Sono un appassionato dell'argomento anche perché mio nonno era uno degli Ufficiali in servizio presso il Comando della Divisione Siena e purtroppo su anche tra i dispersi del naufragio della motonave Sinfra la notte tra il 18 e il 19 ottobre 1943.
Quanto espresso nell'articolo del compianto Giuseppe Marchese mi risulta errato in quanto:
- non fu la maggior parte, dei circa 21.700 del contingente italiano costituito sulla 51^ Divisione di Fanteria “Siena”, che raggruppava in se numerosi reparti, occupante la prefettura di Lasithi quella più orientale dell’isola ad accettare di continuare la guerra con i tedeschi, anzi. Proprio per questo vennero quasi tutti internati (tranne un migliaio - 1700 ca. - che aderì alla proposta germanica andando a costituire la Legione Italiana Volontari a Creta - LIVC). Gli Ufficiali vennero allontanati dalla truppa, alcuni, i più alti in grado, trasferiti immediatamente (tranne il Generale Carta, comandante del contingente italiano, che era fuggito in Egitto con un sommergibile inglese);
- esiguo fu invece il numero di coloro che si unirono ai partigiani locali definiti “franchi tiratori”. Si parla inizialmente di circa 400 ma poi, pian piano, il loro numero è diminuito;
- la tabella riportante i dati dei morti e dei dispersi di ogni motonave adibita al trasporto, pubblicata nell’articolo (la scheda con altre è presente in vari libri e lavori), conferma quanto affermato. Infatti, se si fossero uniti alla causa tedesca perché arrestarli e trasferirli in campi di prigionia?
- i soli ad esser liberi sull’isola furono gli aderenti alla LIVC e gli Ufficiali che vennero lasciati nei loro alloggi sulla parola di non fuggire.
Quanto ho ora riassunto è possibile verificarlo:
- nel libro di uno dei sopravvissuti al naufragio del Sinfra il Capitano Donato Dutto nel suo “L’affondamento della nave Sinora - cronache della guerra di Grecia: 1940-1943”, ed. ArabaFenice, 2005;
- nel libro di Gianni Baldi, “Dolce Egeo guerra amara” ed. BUR, 2001;
- memorie del SottoTenente Siro Riccioni uno dei soldati datosi alla macchia con i partigiani greci;
- dal residente greco Manos Mastorakos, che stilò delle stime dei deportati italiani e greci;
- dai lavori di George Duncan: uno studioso che ebbe la possibilità di vedere gli archivi inglesi;
- dai lavori di Gehrard Schreiber;
- da alcuni rapporti presenti presso gli archivi storici della Marina Militare.
Cordialmente,
Luigi Antonio Puce
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