LA POSTA DEI PRIGIONIERI DI GUERRA |
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Affrancature sostitutive dei francobolli
nella posta aerea dei P.O.W. italiani nella Seconda Guerra Mondiale |
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di Maria MARCHETTI | |||||||||||||||
Introduzione La Convenzione di Ginevra per i prigionieri di guerra vigente durante la seconda guerra mondiale, quella stipulata nel 1929 dalla maggior parte degli Stati partecipanti al conflitto, prevedeva che la corrispondenza ordinaria dei prigionieri di guerra e degli internati civili fosse in esenzione di tassa postale. L'unico servizio accessorio ammesso, l'invio per posta aerea, era, invece, a pagamento. Ci si aspetterebbe di trovare tante belle lettere provenienti da ogni parte del mondo piene di francobolli, ma questa aspettativa rimane in gran parte delusa. I francobolli avevano, agli occhi dei censori, una grande colpa: dovevano essere rimossi, per verificare che sotto non vi fossero scritture nascoste, operazione che prolungava ulteriormente i già lunghi tempi di giacenza presso gli Uffici di censura.
A ciò si aggiunga che gran parte dei prigionieri italiani erano dispersi in Colonie dell'Impero Britannico che dovevano essere rifornite di carte valori dall'Inghilterra ed erano così numerosi da generare un traffico postale non certo irrilevante. Bastano questi due motivi per spiegare perché il francobollo, con tutto il suo messaggio esotico, politico, di potenza, di gerarchie nell'ordine mondiale, ecc., fu sacrificato senza alcun rimpianto. In altri casi, invece, semplicemente si privilegiò il sistema più veloce, cioè l'affrancatura meccanica, come nel caso del Comitato Internazionale della Croce Rossa di Ginevra. Anche gli interi postali avrebbero risolto il primo dei problemi sopraelencati ed alcuni Stati provvidero con emissioni specifiche, ma questo argomento esula dal presente articolo. Affrancatura meccanica Questo sistema risolveva tutti i problemi relativi all'affrancatura per il servizio di posta aerea ed infatti si trovano alcuni esempi. Comitato Internazionale della Croce Rossa di Ginevra
Il servizio di posta aerea diretto, utilizzabile per i prigionieri di entrambi gli schieramenti, fra l'Italia dalla parte dell'Asse e la Gran Bretagna, i paesi del Commonwealth, gli Stati Uniti dalla parte degli Alleati, fu attivato solo dal 1° marzo 1942, prima di quella data fu necessario far ricorso alla mediazione del C.I.C.R. di Ginevra. La mediazione consisteva in un elaborato meccanismo che prevedeva l'invio al C.I.C.R. di Ginevra di una busta contenente un'altra busta indirizzata al prigioniero, unitamente ad un certo numero di buoni risposta internazionali (coupons-réponse), per pagare l'affrancatura che il C.I.C.R. avrebbe apposto per la tariffa aerea dalla Svizzera al Paese di destinazione. La Croce Rossa Internazionale garantiva il servizio solo per le famiglie, non era disponibile per i prigionieri per la risposta. Fu utilizzato per lo stesso scopo anche dagli altri Paesi belligeranti, sul mercato sono spesso presenti buste indirizzate al C.I.C.R. di Ginevra provenienti dai vari Paesi in guerra con il timbro lineare “coupon-réponse”. Relativamente all'Italia, conosco solo le seguenti destinazioni: India e Australia. Campi in India Pochissimi campi di prigionia furono dotati di una affrancatrice meccanica: conosco solo i casi di un campo in Canada, il n. 133 di Lethbridge e di due campi in India. Nei due campi in India vi era la presenza di prigionieri italiani. Per la posta inviata via aerea dai campi indiani n. 24 di Clement Town e n. 10 di Bhopal furono utilizzate macchine affrancatrici, la cui impronta porta nel datario il numero del campo e nel punzone di stato il valore dell’affrancatura e “INDIA POSTAGE”.
