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Un Regno a mezz'aria |
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di Giuseppe MARCHESE (Storie di Posta, vol. 5/2000) | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
- 9 - Durante la parentesi del “Regno del Sud” non vi è nessuna attività legislativa inerente il cambio delle tariffe per l’estero. L’imminente riapertura dei servizi postali pose il problema dell’adeguamento della tariffa già in uso nel Regno di £.1,25. Venne deciso, ma non si conosce il colpevole, di portare la tariffa per l’estero a: £. 3 per le cartoline; £. 5 per lettere fino a grammi 20; £. 7 per lettere fino a grammi 40. L’inizio della ripresa era stato fissato al 10 gennaio. La decisione fu ampiamente pubblicizzata dalle poste italiane, attraverso comunicati alla stampa, e una circolare, del 3 gennaio, alle “dipendenti” Direzioni. (24) Andrea Malvestito riporta: “Un comunicato delle autorità postali alleate a firma del T. C. Caffery stabiliva le tariffe postali per l’estero a far data dall’8 gennaio 1944: cartoline £.3; lettere £.5 fino a grammi 20 e £.7 fino a grammi 40.” (25) Francesco D’Alessandro e Salvatore Di Pietro riportano la notizia attraverso un trafiletto del “Il Corriere di Catania”. Ma anche altri giornali del Regno riportarono l’identica notizia. La cosa era ufficiale. Sennonché qualche cosa andò storto. Forse qualche generale con parecchie stellette non gradì l’iniziativa. Forse qualche autorevole membro di autorevole Commissione Alleata si pizzicò per non essere stato interpellato. Forse a Brindisi qualcuno voleva fare le scarpe a Fano che aveva sottoscritto col comunicato la sua adesione. Fatto sta che il nuovo servizio non fu avviato in Sicilia e la tariffa fu in seguito modificata. (26) Nel mentre che Alleati di Sicilia, Alleati di Napoli, e dignitari di Brindisi ponderavano la prossima decisione, la tariffa era entrata in vigore e fu applicata su alcune lettere , partite, quelle che conosco, dalla posta militare in Sardegna e dirette al Nunzio Apostolico di Lisbona o alla Croce Rossa Internazionale. Sono affrancate con £.5 e portano la doppia censura inglese e USA. E’ possibile che queste lettere, che non possono considerarsi “corrispondenza dei prigionieri di guerra” e nemmeno “messaggi Croce Rossa” siano state “equiparate” a queste e quindi ammesse all’inoltro prima della riapertura dei servizi per l’estero. Ciò mi pare confermato dalla doppia censura inglese e USA. La censura inglese indica un “Messaggio C.R.I.”, da avviare con mezzi inglesi: La censura USA comprova l’avviamento USA. Dal 10 gennaio al 15 febbraio 1944 restò in vigore nell’Italia regno (esclusa la Sicilia), la tariffa di £.5 per il primo porto estero. Ad avvalorare quanto sopra presento una lettera diretta alla Croce Rossa Americana, dalla posta militare 216, datata 8 febbraio, affrancata con £.5 con la doppia censura italiana e USA. Intanto la situazione si evolve. Qualcuno decide l’avvio della posta per l’estero e la relativa tariffa. Ancora Malvestio riporta “a far data dal 16 febbraio 1944 un comunicato del sottosegretario di Stato Fano modifica così le lettere per l’estero: cartolina £.1,50, lettera £. 2,50 fino a 20 grammi” (27) Anche lo Stato Maggiore dell’Esercito, P.M. 151, del 27 febbraio, diretta a vari Enti militari, riporta analoga notizia: “Si comunica che a decorrere dal 16 c.m. sono stati riattivati i seguenti servizi ……. Servizio postale da e per le Nazioni Alleate e neutrali – con affrancatura obbligatoria di lire 2,50 per ogni 20 grammi e con un limite massimo di peso di 90 grammi per ogni singola lettera.” In Sicilia il Ten. Colonnello Charles Poletti mastica amaro, ma non può resistere che sei giorni L’11 febbraio gli tolgono la Sicilia. Il 22 febbraio è riattivato il servizio postale con l’estero. Le tariffe sono analoghe a quelle del Regno. Sul peso massimo consentito vi è una rettifica. Il 4 aprile 1944 il Sottosegretario Fano comunica che il peso massimo è di grammi 40 (Fig. 47).
