LA POSTA DEI PRIGIONIERI DI GUERRA
Campi per prigionieri ed internati civili nemici in Africa Orientale Italiana durante la seconda guerra mondiale

di Maria MARCHETTI
(versione italiana di quanto pubblicato in FIL-ITALIA Volume XLIV, no. 1 Winter 2018)

È un fatto abbastanza noto che nell'Africa Orientale Italiana, nel periodo della seconda guerra mondiale, furono dislocati un buon numero di campi di prigionia, per internarvi cittadini italiani, militari e civili. Non altrettanto noto è che alcuni, pochi, campi di prigionia siano sorti per militari delle forze armate britanniche e per civili di Paesi a cui l'Italia aveva dichiarato guerra.

La documentazione postale è molto scarsa, forse per il numero esiguo dei prigionieri, forse per la breve durata della loro prigionia, probabilmente per entrambi i motivi.

Prigionieri militari e “merchant seamen”

Con una breve campagna iniziata nell'agosto del 1940 le forze armate italiane occuparono il Somaliland britannico e piccolissime porzioni di territorio in Kenia e nel Sudan anglo-egiziano, facendo alcuni prigionieri tra i combattenti delle Middle East Forces e East Africa Forces.

Negli elenchi dei campi per prigionieri di guerra Alleati in Italia non si fa alcun cenno ai campi fuori dal territorio metropolitano, pur essendo evidente dalla corrispondenza che ve ne furono, sia in Nord Africa che in Africa Orientale.

Conferme della loro esistenza si trovano attraverso due fonti assai diverse: una è libretto celebrativo inglese “The Abyssinian Campaigns” stampato a Londra nel 1942 a cura del “War office” del Ministero dell'Informazione, che cita la liberazione di militari britannici dal campo di Adi Ugri e di circa 200 ufficiali e marinai della Marina Mercantile nel corso delle attività militari per la conquista di Mogadiscio; l'altra è la relazione del Delegato Apostolico Vaticano in Addis Abeba che riferisce alla Segreteria di Stato di Sua Santità la visita ai campi per prigionieri britannici. Nella relazione il diplomatico vaticano cita i campi di Senefè, provvisorio, e di Adi Ugri, definitivo. In merito al numero, parlando di ufficiali, si dice che erano pochissimi, meno di 10. Il sito “East African Campaign, 1940-41” (cap. 10) quantifica i prigionieri militari britannici liberati dal campo di Adi Ugri in 187.

Nelle Middle East Forces e nelle East Africa Forces erano schierate formazioni militari provenienti da vari Paesi che combattevano a fianco degli inglesi: l'aviazione militare della Rodesia del Sud, brigate sudafricane, un piccolo contingente di belgi provenienti dal Congo Belga, più di una divisione di truppe indiane, senza considerare le formazioni composte da truppe coloniali inglesi provenienti dalla Nigeria, dal Sudan, dal Kenia.

Coloro che caddero prigionieri degli italiani non furono trasportati in Italia, lo stato di isolamento dell'Africa Orientale Italiana lo rese impossibile, ma furono detenuti sul territorio, fino a quando, abbastanza velocemente, non furono liberati dai loro commilitoni che, dal gennaio del 1941 a novembre dello stesso anno, conquistarono tutta la colonia italiana.

Esaminando la posta ad essi diretta non si ricava alcuna indicazione di campi di prigionia, poiché porta indirizzi generici come “prigioniero in Abissinia” oppure è indirizzata alla Croce Rossa Italiana.

Tutti i segni presenti sulle buste lasciano comprendere che la posta non raggiunse mai il prigioniero nel campo, ma fu consegnata successivamente alla sua liberazione.

La corrispondenza loro diretta nei campi dell'Africa Orientale Italiana venne sistematicamente reindirizzata alla Croce Rossa Italiana a Roma, rendendo, in particolare per mittenti sudafricani o rodesiani, il suo percorso così lungo da non potersi concludere entro giugno del 1941, periodo in cui l'Africa Orientale Italiana, ad esclusione di poche sacche di resistenza, fu conquistata dagli inglesi. (fig. 1)


Fig. 1 – Busta spedita dalla Gran Bretagna il 19 febbraio 1941, destinata ad un militare nel campo prigionieri di Dire Daua – A.O.I. Sono presenti il nastro della censura inglese e il timbro della Commissione provinciale di Censura di Roma. (coll. Luciano Maria)

La conferma dell'invio in Europa è data anche dalla presenza dei nastri di uffici di censura in Gran Bretagna anche quando la provenienza era Sud Africa o Rodesia del Sud. (fig. 2)

Fig. 2 – Busta spedita da Durban, Sud Africa, il 16/12/1940 destinata ad un militare sudafricano “prisoner in Abyssinia”, originariamente indirizzata presso la Croce Rossa di Joannesbourg, successivamente reindirizzata alla Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 a Roma. Il francobollo risulta asportato, il nastro della censura inglese “P.C. 90 opened by examiner 4588” copre il nastro della censura sudafricana.

