Decisamente rare le cartoline stampate per il Natale del 1943 per i prigionieri in GRAN BRETAGNA le quali, pur prodotte in 77.000 copie, sono introvabili.
Furono disegnate dai prigionieri e i soggetti, assai naifs, rappresentano:
Una natività che sovrasta un campo di prigionia (fig. 9)
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(fig. 9) |
Una Madonna con Bambino che veglia sulle baracche dei prigionieri (fig. 10)
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(fig. 10) |
un soldato con la divisa da prigioniero inserito in un disegno di nuvole e ali d’angelo
(fig. 11, tratta da “Prigionieri italiani in Gran Bretagna” di L. Previato, pubblicato dal CIFR nel 1998).
Furono utilizzate normali cartoline di corrispondenza dei prigionieri mod. Army form W. 3493, stampando l’immagine sul lato destinato al messaggio.
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(fig. 11) |
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In Kenia fu soprastampato “BUON NATALE E FELICE CAPO D’ANNO” su cartoline postali di produzione italiana, le cosiddette “decapitate”, cioè tagliate in alto per privarle dell’impronta di valore, delle diciture e dei simboli del Regno d’Italia e soprastampate ad uso dei prigionieri. Evidentemente, fu una iniziativa limitata all’anno 1942 e al campo 351, perché questi pezzi sono rarissimi. (fig. 12 tratta dall’articolo "I prigionieri di guerra" di V. Astolfi, su "Qui Filatelia n.24 - aprile 2001", pubblicato sul sito dell’AICPM).
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(fig. 12 - fronte e retro |
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In India, nel campo di
Dhera Dun, per il Natale del 1941, fu predisposta la cartolina a fianco presentata in fronte e retro (figg. 13 e 14)
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(figg. 13 e 14) |
Sul lato illustrato vi è un presepe con i Re Magi in adorazione, sul lato riservato all’indirizzo del destinatario fu stampata l’ indispensabile dicitura “Service of prisoners of war”, l’augurio di “Buon Natale e Felice Anno Nuovo” e l’indicazione del campo.
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E’ nota l’esistenza di un biglietto postale utilizzato per il Natale del 1944 dai prigionieri nei campi sorti in Nord Africa dopo la resa delle nostre truppe schierate in Libia, in Tunisia e in Sicilia. Si tratta di un normale biglietto ad uso dei prigionieri di guerra degli americani, ripiegato in 4 parti, con un disegno di una culla con Gesù Bambino e le scritte “Buon Natale” e “Pax” che occupano la metà superiore dello spazio destinato al messaggio. Non sono riuscita procurarmi l’immagine, tuttavia, chi fosse interessato, può vederla in un articolo con la firma di Ruggero Buzzetti pubblicato sul Numero 83 - luglio 2000 - della rivista “Posta Militare” .
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immagini inserita dalla redazione de "il postalista" |
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Decisamente abbondante la produzione di cartoline, anche di iniziativa privata, destinate agli internati civili nei campi di Fayed e di Geneifa in Egitto. L’argomento esulerebbe dal tema dell’articolo, dedicato ai prigionieri di guerra, ma, in questa seconda parte, preferisco sfruttare l’occasione di mostrare le immagini che, con l’aiuto dei collezionisti Bruno Deandrea e Antonio Pasquini, sono riuscita a reperire sul tema delle festività natalizie, piuttosto che rimanere coerente con il titolo.
La prima immagine (fig. 15) è relativa ad una normale cartolina illustrata di produzione privata, senza alcun riferimento al campo di internamento. Solo nel disegno vi è un riferimento alla prigionia, rappresentato da un palo con dei reticolati.
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(fig. 15) |
La seconda, invece, è una cartolina di colore grigioverde di quelle stampate appositamente per gli internati del campo di Fayed, illustrata con un disegno colorato ad acquarello rappresentante una foglia di agrifoglio con braccia e gambe, che porge un biglietto con scritto “Buon Natale” e con la scritta “Auguri” di traverso alla cartolina (figg. 16-17).
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(figg. 16 e 17) |
La terza è una cartolina di produzione privata come la prima. L’illustratore, uno spi-rito laico, ignora la festività religiosa e dedica il suo augurio al nuovo anno, rap-presentato all’interno di un sole rosso che sorge all’orizzonte. Il riferimento alla prigionia è contenuto nel disegno delle tende in primo piano e nel nome del campo Geneifa indicato in alto a sinistra (fig. 18).
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(fig. 18) |
Anche la quarta cartolina è dedicata al nuovo anno e ignora la festività religiosa. Il riferimento alla prigionia è molto esplicito, da una parte la tavola imbandita sospesa in una nuvola ad indicare il sogno, dall’altra i reticolati, la sentinella di guardia, la tenda con il numero, uno sgabello per scrittoio, ad illustrare la realtà. (fig. 19)
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(fig. 19) |
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Nella posta spedita dall’Italia verso i campi di prigionia o di internamento non vi è nulla di simile. Le famiglie non avrebbero potuto utilizzare le normali cartoline illustrate a soggetto natalizio perché vi erano delle restrizioni in tal senso e le autorità o la Croce Rossa non predisposero modulistica speciale in occasione delle festività. Del resto, tranne nel caso delle cartoline inglesi e del biglietto postale americano, anche quelle fin qui presentate sono dovute all’iniziativa di enti umanitari o di privati.
Sopperì a questa mancanza il Vaticano, la cui segreteria di Stato produsse dei messaggi ad uso di prigionieri ed internati civili con la scritta in alto a destra “Auguri di Buon Natale e Capo d’Anno” e l’illustrazione sfumata, quasi a mo’ di filigrana, della Cupola di San Pietro sormontata dalla Stella Cometa.
Sono abbastanza rari. (fig. 20 )
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(fig. 20) |
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