Il valore indicato è di solito 8 annas, rinvenibile su biglietti postali specifici della posta dei prigionieri, ma si può trovare anche il valore di 4 annas, sulle cartoline specifiche della stessa posta. Grazie a Nino Barberis, posso aggiungere che le impronte appartengono a macchine NEOPOST e sono descritte sul catalogo Hawkins-Stambaugh al numero B2/a. Fu un caso sporadico, la posta aerea proveniente dagli altri campi in India è affrancata con i francobolli. L’impronta è, pertanto, poco comune, sia perché i campi n. 10 e n 24 non erano tra i più grandi, sia perché la posta aerea proveniente dall’India, pur non essendo rara, non è eccessivamente frequente. Bolli meccanici con l’indicazione di porto pagato. Campi in Sud Africa Le impronte furono quasi certamente impresse da macchine annullatrici, modificando da circolare a rettangolare il datario di annulli meccanici del tipo “senza fine” e aggiungendovi il nome dello Stato e la dicitura “PAGATO” in inglese e in afrikaans. Tutte le parti dell’impronta sono in due lingue. Ne esistono di tipo diverso, alcune, quelle utilizzate a Città del Capo, tra un datario e l’altro, hanno anche un messaggio pubblicitario. Risultano usate a partire dal tardo 1942, fino alla fine della guerra.
Le altre, quelle utilizzate a Pretoria, hanno solo “Paid” o “Betaald” al centro del datario, sotto il mese e il giorno e sopra l’anno. Risultano usate nel 1946.
Sono specifiche della posta dei P.O.W e sono presenti su posta proveniente dai diversi campi di Zonderwater. Non furono impresse nei singoli campi ma in un unico centro di raccolta, localizzato a Città del Capo per i primi tre anni, a Pretoria successivamente. Il pagamento della tassa aerea avveniva in contanti presso l’ufficio postale del campo, dove veniva formato il dispaccio della posta aerea separato da quello della posta ordinaria, mentre l’apposizione dell’impronta con l’indicazione del porto pagato avveniva nel centro di raccolta.
Campi in Kenia
Sono piuttosto comuni perché i prigionieri in Kenia erano molto numerosi e l’uso della posta aerea fu abbastanza diffuso. La forma sempre uguale e l’uniformità della pressione indica che furono impressi con l’ausilio di uno strumento meccanico. Sono presenti su posta proveniente da vari campi, sempre accompagnati dal bollo postale del P.O.W East Africa Command con la data e dal timbro di censura “P.O.W. East Africa...”. Ci sono gli elementi per affermare che anche in Kenia, come in Sud Africa, il pagamento avveniva in contanti presso l’ufficio di ciascun campo e l’apposizione del bollo di porto pagato presso l’ufficio di posta militare del P.O.W. E.A.C. di Nairobi. Esiste un secondo tipo di impronta, assai più raro e più elegante ma, a mio parere, non è un timbro bensì una stampa effettuata in tipografia. La mia impressione è confermata dal fatto che, nel testo, uno dei mittenti dice che gli è stato consegnato “il foglio aereo”. Per completezza, riproduco anche questa , con l'avvertenza che si tratta dell’impronta di valore di un rudimentale intero postale.
Bolli manuali con l’indicazione di porto pagato Rodesia del Sud
Sono specifici di ciascun campo, sono molto rari da reperire sia perché la posta dei P.O.W. in Rodesia non è comunissima, sia perché l’utilizzo della posta aerea fu scarso. Non si esclude che esistano anche bolli relativi ad altri campi, in particolare al campo n. 5 di Fort Victoria, che fu un campo con una popolazione di prigionieri assai simile a quella dei due campi citati. Purtroppo le impronte presentate sono incompleta in un caso e confusa nell’altro, ma sono le migliori che sia riuscita a procurarmi. Sud Africa
E in Italia? In Italia, per corrispondere per via aerea con i congiunti prigionieri nei campi disseminati su tutti i continenti, non fu predisposto alcun sistema diverso dall'affrancatura con francobolli. Quando non asportati dal censore, si rinvengono sulle buste o sulle cartoline francobolli delle serie “Miti” o, più raramente, della serie “Imperiale”. Non furono predisposti aereogrammi, come fecero, per esempio la Gran Bretagna o la Nuova Zelanda, e le macchine affrancatrici da sportello ancora non erano presenti negli uffici postali. Pertanto, l'unica possibilità di rinvenire un'affrancatura meccanica italiana su posta aerea dei prigionieri di guerra è quella di imbattersi in una comunicazione di un grande Ente o di una ditta ad un suo dipendente. E' il caso della cartolina riprodotta nella figura seguente.
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