Corrispondenza con la Città del Vaticano L’8 luglio ’44 il Ministero delle comunicazioni comunica che è possibile corrispondere con lettera con Roma e la Città del Vaticano precisando che la tariffa è di c. 80 per i primi 20 grammi e di c. 50 per ogni porto successivo. In realtà è la precedente tariffa del 1933 mantenuta in vigore.
La posta della Croce Rossa Internazionale La posta per prigionieri e internati e quella diretta alla Croce Rossa internazionale non ebbero alcuna interruzione se non quella che gli eventi imposero circa i collegamenti internazionali e tra il Regno e la Sicilia. Gli Alleati definirono il sistema che permise, fino al gennaio 44, la trasmissione della posta ammessa e, in seguito, quella diretta in Sicilia. Centro di raccolta e smistamento fu in Concentramento posta militare di Napoli. Da quel luogo l’A.C.C. decideva quale posta doveva essere avviata e quale trattenuta. In merito alle tasse postali da pagarsi si assiste a una moltitudine di affrancature, o di assenza di affrancature. La corrispondenza diretta a prigionieri di guerra e internati civili, godeva sin dall’inizio del secolo della franchigia. Nel periodo 1942 – 43 era ammesso anche l’invio per posta aerea pagando soltanto la relativa soprattassa. Tranne l’inoltro aereo le disposizioni del Regno e del Governo militare alleato sono analoghe: “comunicazioni per prigionieri di guerra all’estero e le lettere per prigionieri di guerra possono essere impostate senza affrancatura”. (28) Invece le corrispondenze dirette alla Croce Rossa Internazionale di Ginevra dovevano essere regolarmente affrancate, anche se le strane affrancature che talvolta si riscontrano (persino di soli c. 50) sono il frutto o di un’idea di assicurare un più sicuro recapito, e da parte delle poste mostrano che la comprensione non era del tutto scomparsa.
- 10 – I messaggi della Croce rossa erano l’unico mezzo di comunicazione dei civili tra Nord e Sud del paese. Non era possibile infatti alcun collegamento con cittadini italiani all’estero, se non tramite la Croce Rossa Internazionale di Ginevra. Il mancato riconoscimento della Delegazione del sud causò un gravissimo disagio al residenti. Lo strano della cosa è che mentre le due parti dell’Italia non era possibile corrispondere fino all’aprile 44, ciò era possibile, dal gennaio 44, tra il nord e la Sicilia e viceversa. L’assenza di collegamenti internazionali impediva altresì di rivolgersi direttamente alla croce rossa di Ginevra per avere notizie di familiari. Ciò impediva anche di corrispondere con civili dimoranti in USA e Inghilterra e in altre zone d’influenza Alleata. Probabilmente per sopperire a questa pressante necessità le Autorità Alleate permisero l’apertura dei servizi postali con l’estero dal 10 gennaio 1944, nel solo territorio del regno e solo per la corrispondenza in partenza. La mancanza di reciprocità con USA e Inghilterra e l’esclusione di Napoli e Sicilia dal provvedimento portano a questa conclusione. Finalmente, il 4 aprile 44, il Ministero delle Comunicazioni annuncia: “In seguito ad accordi con la Croce Rossa internazionale quanto prima verrà iniziata dagli uffici postali la vendita dei moduli per messaggi diretti a civili trovantisi nei territori occupati dal nemico. Il prezzo di ciascun modulo sarà di £.15, e varrà sia per l’andata che per il ritorno del messaggio” (29) Il 19 Aprile lo stesso aggiunge: “Da oggi presso tutti gli uffici postali del regno sono in vendita i moduli della C.R.I. coi quali è possibile inviare e ricevere notizie dai civili dell’Italia occupata.” Infine il 15 giugno precisa: “In seguito ad accordi con la Croce Rossa Internazionale sono in vendita presso gli uffici postali moduli per messaggi diretti a civili, trovantisi nei territori occupati dal nemico. Il prezzo per ciascun modulo è di £. 