di Giorgio LANDMANS
Novant’ anni, già a novant’ anni si può
parlare così. No, io da vari anni sto parlato così, ma chi ha voluto
ascoltare le mie parole? Una collezione di francobolli deve essere gioco
piacevole, gioco che, se volete, vi insegnerò più avanti a crearvi.
Capitolo primo: francobolli nuovi o usati? Il collezionismo di francobolli
nacque raccogliendo solo francobolli usati, quelli cioè che provenivano da
lettere in arrivo. Naturalmente le più ambite erano quelle che provenivano
da lontani Paesi. Non esisteva un mercato in denaro, era un gioco anche
ricevere e chiedere agli amici.
La ricerca fece nascere i mercanti. Ma questi come potevano accumulare
materiale da rivendere? Solo scrivendo direttamente alle varie poste di
altri paesi. La posta invia solo esemplari nuovi? Diventa allora d’ obbligo
incitare gli appassionati a raccogliere francobolli nuovi. Nasce così quasi
la moda del nuovo...
In quell’ epoca i francobolli a vendere venivano
applicati su “Libretti invio a scelta” composti da leggere paginette,
in ogni pagina erano tracciati dei rettangoli verticali suddivisi
singolarmente da tre righe.
Nella riga in alto doveva essere scritto il
numero di catalogo e un simbolo se francobollo nuovo o usato, al centro
del rettangolo veniva applicato, con linguella, un francobollo e nella
casella inferiore finale ne veniva inserito un prezzo, la valutazione, il
costo.
In ogni paginetta, alla fine, se ne aggiungeva il totale derivato. Il
libretto veniva inviato per posta e in visione per sua scelta a chi lo
richiedeva e così il cliente poteva prelevare direttamente le sue decisioni.
Poi il libretto veniva reso dal richiedente - sempre via posta – con incluso
il pagamento del prelevato..
Siccome diventa sempre più facile ordinare e ricevere francobolli allo stato
di nuovi un consiglio imperò a voce alta : raccogliete e collezionate SOLO
francobolli nuovi.
Poco prima dell‘ ultimo conflitto molti austriaci
scelsero la fuga dopo le minacce tedesche. Molti furono coloro che decisero
di espatriare verso l’ Italia visto che Mussolini aveva promesso loro
difesa.
In quell’ epoca non conveniva, ma era anche impossibile, trasferire soldi
via banca tra Stato e Stato, né si poteva portare con sé più di un modico
tanto a persona, così molti andarono alla posta locale, acquistarono
francobolli in corso e li applicarono su libretti invio a scelta. Alla
frontiera denunciarono il contenuto dei libretti come oggetti della propria
personale collezione, cosa invece permessa. Poi una volta a Milano, gli
esuli girarono per commercianti di francobolli offrendo i valori nei libretti.
Per inciso in quell’ epoca esisteva per le valute un cambio “libero”
(proibito per legge) che era ben lontano dalla parità del cambio “cosiddetto
ufficiale”. Un buon metà-doppio vigeva.
All’ epoca una sola ditta in Italia faceva regolare servizio novità
di paesi esteri. Ne sviluppava tale servizio in modo ufficiale perciò con
pagamenti tramite una Banca. Quella Ditta aveva distribuito agli abbonati a
10,00 ciò che ora veniva offerto dai rifugiati a 3/4,00. Quindi le vetrine
di Milano fiorirono. La scusa fu facile: Noi forniamo francobolli
illinguellati e quanto viene proposto ….. La notizia corse e così la
moda divenne verginalista (anche negli altri Paesi…)
Lui sì che sa scegliere! - ritorna a riflessioni di un novantenne
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e poi lo sboom...
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