di Giorgio LANDMANS
In
questo mondo non sempre noi crediamo che di qualcosa noi già ne conosciamo
il fondo. Al pensiero, un vago dubbio talvolta attraversa la nostra mente e
così sovente decidiamo una rinuncia o un’ appartenenza. Giusto o errato?
Potrebbe essere corretto e conveniente, o potrebbe essere perfino dannoso.
Nella realtà molte nostre azioni e pensieri avvengono “meccanicamente”, vuoi
per una certa spinta di qualche spot pubblicitario o il criterio di una
qualche persona ritenuta da noi di infinita saggezza. Sovente esiste anche
qualcosa che la nostra mente elabora ma la tendenza umana è, alla fine,
quella di tentare di copiare chi successo ha avuto o ce ne ha parlato in
tonalità di apparente consiglio. Parole spese sovente con la parvenza di “a
un tanto al chilo” ma cariche di nascosto intimo interesse.
Pare così che la persona di successo vada rispondendo – quasi un consiglio -
in base a certe sue esperienze accumulate nel tempo. Ma che c’ è dietro
quella facciata?
Già, il nostro cervello funziona in base a certe sollecitazioni che sfociano
usualmente in forme che paiono quasi automatiche, paiono risposte
provenienti da antiche conosciute esperienze, da un certo intimo archivio
fattosi benefattore che è in ognuno di noi, e che noi non coscienti, andiamo
creando nella nostra vita previo la immissione di nuove
sensazioni-conoscenze. Questa sorta di archivio (che noi talvolta chiamiamo,
impropriamente secondo me, “coscienza”) è una specie di archivio che
effettivamente noi continuamente andiamo a sollecitare per rispondere a
ciò che ci succede attorno.
E se succede che un dato precedentemente immesso viene totalmente
sbugiardato per un qualche nostro intimo nascosto interesse avviene in noi
che abbia a sfociare una sorta di reazione con rovesciamento totale di
antiche opinioni.
E che centra questo con la filatelia?
Ha uno stretto rapporto con quello che è successo negli ultimi anni.
Una sfrenata pubblicità “filatelia=bene rifugio” lanciata da qualche
molto affamato commerciante e subito seguito da qualche ancor più affamato
(però questi a scopo immediato) giornalista hanno lasciato una traccia
inesorabile. Tutta l’ attenzione del collezionista veniva spinta verso certi valori che di certo avrebbero domattina sbancato Montecarlo. E perciò
mille e una attenzione a come collezionare. Nascono di conseguenza futuri
imperatori, nascono album a taschine più o meno preapplicate, nascono
speciali specifici volumi per la migliore conservazione di questi beni: i
classificatori. Artigiani al lavoro: fogli più consistenti, grandi cartoni,
neanche fatti essiccare per bene, plastiche applicate a creare supporti
trasparenti…. e poi urla per il grande successo di poter salvare i
francobolli dalla ignobile linguella …
Verginità al francobollo, che comunque dovrà essere collezionato solo se
ancora nuovo senza alcun timbro postale deturpante l’ immagine.
Già, altrimenti le Poste e i commercianti…
Oggi potrei raccontarvi perché tutto ciò avvenne. Ieri non sarei stato
creduto..
Valore? Saper giudicare... - ritorna a riflessioni di un novantenne
- Un cavallo imbizzarrito
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