15, e vale sia per l’andata che per il ritorno del messaggio. E’ vietato l’uso dei detti moduli per le destinazioni aperte al normale servizio postale (interno, estero, prigionieri di guerra). Su di essi non dovranno risultare indirizzi militari, sia per quanto riguarda il destinatario che per quanto riguarda il mittente. Il testo non potrà eccedere le 25 parole, riferentisi a notizie di carattere familiare, dovrà quindi essere esclusa qualsiasi indicazione riguardante la politica, le operazioni militari, etc. (30) In Sicilia, dato il diverso status di “zona occupata” il collegamento con la Repubblica Sociale fu assicurato dal gennaio 44. I requisiti erano identici a quanto sopra indicato. Il modulo costava £.11 “in seguito” elevato a £.15. (31) Un costo molto alto raffrontato a quello di una lettera normale per l’estero che pagava £.2,50. Per il territorio di Napoli soggetto al Governo Militare Alleato, non si hanno altre indicazioni se non quelle contenute nell’ordine regionale n. 25 del 14.3.44 “Le comunicazioni con i civili nell'Italia occupata dai nazisti, devono essere inoltrate attraverso la C. R. Internazionale i cui uffici entreranno in funzione in tutta l'Italia Liberata.” Si ritiene quindi che per Napoli i messaggi della Croce Rossa siano stati possibili dopo il 19 aprile 44. La Sicilia giacché territorio occupato ebbe un migliore trattamento. Già il 19 dicembre 43 era possibile scambiare messaggi dalla Sicilia a paesi della sfera di influenza Alleata e dal gennaio 44 tra la Sicilia e l’Italia “occupata dalle forze dell’Asse” come veniva buffamente chiamata, per non nominarla, la Repubblica Sociale Italiana. Un’analisi più approfondita nel volume di F. D’Alessandro e S. Di Pietro (Fig. 48).
- 11 - Ripresa dei collegamenti nei vari scacchieri. La posta dei prigionieri di guerra è la prima ad essere riattivata. In Sicilia ciò avviene tra il 27 settembre e il 5 ottobre 1943; da Napoli il 6 novembre 1943; dal territorio del Regno il 10 gennaio 1944. Questo significa che da quella data fu possibile inviare comunicazioni ai prigionieri di guerra in mano alleata. La posta proveniente da prigionieri di guerra in mano alleata fu assicurato dagli Alleati e continuò, quasi senza soluzione di continuità, in tutto il territorio italiano e le zone occupate. Ecco di seguito l’iter per le tre diverse zone.
Regno (penisola e Sardegna) Il 28 dicembre lo Stato Maggiore Esercito comunica alla Missione Militare Alleata: “Nessuna comunicazione è stata organizzata per i prigionieri di guerra italiani all’estero. Sul problema è stato già da tempo richiamata l’attenzione del Comando Alleato.” Il 10 gennaio 1944 fu riaperto il servizio dei prigionieri di guerra. (32)
Sulla riapertura in Sicilia si hanno solo fonti giornalistiche. Secondo F. D’Alessandro & S. Di Pietro il servizio venne aperto il 27.9.43. (33) Per il giornale “Sicilia liberata” di Palermo la riapertura avviene il 5.10.43. E’ probabile che il servizio sia stato predisposto e poi rimandato. Infatti la “Sicilia liberata” del 22.9.43 annota “provvedimenti sono in corso per ricevere e spedire comunicazioni per i prigionieri di guerra all’estero…….(esse) possono essere impostate senza affrancatura. Saranno soggette alla consegna e debbono contenere solamente comunicazioni personali e familiari.” (34) Questa divergenza può derivare dalla situazione siciliana. E’ possibile che Catania, attraverso i servizi postali inglesi, abbia attivato prima il collegamento, mentre Palermo, tramite il servizio postale USA l’abbia aperto alla data indicata.
