|
||||||||||||
La posta dei prigionieri di guerra | ||||||||||||
a cura di Maria MARCHETTI |
||||||||||||
I prigionieri di guerra sono quegli esseri umani che, a causa degli eventi bellici, finiscono per trovarsi nelle mani del nemico, alla sua mercé. Non sempre sono militari, vi possono essere anche dei civili, soprattutto nelle guerre moderne e, di solito, per entrambi il detentore allestisce dei campi di internamento, nei quali tenerli sotto controllo in attesa della fine delle ostilità. Dalla nascita della Croce Rossa nel 1863 l'istituzione di garanzie, accettate da tutti i contendenti in guerra per coloro che non erano più in condizione di combattere, i feriti, i civili inermi, i prigionieri, fu oggetto di svariate convenzioni internazionali, sottoscritte dai principali Stati. La possibilità per i prigionieri di corrispondere con la famiglia, fruendo di un servizio postale in esenzione di tassa che non subiva la sospensione che normalmente bloccava le comunicazioni fra Stati nemici, era già prevista dalla seconda Convenzione di Ginevra del 1899, vigente nel corso della prima guerra mondiale. Durante la seconda guerra mondiale erano in vigore le norme fissate dalla Convenzione di Ginevra per i prigionieri di guerra del 1929, che, tuttavia, non erano state sottoscritte da uno dei principali Stati in conflitto, l'Unione Sovietica. L'attuazione delle norme del diritto umanitario internazionale fu favorita anche dai Congressi dell'Unione Postale Universale e si attuò concretamente per mezzo dei Comitati nazionali della Croce Rossa e dei servizi postali civili e, talvolta, anche militari dei vari Paesi. Fin dalla prima guerra mondiale altri Enti, il Vaticano in particolare, affiancarono la Croce Rossa nell'offrire i loro servizi per attuare la possibilità di corrispondere con le famiglie da parte dei prigionieri. Nella seconda guerra mondiale, accordi diretti fra gli Stati permisero la nascita del servizio aggiuntivo della Posta Aerea, non previsto dalla Convenzione di Ginevra. Gli oggetti postali che rientrano nello studio della posta dei prigionieri di guerra sono vari e aprono la possibilità di studio in più direzioni: campi di internamento nei vari Paesi, destinazioni e provenienze, avviamenti, censure, modulistica, tariffe nel caso della Posta Aerea, radiomessaggi, telegrammi, l'opera della Croce Rossa, del Vaticano e di altri Enti umanitari per favorire la comunicazione con le famiglie. Coloro che amano lo studio della posta per indagare un periodo storico, trovano nella lettura dei messaggi informazioni di prima mano sugli eventi bellici e sulle condizioni di coloro che li vissero e hanno la possibilità di gettare uno sguardo sulla Storia attraverso gli occhi di chi ne fu travolto. Con il fine di arricchire le conoscenze sul contesto della prigionia e di mettere a disposizione piccole fonti storiche che altrimenti giacciono nelle raccolte dei collezionisti, la ricerca può essere allargata ai volantini di invito alla resa, ai giornali editi nei campi di prigionia, ecc.
|