Non ho visto posta spedita dai campi. La ricerca è resa difficile dal fatto che, assai probabilmente, i prigionieri spedirono solo la comunicazione di cattura e la cartolina diretta alla Croce Rossa Internazionale. Moduli che sono assai rari da rinvenire anche provenienti dal Nord Africa dove i prigionieri britannici furono in numero infinitamente superiore, e che, non offrendo alcun aiuto per individuare la provenienza, non possono nemmeno essere attribuiti con certezza, anche nel caso la data sia congruente.

Riepilogando, i campi di cui ho notizia sono:

- Mogadiscio
- Senafè
- Adi Ugri.

Prigionieri civili

La relazione del Delegato Apostolico Vaticano mons. Giovanni Maria Castellani cita anche 3 campi in cui, 2 mesi circa dopo l'inizio della guerra con la Grecia, furono internati i cittadini greci residenti nell'A.O.I.

Cita i campi di Quoram e Dire Daua, aggiungendo che gli internati in quest'ultimo campo, 70 persone circa, a causa dell'avanzata inglese furono in un secondo tempo trasferiti ad Addis Abeba e grazie al suo interessamento, la metà venne liberata per motivi di salute ancor prima dell'arrivo degli inglesi.

Riepilogando, i campi a me noti sono:

- Quoran;
- S.A.R.C.A.M. - Dire Daua (la S.A.R.C.A.M. era una azienda che produceva acqua minerale in bottiglia);
- Addis Abeba.

Ho finora visto solo 2 esempi di questa posta, entrambi diretti all'interno dell'Etiopia:

- una cartolina dal campo di Quoram provvista di un timbro lineare del campo (fig. 3),

Fig. 3 – Cartolina spedita da un internato greco a Quoran, Eritrea, il 08/02/1941, diretta ad Addis Abeba. E' presente un timbro lineare “Comando Campo di Concentramento Internati – Quoran”, ad evidenziare la censura direttamente nel campo. L'affrancatura di 30 cent. è significativa del fatto che non fu concessa l'esenzione di tassa. (coll. Luciano Maria)

- e una busta affrancata per 50 cent. proveniente dal campo di concentramento S.A.R.C.A.M. con timbro postale di Dire Daua e timbri di censura dell'A.O.I. (fig. 4)


Fig. 4 – Busta spedita il 1° marzo 1941 da Dire Daua, diretta ad Addis Abeba. Il mittente, un greco, dà come suo indirizzo “Campo di concentramento Sarcam a -orso”. Sono presenti un nastro e un timbro della censura italiana in A.O.I. e un timbro che invita a comunicare il numero civico ai propri corrispondenti. (coll. Luciano Maria)


Nei due esempi sopracitati la posta risulta affrancata, evidenziando che non fu garantita l'esenzione di tassa prevista dalla Convenzione di Ginevra anche per gli internati civili dei Paesi nemici. E' assai probabile che si sia ripetuta anche nella Colonia la stessa situazione che accadde sul territorio metropolitano, dove i cittadini dei Paesi occupati dall'Italia, non fruirono delle garanzie degli internati civili, venendo trattati alla stregua di oppositori politici.

Fino all'arrivo degli inglesi nel febbraio del 1941 fu attivo anche il campo di Danane, a 40 Km. circa da Mogadiscio, in cui furono rinchiusi più di un migliaio di Etiopi fin dal 1935.

La corrispondenza proveniente da questo campo, rarissima, è dotata di uno specifico timbro.(fig. 5)

Fig. 5 – timbro del campo di Danane (tratto da “L'altra Italia” di Luciano Previato – Bologna 1995)

Il colonnello Eugenio Mazzucchetti, che fu il comandante del campo dal 1937 al 1941, nel suo libro “Danane Diario Somalo 31 ottobre 1935 23 giugno 1941”, conferma che 33 “coloured seamen” , tra i quali 19 indiani, giunsero a Danane il 12 dicembre 1940.

Vi era un campo anche sull'isola di Nocra, al largo delle coste di Massaua nella colonia italiana dell'Eritrea, destinato ai prigionieri politici etiopi, che fu smantellato dalle forze armate britanniche quando conquistarono la colonia nel 1941.