Napoli Da Napoli il servizio postale per i prigionieri di guerra è ripristinato il 6 novembre 1943. (35) Questo per i prigionieri degli eserciti alleati (anglo-americani, russi, cinesi). Per gli italiani catturati da altre nazioni si dovettero stabilire procedure ed accordi che permisero, molto tempo dopo, il collegamento postale.
Prigionieri di guerra in mano francese (Nord Africa) Per i prigionieri in mano francese, le comunicazioni si aprono il 22 marzo 44. Con circolare le poste comunicano “….è permesso corrispondere con i prigionieri di guerra in mano ai francesi. Queste comunicazioni vanno appoggiati agli uffici di confine di Bari, Napoli e Palermo e indirizzate Controles Techniques – Tunis.” Nella stessa circolare viene indicato il nuovo indirizzo per i P. G. nel Regno Unito “P.O.W. Central Brook st. – London”.
Prigionieri di guerra in Unione Sovietica Pochissimo si sa sul come le corrispondenze dirette in URSS giungessero a destino. Il mezzo più probabile è attraverso Algeri dove finiva la rete postale USA. Dal marzo 1944 la posta andava indirizzata a “Chief P.O.W. – Cairo” posto terminale della rete postale inglese.
Prigionieri di guerra in Turchia La corrispondenza per i prigionieri di guerra italiani in Turchia riprese da tutto il Sud il 18 maggio 1944. La comunicazione parte da Napoli, ma è comprensiva di tutto il territorio del Regno. In Turchia erano “internati” diverse migliaia di italiani provenienti dalle Isole dell’Egeo riusciti a raggiungere la Turchia dopo l’8.9.43.
Prigionieri di guerra in Germania La corrispondenza con i militari italiani in Germania subì un blocco generalizzato sia al Nord sia al Sud. Da e per il Sud la situazione si aggravò per la decisione tedesca di considerare gli italiani “Internati Militari” e quindi non soggetti alla tutela della Croce Rossa internazionale, ma a quella nazionale (della Repubblica Sociale). Solo dopo lunghe trattative i tedeschi acconsentirono che, almeno dal punto di vista postale, gli I.M.I. fossero comparati ai prigionieri di guerra e avere la possibilità di corrispondere in franchigia con i propri familiari. Talché i militari italiani prigionieri in Germania con una cartolina comunicavano la loro cattura e indicavano l’indirizzo del lager d’appartenenza. In seguito mandavano un modulo (biglietto) con risposta allegata con indirizzo prestampato. Secondo le norme speciali cui furono sottoposti gli I.M.I. si poteva corrispondere solo con questo mezzo. Questo sistema si avvaleva di canali di trasmissione analoghi alla posta dei prigionieri di guerra. Per la difficoltà di comunicazioni dirette con la Croce Rossa internazionale, la posta diretta nel Regno, era più lenta. Due / tre mesi erano la norma, ma non di rado la posta impiegava 5 / 7 mesi per la sola andata. Con questi tempi dal Sud corrispondere con i prigionieri di guerra in Germania si dimostrò quasi impossibile. (36) Solo nel novembre ’44 fu raggiunto un accordo, col quale “i messaggi della Croce Rossa internazionale…possono essere inviati anche a militari italiani in Germania sia in campi di concentramento sia con indirizzo Feldpost.” (37) (Fig. 49), (Fig. 50).
- 12 - Gli internati militari erano coloro che catturati in un paese neutrale erano stati privati della libertà di raggiungere il loro paese. Per l’Italia il gruppo più folto era rappresentato da personale della marina che subito dopo l’8 settembre avevano raggiunto la Spagna e le Baleari. Gli internati militari non erano tutelati dalla Croce Rossa internazionale, ma da quella dei rispettivi paesi. Per la trasmissione di lettere a internati non vi era franchigia e queste dovevano essere affrancate. Gli internati avevano diritto alla franchigia postale. Tutte le comunicazioni verso gli Internati furono interrotte dopo l’8.9.43 e si riaprirono il 10 gennaio 1944 con la ripresa dei servizi postali con l’estero (Fig. 51), (Fig. 52), (Fig. 53), (Fig. 54).
