi africani che venti anni or sono ci legarono fraternamente.”.

Cartolina in franchigia postalizzata tramite il Concentramento di Posta Militare di Asmara il 12/12/1936.

Nel 1941 Fenulli fu mandato in Jugoslavia, al comando del reggimento “Lancieri di Montebello”; nominato nel 1943 Generale di Brigata , divenne vice comandante della rinata Divisione corazzata “Ariete” (Ariete 2), dopo che la prima era stata distrutta in Africa Settentrionale.

A Roma nel periodo post armistiziale, combattè i Tedeschi nelle eroiche giornate della difesa della capitale.
Passò in clandestinità e fu tra i promotori della resistenza militare a Roma e nel Lazio; fu tradito da una delazione ed arrestato a febbraio 1944, trasportato come molti altri patrioti in Via Tasso dove subì le angherie dei nazi-fascisti.
Insieme ad altri militari, partigiani, antifascisti ed ebrei, fu nel numero dei prescelti per la strage delle Fosse Ardeatine.
Alla sua memoria fu concessa la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione:

Una lapide lo ricorda a Reggio Emilia, sua città natia.

Enrico Bettazzi
09/04/2024

 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

M. AVAGLIANO – M. PALMIERI, Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine. Le storie delle 335 vittime dell’eccidio simbolo della resistenza, Torino, 2024

https://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Moncada_di_Patern%C3%B2

https://www.anpi.it/biografia/dardano-fenulli

https://it.wikipedia.org/wiki/Dardano_Fenulli

https://www.movm.it/decorato/fenulli-dardano/

(Note)

Ugo Moncada di Paternò

Nacque a Palermo il 13 gennaio 1890 da Pietro, XII principe di Paternò e dalla nobildonna Caterina Valguarnera Favara dei principi di Niscemi, di cui era figlio secondogenito. Fu XIII principe di Paternò, VIII duca di San Giovanni, XXV conte di Caltanissetta, poiché il fratello maggiore, Corrado nato nel 1888, morì infante. Suo nonno paterno fu Corrado Moncada Bajada, XI principe di Paternò, mentre suo nonno materno fu Corrado Valguarnera Tomasi, VIII principe di Niscemi, entrambi senatori del Regno d'Italia.
Moncada fece gli studi classici a Roma e successivamente studiò per tre anni all'Istituto di Scienze Politiche e Sociali a Firenze. Nel 1913, entrò nel Regio Esercito col grado di sottotenente, con cui prese parte alla prima guerra mondiale. Promosso al grado di tenente nel corso del conflitto, alla sua conclusione ottenne un'ulteriore promozione a Primo capitano di cavalleria in aspettativa per riduzione dei quadri.
Morì a Lugano, in Svizzera il 28 dicembre 1974.
Iniziò la sua attività politica all'Associazione Nazionalista Italiana, per poi aderire al Partito Nazionale Fascista nel 1919. Per il PNF, Moncada fu più volte membro del Direttorio di Palermo, nonché Deputato alla Camera Regia nella XXIX legislatura del Regno d'Italia (1934-1939).
Il Principe di Paternò fu un grosso imprenditore attivo nei settori agricolo e della pesca. Proprietario di pescherecci e tonnare, nel 1924, fondò assieme ad altri soci - tra cui figuravano la moglie Giovanna, le sorelle Stefania e Maria Giulia, il cognato Giuseppe Lanza Branciforte, principe di Trabia - la Società Anonima Principe di Paternò Moncada, con sede sociale a Tripoli, attiva nella produzione e commercializzazione di tonno in scatola e altre conserve ittiche, la cui materia prima veniva pescata nelle tonnare libiche di Marsa Sobratha e Marsa Sorman, nella Tripolitania italiana, e lavorata nello stabilimento di Sabrata. L'impresa, di cui fu presidente, passata agli eredi dopo la sua morte, fu attiva fino agli anni settanta del XX secolo.
In Libia, il Principe di Paternò operò anche con l'Azienda Agricola Moncada, che a Sabrata disponeva di un'area di 1.900 ha, destinata alla coltivazione degli ulivi.

Dardano Fenulli

Figlio di Saverio e Rosa Ferrari, s'arruolò come volontario nel 1906 nel Reggimento "Lancieri di Milano", successivamente studiò all'Accademia militare di Modena dalla quale ne uscì nel 1912 con il grado di sottotenente di cavalleria. Nello stesso anno il padre trovò la morte a Derna nel corso della guerra italo-turca e pertanto venne decorato con la medaglia d'argento al valor militare alla memoria.
Dardano Fenulli invece venne invece inquadrato nei Cavalleggeri di Lucca e partì alla volta della Tripolitania. Alla fine della prima guerra mondiale, nel corso della quale aveva preso parte ai combattimenti sul Col Briccon e sulla Cima Bocche e anche perso il fratello minore Saverio caduto nel 1917, venne assegnato al Reggimento Nizza Cavalleria con il grado di capitano.
Nel 1938, con il grado di tenente colonnello, prese parte ad operazioni di contrasto alla guerriglia in Etiopia. Per il lavoro svolto venne premiato con una medaglia d'argento al valor militare. Nel 1941, nominato colonnello, Fenulli venne mandato in Jugoslavia alla testa dei "Lancieri di Vittorio Emanuele". Due anni dopo venne nominato Generale di brigata e vicecomandante della Divisione corazzata Ariete. Nei giorni immediatamente successivi l'8 settembre 1943 guidò alcune operazioni contro i tedeschi nei pressi di Roma, ma la firma del cessate il fuoco fermò ogni sorta d'iniziativa militare contro il nemico.
Il generale Fenulli entrò a far parte, come uno dei vertici, delle nascenti formazioni partigiane che operavano nella capitale e nel Lazio. Tradito da un delatore, venne arrestato dai tedeschi nel febbraio 1944. Dopo un periodo di detenzione nelle carceri di via Tasso, venne giustiziato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Per il suo sacrificio venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Nel 2015 il testamento spirituale di Fenulli venne scelto come traccia del tema di ambito storico per la prova di italiano degli esami di stato di istruzione secondaria superiore.

«Le nuove generazioni dovranno provare per l’Italia il sentimento che i nostri grandi del risorgimento avrebbero voluto rimanesse a noi ignoto nell’avvenire: «il sentimento dell’amore doloroso, appassionato e geloso con cui si ama una patria caduta e schiava, che oramai più non esiste fuorché nel culto segreto del cuore e in un’invincibile speranza». A questo ci ha portato la situazione presente della guerra disastrosa. Si ridesta così il sogno avveratosi ed ora svanito: ci auguriamo di veder l’Italia potente senza minaccia, ricca senza corruttela, primeggiante, come già prima, nelle scienze e nelle arti, in ogni operosità civile, sicura e feconda di ogni bene nella sua vita nazionale rinnovellata. Iddio voglia che questo sogno si avveri.»

(Dardano Fenulli, Testamento spirituale)