- 13 -
I documenti segnalati sono stati reperiti presso gli Archivi di Stato di Roma, Salerno, Bari, Brindisi e l’Archivio dello Stato Maggiore Esercito. Le notizie riportate nei giornali “Il Risorgimento” presso la Biblioteca comunale di Napoli e “Sicilia Liberata” presso la Biblioteca comunale di Palermo. Si ringraziano per la collaborazione i collezionisti: Filippo Angelini Napoli; Gesullo Bonucci Roma; Salvatore Di Pietro Catania; Franco Filanci Parma; Massimiliano Florio Napoli; Antonino Infranco Sedico, Giuseppe Quattroni Brindisi;
- 14 - Bonucci Gesullo: Analisi e sintesi delle affrancature di emergenza italiane nella II guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra, Filatelia, anno 1972, n. 96, 98, 102 e 1973 n. 107, 110, 111. Nacher Renato: Sull'uso civile dei sovrastampati "P.M." 51 Notiz. A.S.I.F 1976 154 38 Maiocchi Felice: La Lupa di Bari 51 Nuovo Corriere Filatelico, 1977, n. 13 Di Pietro Salvatore: Luogotenenza. Appunti di storia postale 51 Nuovo Corriere Filatelico, 1983, n. 45 Di Pietro Salvatore: Luogotenenza. Appunti di storia postale 51 Nuovo Corriere Filatelico anno 1983, n.46 Malvestio Andrea: La ricostituzione di un Regno per diventare Repubblica, Memorie dell’Accademia Italiana di Studi Filatelici e Numismatici, Volume V, anno 1993 Aquila Nino: L’emissione A.M.G.O.T. per la Sicilia: La posta per l’estero. Ultimo mese d’uso. Memorie dell’Accademia Italiana di Studi Filatelici e Numismatici, Volume V, anno 1993 Chiavarello Giovanni: I francobolli emessi a Napoli durante l’occupazione militare alleata, Filatelia anno 1965 n.5 NOTE - (24) - Questa circolare spedita anche alle Direzioni della Sicilia, che a loro volta la resero pubblica attraverso la stampa locale, provocò il marasma. La Direzione di Catania, e probabilmente anche quella di Palermo, furono costrette alla rettifica qualche giorno dopo. - (25) - A. Malvestito in Numero Unico Torino 1995. - (26) - F. D’Alessandro e S. Di Pietro riportano la notizia ripresa da “Il Corriere di Sicilia” secondo il quale il servizio non era partito “atteso che l’Ispettorato Generale PP. TT. In Sicilia non ha ancora ricevuto disposizioni in merito dal Governo Alleato”. - (27) - A. Malvestio in “La ricostituzione di un Regno per diventare Repubblica” in memorie dell’Accademia italiana di studi filatelici, Volume V fascicolo II anno 1993. - (28) - In Giornale “Sicilia liberata” di Palermo del 5.10.43. - (29) - Comunicazione del Ministero delle Comunicazioni n.S/8.3./1018 da Salerno 4 aprile 1944 diretta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. - (30) - Circolare del Ministero delle Comunicazioni N. 70 bis da Salerno 15 giugno 1944. - (31) - F. D’Alessandro – S. Di Pietro La posta in Sicilia durante l’occupazione alleata, pagg. 132/138. - (32) - La comunicazione riguarda anche la riapertura dei servizi “con l’estero”, in Sicilia. - (33) - F. D’Alessandro – S. Di Pietro La posta in Sicilia durante l’occupazione alleata. - (34) - L’allocuzione “saranno soggette alla consegna” potrebbe significare che debbono essere portate personalmente allo sportello postale e farsi riconoscere. Questa norma non fu poi ripresa. - (35) - Giornale “Il Risorgimento” di Napoli del 14 novembre 1943. - (36) - L’argomento è più dettagliatamente riportato nel già citato volume di F. D’Alessandro e S. Di Pietro. - (37) - Circolare postale del 7.11.44 - servizio IV.
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